#UnMondoaParte è un film del 2024 diretto da Riccardo Milani, sceneggiatura di Riccardo Milani e Michele Astori, con: Antonio Albanese e Virginia Raffaele
Sinossi: #UnMondoaParte racconta la storia di Michele Cortese (Antonio Albanese), un maestro delle elementari, che sembra sta per affacciarsi a una nuova vita. Dopo aver insegnato per quarant’anni nella giungla delle scuole romane, l’uomo riesce a farsi assegnare all’Istituto Cesidio Gentile detto Jurico, ovvero una scuola, sita nel Parco Nazionale d’Abruzzo, con un’unica pluriclasse di bambini che vanno dai 7 ai 10 anni.
Aiutato dalla vice-preside Agnese (Virginia Raffaele) e dagli alunni, Michele la sua iniziale inadeguatezza metropolitana e pian piano diventa uno di loro. Quando ogni cosa inizia ad andare per il verso giusto, però, giunge un’orribile notizia: a causa delle poche iscrizioni, la scuola a giugno chiuderà per sempre. È così che Michele, Agnese e i bambini inizieranno una lunga corsa contro il tempo per evitare che questa piccola realtà scolastica smetta di esistere.
Recensione:
Esistono ancora le “isole felici”?
Il fascino dei borghi è soltanto una moda del nostro tempo?
Ci si può abituare al declino di una comunità?
La scuola è ancora l’ultimo baluardo per un piccolo centro?
#UnMondoaParte di Riccardo Milano cerca di dare risposte a questi ed altri interrogativi sulla tenuta sociale, economica e culturale dei piccoli borghi. Utilizzando come “espediente narrativo” la fuga del maestro Michele da Roma dopo trent’anni di insegnamento. L’uomo è stanco e disilluso dalla scuola e dall’inutilità del proprio mestiere.
Riccardo Milani e lo sceneggiatore Fabrizio Astori nello scrivere la partitura del film si sono chiaramente ispirati a due celebri pellicole: #Iosperiamochemelacavo (1992) diretto da Lina Wertmüller con protagonista Paolo Villaggio e #BenvenutialSud (2010) di Luca Miniero con Claudio Bisio.
L’intreccio narrativo si sviluppa su due tematiche principali: la scuola ed il cambiamento esistenziale del protagonista a contatto con gli abitanti del luogo.
#UnMondoaparte ambientato in Abruzzo offre allo spettatore di conoscere ed apprezzare i piccoli borghi e paesaggi nella versione invernale poco noti al grande pubblico.
#UnMondoAparte alterna momenti leggeri ad altri più intensi e seri ma accomunati dallo stesso mood narrativo: vivere tutto l’anno in un piccolo borgo dell’Abruzzo è cosa ben diversa da viverlo da turista durante l’estate o magari in qualche week end d’autunno.
L’inverno non è solamente una stagione dell’anno, ma diventa anche sul piano simbolico le difficoltà e la rassegnazione del popolo abruzzese all’immobilismo ed ineluttabilità di un destino già scritto.
La scuola secondo la visione registica diventa così l’ultimo baluardo, luce o se preferite fonte di calore contro il freddo meteorologico, storico e soprattutto quello dell’ottuso e miope visione politica.
“I numeri parlano chiaro” è una frase che ricorre spesso nei dialoghi dei protagonisti, svilendo la missione educativa della scuola a favore del calcolo economico.
#UnMondoAparte si rivela complessivamente una visione godibile pur avendo alcune criticità a livello di sceneggiatura e limiti registici, quest’ultimi derivanti dal voler tenere insieme troppe cose.
Lo script si rivela così un #frittomisto difficilmente digeribile nonostante la bravura, esperienza e personalità dei due protagonisti principali: Antonio Albanese e Virginia Raffaele.
L’inedita coppia si mostra più naturale e convincente nei passaggi “brillanti” rispetto a quelli più “seri”, che seppure ben interpretati appaiono meno incisivi e coinvolgenti. Invece è decisamente sbagliata, inutile ed inverosimile a livello narrativo ed emozionale la “liaison” d’amore tra i due personaggi, oltre a non aver aggiunto nulla alla storia.
In conclusione #Unmondoaparte è una visione che ti farà amare le bellezze naturali dell’Abruzzo, riscoprire con il sorriso il valore della collettività e soprattutto far comprendere come e quanto sia importante la presenza della scuola anche nei territori più sperduti.
Le tradizioni vanno conservate e protette anche quando tutti dicono e fanno l’opposto, perché “…la montagna fa”.
Vittorio De Agrò (RS)