#PovereCreature (Poor Things) di Yorgos Lanthimos

Inquieta e diverte, #PovereCreature, trascinando lo spettatore in un universo (o meglio, tanti universi) dove la carne, il corpo, si presta alla creazione, come fosse una tela bianca

Lanthimos continua il suo viaggio ai confini dell’assurdo, indagando con uno sguardo distorto, elegantemente estetizzato dall’uso dell’obiettivo fish-eye (già fetish del regista ne La favorita). Povere Creature tocca tanti temi – il suicidio, la creazione, la solitudine, l’identità, la violenza domestica, il rapporto uomo-donna… il sesso.

E se anche riconosciamo il tocco del regista, il vero “pennello” che colori, scenografie e silhouettes ci suggeriscono sembra essere quello di Dalì. (Il film si divide in capitoli i cui titoli godono di parentesi incolore, assolutamente surrealisti; Bella cammina tra le meduse, i suoi lunghi capelli neri fluttuano come alghe.)

Emma Stone veste i panni di Bella Baxter (solo qualche settimana fa ha vinto il Golden Globe come Migliore Attrice ed è candidata all’Oscar) – per un’attrice è il ruolo della vita. Bella la vediamo prima infantile, poi adolescente, poi donna. La sua crescita, per quanto artificiale e bizzarra, non è altro che l’emancipazione femminile dalle figure maschili che la circondano: dal “padre”, dal promesso sposo, dall’amante lussurioso.

Tirerà fuori gli artigli per vendicare il suo diritto alla libertà, in una lotta tra sessi che che ci fa sentire la potenza di questa grande attrice. È accompagnata dall’attore del momento, Willem Dafoe (ha appena ricevuto la sua stella sulla Hollywood Walk of Fame, il suo volto è ormai una garanzia), che, con senso dell’umorismo, incarna il Dottor Godwin (non dimentichiamo che God in inglese significa Dio, mentre win significa vincere). Non si pone limiti e cerca di superarli anche nella scienza; un Victor Frankenstein rivisitato, che sdrammatizza le perversioni e inquietudini della narrazione, attraverso le sue invenzioni ma soprattutto grazie ai suoi gesti, i suoi comportamenti, le sue battute pronunciate con greve serietà. È assolutamente esilarante.

Da Londra a Lisbona a Parigi, le capitali europee che Bella percorre sono un tuffo in un immaginario surreale che se non incanta, destabilizza. (O forse incanta destabilizzando, o destabilizza incantando.) Ritroviamo gli esperimenti cinematografici del cinema delle origini, travisati dalla contemporaneità, che, così, annuncia in modo manifesto la ricerca di un nuovo linguaggio.

Premiato con il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia, Povere Creature è candidato a ben 11 statuette d’oro, tra cui Miglior Film e Miglior Regia.

Valentina Vignoli

Lascia un commento

Top