#IlMioPostoèqui di Cristiano Bortone e Daniela Porto – la recensione di Vittorio De Agrò

#IlMioPostoèqui è tratto dall’omonimo romanzo di Daniela Porto, con: Ludovica Martino e Marco Leonardi

Sinossi: Il mio posto è qui, film diretto da Cristiano Bortone e Daniela Porto, è ambientato all’indomani del Secondo conflitto mondiale in un paesino in Calabria. Racconta l’amicizia nata tra Marta e Lorenzo (Ludovica Martino e Marco Leonardi): lei è una ragazza madre, che è stata promessa in moglie a un uomo di cui non è innamorata; lui, invece, è un uomo gay, noto per “organizzare i matrimoni” degli altri.

Il loro incontro porterà alla nascita di un forte legame, che permetterà a entrambi di lottare contro i pregiudizi della piccola e bigotta comunità in cui vivono e a Marta di cercare il proprio posto nel mondo in qualità di donna.

Recensione:

La libertà è un diritto, una volontà, uno status che ognuno di noi dovrebbe possedere fin dalla nascita.

Ma sfortunatamente spesso non è così, il destino, l’epoca storica, l’ambiente familiare in cui si nasce e le relative condizioni economiche -culturali influenzano e segnano l’esistenza di un individuo.

Nel sud d’Italia, ad esempio in Calabria una donna era destinata ad essere madre, moglie sottomessa ai desideri e volontà del marito.

Solo con la caduta del regime fascista ed il referendum del 1946 tra monarchia e repubblica diede per la prima volta alle donne il diritto di voto.

Ancora peggiore, se fosse possibile, sarebbe il trattamento ricevuto da chi “era diverso” agli occhi della bigotta ed ipocrita società: gli omosessuali erano chiamati “finocchi”, “invertebrati”, meritevoli di disprezzo e giustamente mandati “al confine” dal regime fascista.

Un Paese si può definire veramente civile e moderno, quando una persona è artefice del proprio destino, anche di sbagliare per amore.

#IlMioPostoèqui di Daniela Porto e Cristiano Bortone, presentato in anteprima assoluta al Bifest 2024 e dal 9 Maggio in uscita al cinema è prima di tutto una storia di libertà, riscatto e resilienza dei due protagonisti allo status quo ed alla “dittatura” del perbenismo dell’epoca.

Marta interpretata da una bravissima ed intensa Ludovica Martino, è stata messa all’indice perché colpevole d’essere rimasta incinta del suo ragazzo poi tragicamente morto in guerra.

Era impensabile ed inconcepibile che ci potesse essere una ragazza madre negli anni 40 in Calabria.

Marta ha “disonorato” tutta la famiglia, facendoli diventare lo “zimbello” del piccolo paesino.

Marta deve pertanto solo obbedire agli ordini dei genitori, accettando un “matrimonio riparatore” con un vedovo, già padre di due figli, mettendo da parte ogni sogno e velleità di lavoro.

Ma Marta è uno spirito libero, indipendente, desiderosa di imparare e migliorare che si rifiuta d’accettare un destino scritto da altri.

Così è inevitabile che l’incontro con Lorenzo (un ottimo e carismatico Marco Leonardi), il “finocchio” per paese oltre che l’uomo dei matrimoni, si riveli decisivo e salvifico per entrambi.

Lorenzo che ha vissuto a Milano in gioventù ed ha assaggiato il giusto della libertà, a cui ha rinunciato per amore di un compagno che ha poi preferito la vita queta da uomo sposato, rivede sé stesso nei sogni di Marta.

Un incontro che si tramuta in amicizia, un rapporto sincero e solidale che coinvolge, appassiona ed emoziona lo spettatore.

Marta e Lorenzo incarnano i volti, i pensieri e le storie di tante donne e uomini costrette al silenzio nel corso dei decenni in una realtà calabrese restia accettare il cambiamento, figurarsi le voci “fuori” dal coro.

#IlMioPostoèqui presenta una scrittura lineare, mai banale e/o retorica, ben sviluppata e centrata nel periodo storico.  Tutti i personaggi sono ben delineati anche sul piano caratteriale e psicologico, e resi credibili sulla scena da un cast artistico solido e di spessore.

#IlPostoèqui è una storia d’amicizia, d’amore e libertà che coincida con il primo voto esteso donne.  E’ una visione appassionante, pura quanto simbolica che trasmette fiducia e speranze alle nuove generazioni di combattere e credere per la libertà di scelta e d’osare.

Lorenzo e Marta avevamo bisogno di trovarsi, per scoprirsi uguali nelle diversità di vita, ma accomunati da uno indomito spirito libero di cui lo spettatore farà tesoro.

Vittorio De Agrò (RS)

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