#CANNES 2020: il Festival di Cannes è ad un bivio

Dopo il Discorso di Macron del Lunedì dell’Angelo il Festival di Cannes è ad un bivio:

Non solo Cannes, ma anche Venezia, Locarno sono ad un bivio per non perire. Siccome Cannes è temporalmente il primo dovrà fare il primo passo avanti per il CINEMA.

DA SOLI NON CI SI SALVA

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Macron ha scelto il Lunedì dell’Angelo per rivolgersi ai francesi SUL CORONAVIRUS, COVID-19. Così inizia il suo discorso (leggi testo completo) molto accorato, ma deciso che non da spazio ad interpretazioni, prima dell’11 maggio prossimo la Francia  resta blindata per poi progressivamente veder riaprire gradualmente le attività, ma con l’industria dello spettacolo che deve attendere la metà di luglio:

“Cittadine francesi, cittadini francesi, Cari compatrioti, Stiamo vivendo giorni difficili.  . . .(omissis) . . .

Rapidamente, sarà elaborato un piano specifico per i settori che, come il turismo, il settore alberghiero, la ristorazione, la cultura e gli eventi, saranno a lungo colpiti.  . . . (omissis) . . .

L’11 maggio prossimo, miei cari compatrioti, sarà dunque l’inizio di una nuova fase. Sarà progressiva, le regole potranno essere adattate in funzione dei nostri risultati poiché il primo obiettivo rimane la salute di tutti i francesi. A partire dall’11 maggio, riapriremo progressivamente gli asili, le scuole, le scuole medie e i licei.  . . . (omissis) . . .

I luoghi di aggregazione pubblici, i ristoranti, i caffè e gli alberghi, i cinema, i teatri, i luoghi di spettacolo e i musei rimarranno invece chiusi in questa fase. I grandi festival ed eventi con un pubblico numeroso non potranno svolgersi almeno fino alla metà del prossimo mese di luglio prossimo.  . . .  (omissis) . . .

Miei cari compatrioti, avremo giorni migliori e ritroveremo i Giorni Felici. Ne ho la convinzione. E le virtù che oggi ci permettono di tenere duro, saranno quelle che ci aiuteranno a costruire il futuro, la nostra solidarietà, la nostra fiducia, la nostra volontà. Quindi abbiate cura di voi, prendiamoci cura gli uni degli altri. Noi resisteremo. Viva la Repubblica Viva la Francia”

Quindi è evidente che le date posticipate che si era dato il Festival di Cannes (fine giugno – primi di luglio) non sono più percorribili e quindi si intravede dietro l’angolo la possibilità di una definitiva cancellazione di questa edizione 2020 a meno che Thierry Freamaux e il Consiglio di Amministrazione non trovino una forma diversa.

La comunicazione del Festival di Cannes è giunta puntualmente l’indomani lasciando però ancora qualche spiraglio a “ forme  diverse”:

Comunicato stampa del Festival di Cannes del 14 aprile

In seguito alla dichiarazione del presidente francese, lunedì 13 aprile, abbiamo riconosciuto che il rinvio del 73 ° Festival Internazionale del Cinema di Cannes, inizialmente considerato per la fine di giugno all’inizio di luglio, non è più un’opzione.

È chiaramente difficile presumere che il Festival di Cannes possa svolgersi quest’anno nella sua forma originale.

Tuttavia, da ieri sera abbiamo avviato molte discussioni con professionisti, in Francia e all’estero. Concordano sul fatto che il Festival di Cannes, un pilastro essenziale per l’industria cinematografica, debba esplorare tutte le contingenze che consentono di sostenere l’anno del cinema rendendo Cannes 2020 reale, in un modo o nell’altro.

Quando la crisi sanitaria, la cui risoluzione rimane la priorità di tutti, passa, dovremo ribadire e dimostrare l’importanza del cinema e il ruolo che il suo lavoro, gli artisti, i professionisti, i cinema e il loro pubblico svolgono nella nostra vita. È così che contribuiscono il Festival di Cannes, il Marché du Film e le sezioni parallele (Semaine de la Critique, Quinzaine des Réalisateurs, ACID). Ci impegniamo e desideriamo ringraziare tutti coloro che sono al nostro fianco, funzionari pubblici (Municipio di Cannes, Ministero della Cultura, CNC), membri del settore e i nostri partner.

Tutti sanno che molte incertezze continuano a regnare sulla situazione sanitaria internazionale. Speriamo di essere in grado di comunicare tempestivamente in merito alle forme che prenderà questa Cannes 2020.”

