SPECIALE #CANNES75 – 17/28 maggio 2022 #11 (DAY 5)

Due grandi registi a confronto Mungiu vs ÖSTLUND

(da Cannes Luigi Noera e Marina Pavido – Le foto sono pubblicate per gentile concessione del Festival di Cannes)

I riflettori sulle nuove leve ad Un Certain Regard con la star d’eccezione Vicky Krieps già vista in Corsage

Concorso Ufficiale

r.m.n.-mungiu-cannesR.M.N. di Cristian MUNGIU  – Pochi giorni prima di Natale, dopo aver lasciato il lavoro in Germania, Matthias torna nel suo villaggio multietnico della Transilvania. Desidera impegnarsi maggiormente nell’educazione del figlio Rudi, affidato troppo a lungo alle cure della madre Ana, e liberarlo dalle paure irrisolte che lo hanno preso. È preoccupato per il suo vecchio padre, Otto e anche desideroso di vedere la sua ex amante, Csilla. Quando alcuni nuovi operai vengono assunti nella piccola fabbrica gestita da Csilla, la pace della comunità viene turbata, le paure di fondo attanagliano gli adulti e le frustrazioni, i conflitti e le passioni esplodono attraverso la sottile patina di apparente comprensione e calma. (RECENSIONE)

triangle-of-sadness-cannesTRIANGLE OF SADNESS di Ruben ÖSTLUND   -Yaya e Carlsono due modelli e influencer che, appena dopo la fine della Fashion Week, vengono invitati a prendere parte a una crociera su uno yacht di lusso. Durante una cena con il capitano della nave (impersonato da Woody Harrelson) si scatena una tempesta, tra i passeggeri dilaga il panico e, al mattino seguente, i sopravvissuti si ritrovano su un’isola deserta. Sarà qui, dunque, che le differenze di classe verranno annullate, i soldi non avranno più alcun valore e i ruoli si invertiranno. A cosa porterà tutto ciò? (RECENSIONE)

Un Certain Regard

MORE THAN EVER di Emily ATEF

Il rapporto con la vita e la morte è un tema universale e l’autrice prende spunto dall’esperienza vissuta con la propria madre malata terminale.

L’incipit ci mostra una giovane donna depressa dal male che la sta consumando e si rifiuta di reagire, anche se il suo compagno fa di tutto per incoraggiarla ad andare avanti. Lo spunto è una cena con amici, ma Helen si vergigna a farsi vedere con la maschera per l’ossigeno.e preferisce svignarsela. Questo è quello che succede quando non si accetta la Vita che è pure costellata dalla malattia. Sebbene il suo compagno Matthia fa di tutto per Helen il saper di dover morire a breve è inaccettabile. L’essere umano d’altronde rifugge la malattia e la morte come se non fossero parte della nostra Vita.

In anteprima ad Un Certain Regard – dove Krieps ci ha stupitoanche nei panni dell’imperatrice Elisabetta d’Austria in Corsage di Marie Kreutzer – More Than Ever dovrebbe catturare l’attenzione per i panorami tra cui i territori della  Norvegia.

La dottoressa che la segue le da una buona notizia circa le possibilità di trapainto e le suggerisce di conoscere un paziente di recente operato nelle sue stesse condizioni.

Hélène si imbatte nel blog di un malato di cancro norvegese noto come “Mister” e rimane immediatamente colpita sia dal suo atteggiamento concreto che dallo splendido scenario del fiordo dove si affaccia la sua abitazione.

Così inizia iuna corrispondenza con il compagno di sfortuna e decide di incontrarlo in Norvegia nascondendo il tutto al compagno Mathieu.

Infatti con lui le cose non vanno bene perché è difficile che tra un malato ed una persona sana ci possa essere empatia, in un rapporto evidentemente superficiale.

Dopo aver stretto un’amicizia online con Mister, l’unica persona che sembra essere sulla sua lunghezza d’onda, dice a un infelice Mathieu che viaggerà in Norvegia da sola per riconnettersi con se stessa. Così la fatidica frase è “I need space”!

Il film possiede una delicatezza che solo nei cineasta giapponesi è riscontrabile.

In realtà ci si potrebbe amare anche con uno sguardo, e il finale delude, almeno noi, perché anche con le sofferenze la Vita va vissuta.

La scelta di abbondonarla al suo destino per non vederla soffrire la dice tutta sullo stampo del film meramente ideologico.

WAR PONY di Riley KEOUGH e Gina GAMMELL

E’ un opera prima e ne risente indubbiamente la sceneggiatura, anche se il tema trattato riguardo ai nativi d’America ghettizzati nelle riserve è importante .

La vita è dura nella riserva di Pine Ridge nel South Dakota, dove è ambientato il debutto alla regia di Riley Keough e Gina Gammell. I suoi giovani, siano essi scolari o genitori troppo giovani e trascurati da bambinii, fanno scelte costantemente sconsiderate con le loro vite. War Pony, tuttavia, ha alcune sorprese: inizialmente, sembra chiaro dove stia andando questo film, ma invece inaspettatamente i suoi confini narrativi vengono stravolti.

Il film è incentrato su due giovani Oglala e Lakota che crescono nella riserva, un luogo impoverito e molto impegnativo, ma la riserva di Pine Ridge non è solo un luogo di disperazione. C’è onore qui, e filtra attraverso ciò che inizialmente si presenta come circostanze ridotte, vite e destini limitati.

Vogliamo notare che c’è un omaggio a Titanic con la sua celebre canzone.

In definitiva è il riscatto di una comunità impoverita dagli americani che si ribella e depreda i predatori per usare un giuoco di parole.

Fuori Concorso

DIARY OF A FLEETING AFFAIR di Emmanuel MOURET

Una coppia intraprende una storia d’amore primaverile nella commedia romantica tradizionalmente francese di Emmanuel Mouret

Gia dal primo incontro conclusosi con un amplesso lo spettatore sa che ha di fronte il film che desiderava (sic!)

Non è la prima volta che nella cinematografia francese si utilizza l’argomento su un amore senza responsabilità volto al soddisfacimento del puro piacere. Vi ricordate il film “Una relazione privata”? Vi diciamo subito che questa è molto più divertente soprattutto grazie ai due protagonisti che riescono ad essere goffi ma genuini, toccando un nervo scoperto di molti di noi.

Forse i dialoghi sono piuttosto serrati riportando ad una pièce teatrale con momenti di ilarità inimmaginabili.

Il film tuttavia risulta molto delicato, anche nei momenti che si capisce che il “giocattolino” con momenti di alti e bassi.

Ci vorrà un colpo di scena che coinvolga una terza persona che la coppia decide di contattare tramite un servizio online per riavviare la verve comica di Diary of a Fleeting Affair e portarla fino al suo finale agrodolce ampiamente mostrando la storia di due persone che analizzano a fondo una relazione mentre la stanno vivendo.

fumer-fait-tousser-dupieux-cannesSMOKING CAUSES COUGHING di Quentin Dupieux

Fumer fait tousser ci racconta uno sgangherato gruppo di giustizieri che deve salvare il mondo Ogni volta che sta per essere presentato un film di Quentin Dupieux, non si sa mai cosa aspettarsi. Il re del nonsense non ha paura di osare, di inventarsi storie che hanno dell’incredibile. E, a volte, la cosa gli riesce molto bene. Si ride, durante la visione di Fumer fait tousser, ma non troppo. Considerati i ritmi con cui il regista sta lavorando, di certo presto ci capiterà di vedere un prossimo suo lungometraggio. Bisognerà vedere cosa la prossima volta avrà in serbo per noi. (RECENSIONE)

Luigi Noera

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