SPECIALE #VENEZIA78 #19 – 1/11SETTEMBRE 2021: (DAYS 1/ 11) –Biennale College

(da Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido e Annamaria Stramondo e dalla sala WEB Maria Vittoria Battaglia – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Biennale)

La Biennale College raccontata da Maria Vittoria Battaglia dalla Sala WEB

The Cathedral, di Ricky D’Ambrose 3/5

La vita di Jesse, dalla nascita al college, incorniciata dagli avvenimenti salienti della storia americana, viene ripercorsa attraverso i suoi stati d’animo e la sua vita familiare.

Guidati da una voce fuori campo – asettica – lo vediamo crescere anno dopo anno mentre intorno mutano gli affetti e gli avvenimenti storici, i quali perdono totalmente valore offuscati dietro le angosce di un ragazzino.

Disastri naturali, guerre, attentati terroristici sembrano essere solo una flebile eco del dolore esistenziale di Jesse, un dolore intravisto dietro mutismo e occhi spenti ma di cui non veniamo mai resi partecipi.

Un’intuizione delicata che non riesce però a tirare fuori quella complessità che pretende di mettere su schermo. La crescita, dall’infanzia all’adolescenza, sino all’età adulta, dipinta tramite i primi piani sugli occhi sconsolati di chi è testimone di una vita familiare tanto ordinaria quanto disfunzionale è una storia già vista, che ci rimanda inevitabilmente a pluripremiati film di recente realizzazione, ma qui si perde qualcosa per strada. Il bambino, poi ragazzo, sembra vivere in un mondo in cui non esistono coetanei; solo una volta si interfaccia con un’altra bambina, una bambina sanguinante, a sua volta muta e con occhi spenti. A parte questo – insensato – breve incontro Jesse si interfaccia esclusivamente con la propria famiglia e tale relazione lascia lo spettatore continuamente in uno stato d’angoscia, quasi fosse impossibile respirare perché qualcosa accadrà. Tale angoscia rimane però ingiustificata e quel che sembra stia per accadere non accade mai – in effetti non accade nulla. Non vengono dipinte le dinamiche familiari che portano Jesse alla malinconia, non viene espresso il male del bambino nel momento in cui diviene consapevole della morte. Tutto ciò lo respiriamo, viene annunciato, ma mai messo su schermo.

La Santa Piccola, di Silvia Brunelli

Durante una processione del rione la piccola Annaluce salva una colomba che sembrava morta a seguito dello scontro con la statua della Madonna. Da quel momento il parroco, e con lui tutto il rione, si convincono che la piccola sia capace di miracoli.

E mentre la gente si riversa in casa a pregare e chiedere grazie, Linù, il fratello maggiore, sembra essere l’unico rimasto ad affrontare i problemi che, purtroppo, non spariscono miracolosamente.

A tratti commedia a tratti film drammatico La Santa Piccola è la fotografia di una famiglia alle prese con povertà e altri drammi. Una storia per alcuni già scritta, tutta da scrivere per altri, come per Linù, i suoi amici e la sua sorellina Annaluce, cercando di non soccombere al peso di tradizioni e superstizioni.

Un cast giovane e bravissimo, capace di esprimere tutta la profondità richiesta dai personaggi si accompagna a una regia vivace creando un film da non perdere.

Mon Père, Le Diable 3,75/5

Marie, giovane rifugiata africana, si è ricostruita una vita nel Sud della Francia. Apprezzata sul lavoro, amata dagli amici, passa le giornate ad accudire una vecchia insegnante di cucina, a sviluppare la sua passione culinaria e ad uscire con la sua più cara amica e collega.

Tutta questa ordinaria tranquillità si rompe un giorno, al semplice suono di una voce.

Marie conosce quella voce e l’inferno passato quando era ancora solo una dodicenne e che aveva con fatica cacciato nei meandri nella memoria torna con prepotenza in superficie. Non c’è più lo spazio per i sogni, l’amore o l’amicizia: per Marie ora esiste solo l’ossessione della vendetta.

Il continuo contrasto che caratterizza ogni scena del film, tra gli ambienti chiusi sempre scuri e in penombra e la luce delicata e armonica dei paesaggi montani esterni evoca con precisione il contrasto tra la nuova vita dei personaggi e il doloroso passato che si portano dietro:

La macchina da presa indugia sugli occhi dei protagonisti, mostrandone allo spettatore tutta la paura, la rabbia e la sofferenza che stridono nel contrasto con la tranquillità della vita del piccolo villaggio francese.

Maria Vittoria Battaglia

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