SPECIALE 70ma #BERLINALE #6 – 20.02/01.03/2020 – (DAYS 2&3): Elio Germano conquista Berlino

(da Berlino Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Berlinale)

Che lo spettacolo inizi! Sono ben quattro le proposte dei selezionatori del CONCORSO alla Berlinale nel fine settimana.

Dopo l’incursione del cinema argentino con El prófugo (The Intruder) Argentina / Mexico di Natalia Meta in Prima Mondiale a cui abbiamo assegnato un buon punteggio 3,25 per la carica emotiva trasmessa (RECENSIONE) il fine settimana è stato oggetto del cinema italiano con Volevo nascondermi di Giorgio Diritti in Prima Mondiale con Elio Germano. L’attore, sebbene la regia abbia abdicato (punteggio poco sopra la sufficienza 2,75), ha dato un ottima prova interpretativa del famoso artista LIGABUE. Ancora una volta Elio Germano dimostra la sua capacità di spogliarsi ed entrare potentemente nel personaggio. Gli si deve un grazie per averci fatto conoscere la parte intima dell’artista Ligabue e della sua fragilità con la quale ha dovuto fare i conti nella sua tormentata vita. Una vita talentuosa che però gli ha dato l’affetto di chi lo ha conosciuto. Quello che smarrisce lo spettatore sono le frasi in stretto dialetto emiliano gridate a mezza voce!

La cinematografia americana è rappresentata da un anomalo western dal sapore naif (voto sotto la sufficienza 2). Si tratta di First Cow USA di Kelly Reichardt una pellicola in Prima Internazionale di cui ci riferisce Marina nella (RECENSIONE).

Infine dal Vecchio Continente la cinematografia francese con Le sel des larmes (The Salt of Tears) Francia / Svizzera di Philippe Garrel in Prima Mondiale non convince (voto sotto la sufficienza 2). Il regista vorrebbe stupire con la scelta del bianco e nero e con uno stile che rimanda alla cinematografia di Truffaut con la voce narrante fuori campo. Purtroppo “Il Bell’Antonio” della storia risulta antipatico ai più.

Tra gli artisti Logann Antuofermo, Oulaya Amamra, André Wilms, Louise Chevillotte, Souheila Yacoub.

Ed eccoci alla nuova sezione che Carlo Chatrian presenta come una piattaforma per scoprire modi diversi di raccontare storie. E’ la sezione Encounters che ci propone  in questo fine settimana due film tra loro così diversi. Il primo Malmkrog Romania / Serbia / Svizzera / Svezia / Bosnia / Nord Macedonia di Cristi Puiu in Prima Mondiale (con Frédéric Schulz-Richard, Agathe Bosch, Diana Sakalauskaité, Marina Palii, Ugo Broussot, István Téglás) dura oltre tre ore per disquisire in un salotto dell’alta borghesia russa su temi come la Guerra e la Pace. Ci salva il fatto che è recitato in francese perché un film dialogato di oltre tre ore mette a dura prova la resistenza di un cinefilo. E poi che dire di una disquisizione tra persone che mai andranno a fare la Guerra. E’ un insulto alla povera gente che invece venne costretta il secolo scorso a essere carne da macello. Un pamphlet del Regista che addita la classe emergente di quell’epoca come causa (a buon ragione) delle Tragedie che seguirono con la Grande Guerra prima e la II^ Guerra mondiale dopo. Il nostro punteggio è 1.

Peggiore l’altro film proposto opera prima che con un punteggio di -1 smarrisce lo spettatore. Si tratta di  Los Conductos una coproduzione Francia / Colombia / Brasile di Camilo Restrepo in Prima Mondiale. Due i protagonisti di questa incomprensibile narrazione dal simbolismo pretenzioso: Luis Felipe Lozano e Fernando Úsaga Higuíta. Vorrebbe essere qualcosa di prezioso ma non riesce. A chi controbatte in merito alla preziosità mi sembra che un opera debba colpire l’animo ma questa non volta non riesce.

Passiamo alla selezione dei film Fuori Concorso Berlinale Special che ha spopolato con un cast d’eccezione al Berlinale Special Gala at Friedrichstadt-Palast dove è stato presentato in Prima Mondiale con Johnny Depp, Hiroyuki Sanada, Minami, Bill Nighy Minamata di Andrew Levitas in un film di impegno sociale sul fotografo di guerra della rivista LIFE W. Eugene Smith che nel 1971 smaschera una potente Società di aver avvelenato con il mercurio i cittadini della città giaponese di Minamata. Non esitiamo a dare un otttimo punteggio (3,5) alla pellicola.

Con le voci di Tom Holland, Chris Pratt, Julia-Louis Dreyfus, Octavia Spencer, Mel Rodriguez, Kyle Bornheimer, Lena Waithe, Ali Wong si consuma una storia mutuata dalla Lampada di Aladino nella quale i due fratelli Ian e Barley uno più sfigato dell’altro affrontano la vita. Anche in questo caso il punteggio è 3.

