#BERLINALE 74ma ed. 15/25 febbraio 2024 SPECIALE #17 (DAY 6)

Costanza Quatriglio spalanca la porta di casa del padre allo spettatore mostrando un reporter d’altri tempi

(da Berlino Luigi Noera con la gentile collaborazione di Maria Vittoria Battaglia e Vittorio De Agrò della Redazione RdC– Le foto sono pubblicate per gentile concessione della #BERLINALE)

In Concorso #Pepe un film ambientalista che ci ricorda l’amore per nostra Madre Terra

#Pepe di Nelson Carlos De Los Santos Arias – Repubblica Dominicana / Namibia / Germania / Francia 2024 | WP presentato in #Competition

#Pepe è un ippopotamo che è stato catturato e trasferito in America Latina. Un film sugli animali e per gli animali, ma anche sulla tratta di schiavi dall’Africa al Nuovo Mondo. Africa e America Latina terre del racconto come il film sono indispensabili al Mondo intero!

L’incipit ci fa ascoltare il colloquio delle guardie forestali africane contro il bracconaggio, quindi si passa al famoso cartone animato dell’ippopotamo Pablo e per finire alla morte di Pablo Escobar. Fino a qui tutto chiaro quello che ci aspetta.

Ma andiamo con ordine tutto inizia in Sud Africa nel Rio Kawanga dove una famigliola di ippopotami si trastulla sulle placide acque del fiume. Questa visione bucolica viene improvvisamente interrotta dal rumore assordante degli elicotteri che trasportano alcune casse con dentro appunto gli ippopotami che stanno per essere trasferiti sul Rio Maddalena in Brasile via mare.

In Africa c’è il turismo ambientalista e così la regia ci mostra uno dei tanti pulmini che trasportano turisti alla ricerca degli animali selvaggi come gli ippopotami. Sono tante le leggende vere o false su questi enormi animali che sembrano tranquilli con la loro enorme stazza, ma che in acqua riescono a raggiungere i 50 km!

Il film usa due formati per le riprese: i 4/5 nelle riprese in America Latina e 16/9 per le riprese africane.

Gli ippopotami, figli delle generazioni trasferite in America Latina sono oggigiorno monitorati con telecamere che catturano le visioni notturne dei loro spostamenti.

La voce narrante di questo docu fiction è la voce gutturale dell’ippopotamo con le sue impressioni su quello che lo circonda.

Rio Maddalena dove c’è il nuovo insediamento degli ippopotami si chiama Naples, ma la corrente trasporta lontano gli stessi dal luogo dove sono stati illegalmente trasferiti dal Sud Africa. Ritorna il paragone tra gli ippopotami e Pablo Escobar con immagini suggestive dei due fiumi.

Nella seconda parte irrompe sulla scena il contadino Candeloro con il racconto dell’incontro con l’ippopotamo a sua moglie Betania. Candeloro porta la moglie Betania sul fiume per incontrare il “mostro”. #Pedro è stato trasportato dalla corrente come dicevamo, ma Betania non crede al marito Candeloro cacciandolo da casa. Neanche il responsabile del fiume crede a quanto successo raccontato da Candeloro e dall’amico sul “mostro” avvistato.

Il film termina in una notte di luna piena con #Pepe spossato. E’ il rapporto tra uomo e ambiente e il regno animale dove l’uomo è il predatore. Un film dove il protagonista #Pedro è il vincitore morale.

E’ poi difficile accettare che nella sezione #Encounters venga presentata una storia così marginale. Ci riferiamo a #MattAndMara di Kazik Radwanski | con Deragh Campbell, Matt Johnson, Mounir Al Shami, Emma Healey, Avery Nayman – Canada 2024 | WP

Mara è un insegnante di liceo ed un suo vecchio “amico” a scuola dove è stato incaricato di tenere delle lezioni.

Un film già visto che si basa su ricordi giovanili che riaccendono in Mara un sentimento amoroso.

Qualcuno dice che si tratta di un genere dove gli attori possono liberamente improvvisare su un canovaccio inesistente. E’ un giudizio benevolo perché vediamo la protagonista confusa dalla diversità tra i due amanti. Matt è affascinante ed affermato, mentre il marito è un artista squattrinato e tra l’altro di origini africane.

