#VENEZIA79 – 31/8 -10/9/2022 SPECIALE #3: (DAY 1) Le pillole dal WEB di Maria Vittoria Battaglia

(da Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Maria Vittoria Battaglia, Vittorio De Agrò e Anna Maria Stramondo – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Biennale)

Dalle Giornate degli Autori SELEZIONE UFFICIALE IN CONCORSO

DIRTY, DIFFICULT, DANGEROUS di Wissam Charaf – film di apertura Francia, Italia, Libano, 2022, 101’

Sinossi:

Beirut. Libano. Oggi. Ahmed, un rifugiato siriano, e Mehdia, un’immigrata etiope che lavora come domestica, vivono un amore clandestino fatto di baci furtivi nelle strade di Beirut. Mentre Mehdia cerca di svincolarsi dai suoi datori di lavoro, Ahmed, affetto da una misteriosa malattia, si guadagna da vivere vendendo metalli di riciclo. La loro storia non ha futuro, ma non hanno nulla da perdere. Decidono così di fuggire alla disperata ricerca di una vita migliore. Nel frattempo, le condizioni di Ahmed cominciano a peggiorare.

Il giudizio di Maria Vittoria Battaglia è :2,5/5

Dirty Difficult Dangerous è un film in cui rientra un po’ tutto, la guerra di Siria, l’amore impossibile, la vita di una migrante e di un rifugiato in un paese in crisi, la metamorfosi e un pizzico di irrealtà. C’è tutto, ma sembra che questo tutto non riesca a trovare il giusto spazio.

L’amore ostacolato è solo accennato, in poche scene affettuose e negli sguardi, a volte increduli, a volte di sfida, di Ahmed (Ziad Jallad),  respinto e dal cuore infranto, e nel volto triste di Mehdia (Clara Couturet), intrappolata nella casa in cui lavora e a cui è fatto divieto di amare.

Gli amanti si ritrovano, ma questa sembra essere solo una nota a margine in una storia che prende una direzione diversa; il campo dei profughi siriani, le interviste ai ribelli da parte di giornalisti americani, le ferite delle bombe, gli accenni alle armi chimiche e le testimonianze sulla guerra. Ma non è neanche questa la storia che il film vuole raccontare; Ahmed, il protagonista, diventa improvvisamente un supereroe degno dell’universo americano, con il braccio, ormai completamente argenteo, dotato di una forza sovraumana capace di spezzare anche l’acciaio più duro; ma non è una storia di supereroi quella che il film vuole raccontare.

E così si torna all’inizio, all’amore impossibile tra un rifugiato e una migrante che riesce infine a trionfare. Perchè si sa, anche se percorre giri lunghissimi e incomprensibili, alla fine amor vicit omnia.

Maria Vittoria Battaglia

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