Sempre Fuori Concorso al Berlinale Special at Haus der Berliner Festspiele l’atteso regista cinese Jia Zhang-ke che presenta un documentario sulla sua città natale Fenjang ai tempi della rivoluzione culturale al titolo Yi Zhi You Dao Hai Shui Bian Lan (Swimming Out Till The Sea Turns Blue) People’s Republic of China di Jia Zhang-ke in Prima Mondiale. Il regista sarà ospite dei Talents e vi faremo un resoconto. Rispetto ad altri suoi lavori come ad esempio Still Life in questo caso raggiunge appena la sufficienza (2,5). Infine sempre Fuori concorso al Berlinale Special Gala at Friedrichstadt-Palast un film russo Persian Lessons prodotto anche da Germania / Bielorussia di Vadim Perelman in Prima Mondiale con Nahuel Pérez Biscayart, Lars Eidinger, Jonas Nay, Leonie Benesch, Alexander Beyer, David Schütter, Luisa-Celine Gaffron. Durante la Seconda Guerra (1942) in Francia si consuma l’ennesima trgedia sulla Shoa. Il protagonista per sopravvivere si inventa letteralmente una lingua: il Farsi per accontentare i sogni del nazista (Lars Eidinger) a capo del campo di concentramento. Potrebbe essere una storia significativa ma non raggiunge la sufficienza (2)

Passiamo alla sezione Panorama dove troviamo i film più interessanti, dei quali abbiamo già gustato ieri il film d’apertura LAS MIL Y UNA.

Oggi iniziamo con un thriller che riceve il nostro plauso con un punteggio di 3,25.

Si tratta di Kød & Blod (Wildland) Danimarca di Jeanette Nordahl in Prima Mondiale / Opera Prima

Con Sandra Guldberg Kampp, Sidse Babett Knudsen, Joachim  Fjelstrup, Elliott Crosset Hove, Besir Zeciri

Dopo la morte di sua madre in un incidente stradale, la giovane Ida viene affidata  alla zia. Nella nuova vita con i cugini, una famiglia amorevole, dove presto però  emerge che i familiari sono impegnati in attività criminali. La protagonista ben consapevole di essere finita nella famiglia sbagliata non riesce a distaccarsi da loro. Il dilemma tra etica e amore filiale che ti lascia con il fiato sospeso.

Anche l’altro film parla di famiglia e di ricerca della stessa. Si tratta di  Cidade Pássaro (Shine Your Eyes) Brasile / Francia di Matias Mariani in Prima Mondiale a cui assegnamo il punteggio di 3. Con O. C. Ukeje, Chukwudi Iwuji, Indira Nascimento, Paulo Andre, Ike Barry. Nella famiglia del musicista Amadi suo fratello maggiore Ikenna da sempre ha avuto un posto di rilievo. Per accontentare la madre Amadi si reca dalla Nigeria alla metropoli brasiliana di San Paolo, ma non riesce a trovarlo sebbene molte tracce lo conducano a lui. Cidade Pássaro è un’esplorazione del proprio IO che opera su più livelli. Dalla Mongolia Uisenma Borchu in Prima Mondiale presenta l’ultimo suo lavoro dove una giovane mongola ricerca le sue radici abbandonando le coodità della vita occidentale per trovare l’essenza della vita.

Schwarze Milch (Black Milk) Germania / Mongolia di Uisenma Borchu con

Gunsmaa Tsogzol, Uisenma Borchu, Terbish Demberel, Franz Rogowski. Il popolo mongolo delle infinite steppe si nutre soprattutto di latte. Latte che nelle metropoli occidentali viene usato come prodotto dermatologico. Nel secondo film semi biografico di Uisenma Borchu, una giovane donna sta cercando le sue radici e scopre una sensualità idiosincratica e radicale che trasgredisce non solo le convenzioni mongole ma anche quelle del presunto più liberale Occidente.

Ci ha colpiti nel profondo l’ultimo film che parla di famiglia. Si tratta di Otac (Father) Serbia / Francia / Germania / Croazia / Slovenia / Bosnia e Erzegovina di Srdan Golubović presentato in Prima Mondiale a cui va un ottimo punteggio (3,5). Nikola è appunto un padre al quale per una serie di circostanze vengono sottratti i due figli dai servizi sociali i quali hanno deciso che non era in grado di offrire loro un ambiente di vita dignitoso. La burocrazia e il potere apparentemente prende il sopravvento sull’Umanità. Ma Nikola come un moderno Giacobbe si avvia a piedi per presentare una denuncia a Belgrado. Una storia commovente sulla disuguaglianza.

Dopo tante pellicole vi presentiamo l’altra sezione della Berlinale FORUM nella quale con un po’ di fortuna ci si può imbattere in qualche chicca. Infatti dei cinque film visionati sui 35 del programma due ci sembrano meritevoli di menzione. Il primo con un punteggio sopra la sufficienza (3) è Ping jing (The Calming) dalla Cina di SONG Fang in Prima Mondiale prodotto anche dal regista Jia Zhang-ke. La storia minimalista di un artista cinese Q Xi regista che si reca in Giappone per presentare la sua ultima performance. Per i nostri gusti occidentali la narrazione è lenta, ma lo stesso titolo ci induce a riflettere. Le immagini della metropoli sullo sfondo di un lungo viadotto che attraversa Hong Kong si specchiano sulla baia con il roboante frastuono degli aerei che atterrano sul vicino aeroporto omonimo. La seconda pellicola Oeconomia Germania di Carmen Losmann in Prima Mondiale è un documentario sulla economia mondiale che merita un plauso (voto 2,5) per la narrazione asciutta di un gruppo di giornalisti che si interroga sulla effimera potenza del denaro con immagini Hi-tech a dimostrare la mancanza di anima.

Le altre tre pellicole non superano la prova e si tratta di Gorod usnul (In Deep Sleep) Russia di Maria Ignatenko in Prima Mondiale che è ermetico e diciamo una prova d’autore senza precisi sbocchi (1,5) seguito dall’italiano La casa dell’amore di  Luca Ferri , storia di un trans Bianca con un incipit sulla prostituta salvata dalla lapidazione da Gesù che niente a che vedere con la storia raccontata. Infine da Israele The Viewing Booth di Ra’anan Alexandrowicz una prima internazionale sulla percezione del conflitto arabo israeliano in una coazione a ripetere.

 

Lascia un commento

Top