Cosicchè Mara inizia questa doppia vita con entrambi. Accompagna il marito Matt dal padre infermo, e subito dopo la vediamo fare jogging con la vecchia fiamma.

Addirittura riesce a fare un breve viaggio con l’intraprendente collega dove il dialogo prende il sopparvento alla scrittura del film.

Finalmente lo spettatore esausto assiste al ripensamento di Mara che comprende che il suo posto è accanto al compagno Suaez e a loro figlioletto.

Dai titoli di coda ci accorgiamo che Matt è interpretato da Matt Johnson noto autore in un film decisamente narcisio.

#IlCassettoSegreto di Costanza Quatriglio – Italia / Svizzera 2024 | WP | DOC  che è  stato presentato nella sezione #Forum, terzo film italiano alla #Berlinale.

La regista documentarista mette mano ad un diario intimo del padre giornalista del Giornale di Sicilia, quotidiano cartaceo palermitano.

Con riprese amatoriali di Costanza si scopre una persona puntigliosa (il padre) nel catalogare tutti i viaggi fatti con foto d’epoca. Insomma un tuffo nel passato grazie al padre Giornalista e fotografo eccellente nel Racconto intimo del padre da parte della figlia.

Ma anche registrazioni di interviste uniche con Primo Levi dopo il terremoto del Belice del 1968.

Aprendo adesso la vasta biblioteca e archivio del padre viene fuori una Vita intera dedicata alla cultura e la sua diffusione.

Scopriamo i graffiti di Palazzo Steri (conosciutissimo tra i palermitani) eseguiti dai condannati dal Tribunale dell’Inquisizione grazie anche al sodalizio con l’altro siciliano Leonardo Sciascia.

L’amore per la scrittura del giornalista nell’accumulo di una quantità incredibile di libri (ndr: circa 60.000!) nello spazio di un appartamento. Siamo in Viale delle Magnolie, limitrofo al quartiere Matteotti, dove viene realizzata la Casa dei giornalisti.

A questo punto una mia breve disgressione nostalgica su cosa ha rappresentato per la mia generazione questo quartiere incastonato nella Palermo del boom economico in cui avveniva la scissione tra il ceto medio e il “popolino”. Emozionante rivedere appunto la Palermo del boom economico ma anche dello stravolgimento urbanistico. Una storia dove sono state conservate sotto una magnolia le ceneri del padre che adesso Costanza decide di riesumare insieme all’immenso tesoro del cassetto segreto: macchine da scrivere (anche la mitica Olivetti lettera 22) e le tante macchine fotografiche possedute ed utilizzate dal padre.

Il finale è da cardio palma con Costanza personaggio, ma in realtà il documentario che sembrava aver esaurito riprende vigore perché sono tanti ancora i segreti da svelare!

Tra le quali spicca l’intervista al poeta siciliano Ignazio Buttitta che alla soglia degli ottanta anni consegna il suo testamento spirituale all’amico giornalista.

Anche Adele, la madre di Costanza, prima procuratore donna, ha un posto ragguardevole nell’archivio del padre Giuseppe. C’è anche posto per l’isola di Favignana (ndr: isole Egadi) dove la madre Adele possedeva la casa paterna. Ma anche un tocco di umorismo dei visi sbalorditi dei facchini addetti al trasporto di questo immenso tesoro alla Biblioteca Nazionale di Palermo che debbono fare un ultimo piano a piedi in mancanza dell’ascensore!

Adesso che l’Archivio è stato preso in consegna tutto è compiuto.

La sicilianità pervade tutto il racconto con un modo di fare che non esiste più. Alla narrazione fanno da spalla il montaggio ed il sonoro che vuoi anche per la mia origine siciliana mi hanno commosso.

C’è anche posto per il ricordo del terribile terremoto che nel 1968 colpì la Sicilia Occidentale distruggendo Gibellina. Sulle rovine del paese è stato realizzato il “mostro” opera d’arte controversa. Il padre accorso per documentare la tragedia del 1968 ritrovò in quei luoghi lettere d’amore che la regista come voce narrante ci propone. Il documentario dura poco più di due ore, ma ci stupisce continuamente con gli innumerevoli aneddoti del #IlCassettoSegreto.

Luigi Noera

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