Per ultimo la reazione delle componenti autonome del Festival, ovvero la Semaine de la Critique, la QUINZAINE DES RÉALISATEURS e il Team di ACID, con un comunicato congiunto successivo, hanno annunciato la cancellazione dei loro eventi per il 2020, sebbene in un primo tempo abbiano seguito il metodo attendista del Festival di Cannes:

COMUNICATO STAMPA SEZIONI PARALLELE DEL FESTIVAL DEL FILM DI CANNES

In seguito all’annuncio del presidente francese del 13 aprile che vieta qualsiasi festival fino alla metà di luglio, le sezioni parallele del Festival del cinema di Cannes riconoscono che il rinvio precedentemente considerato a fine giugno / inizio luglio non è più un’opzione. Di conseguenza, la QUINZAINE DES RÉALISATEURS, La Semaine de la Critique e ACID si rammaricano di dover annunciare la cancellazione delle loro edizioni 2020 a Cannes.

La crisi sanitaria che stiamo affrontando attualmente rende impossibile anticipare il corso pratico degli eventi. Tuttavia, al fine di sostenere l’intera industria cinematografica colpita dalle circostanze attuali, ciascuno di noi, in collaborazione con il Festival di Cannes, sta cercando il modo migliore per continuare a sostenere i film selezionati nella edizione 2020.

La QUINZAINE DES RÉALISATEURS, La Semaine de la Critique e il team ACID”

A questo punto ci si chiede quali “forme” siano possibili per Cannes. Innanzitutto va ricordato che sin dall’inizio il Marché du Film si sia dichiarato per una edizione digitale. La soluzione digitale per il Mercato oltre ad essere possibile (i Buyers possono dai loro luoghi visionare i prodotti e discutere a distanza con i Produttori le condizioni economiche etc come fa l’industria in genere) è anche necessaria per non frenare la ripresa della distribuzione alla riapertura delle sale cinematografiche e soprattutto per rientrare dei costi sostenuti che sono ingenti e che servono per poter poi produrre altri film in futuro. Insomma un volano per non distruggere la già martoriata industria cinematografica. Certo  che il Mercato ha pure bisogno del Festival per sostenere la sponsorizzazione e pubblicità presso il grande pubblico che poi è il grande fruitore.

Insomma invertire la distribuzione al grande pubblico prevedendo prima la fruizione sulle piattaforme digitali e dopo sul BIG SCREEN, che comunque mantiene il suo fascino, ha un unico limite ovvero la PIRATERIA. Sarà questa la sfida di tutte le componenti dell’industria cinematografica a cui rispondere per una riscossa dopo la nuova peste.

Questi sono i dati intorno a cui ruotano i dubbi ancora sul Festival di Cannes in versione digitale.

C’è poi la possibilità che finalmente i grandi Festival almeno questa volta si riuniscano sotto un unico sogno: il CINEMA.

Lo diciamo già da qualche tempo ma avere per quest’anno un unico contenitore spostato in avanti in cui Cannes, Locarno, Venezia, Toronto ma anche il Tokyo FF si ritrovino a fronteggiare la sfida e adeguarsi ai tempi per andare avanti.

In fondo lo dicono molti virologhi: come in tutte le avversità della Storia dell’Uomo, siamo ancora qui perché ci siamo adattati, e anche questa volta lo faremo per non estinguerci almeno cinematograficamente che poi vuol dire CULTURA.

Se lo vediamo da un punto di vista ambientalistico citato pure da Papa Francesco: siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo rivedere i nostri comportamenti nei confronti del Creato di cui siamo custodi e non distruttori.

Confidiamo nella buona volontà di Therry Fremaux, Alberto Barbera e gli altri Direttori artistici per trovare una via d’uscita a contrastare il nemico invisibile.

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In una intervista esclusiva a Variety di Elsa Keslassy il direttore artistico conferma la vocazione di Cannes e qualche apertura verso gli altri festival ma non sembra ancora volersi sbilanciare:

“Il cinema e le sue industrie sono minacciati. Dovremo ricostruire, riaffermare la sua importanza con energia, unità e solidarietà ”, afferma Fremaux. Il capo di Cannes rivela anche che ci sono state discussioni in corso con il direttore artistico del Festival del cinema di Venezia, Alberto Barbera, sul “fare qualcosa insieme” se Cannes fosse cancellata, mentre altri festival hanno anche contattato per discutere di partenariati.

E mentre il festival potrebbe assumere una forma diversa quest’anno, Fremaux ha dichiarato che il comitato continuerà a guardare i film presentati fino all’inizio di giugno.

Come abbiamo detto, non ci sarà un festival virtuale perché non avrebbe senso considerando cos’è il Festival di Cannes. E non ci sarà né un festival più breve né uno con meno sezioni. Se si svolge il Festival di Cannes, lo farà in pieno possesso della sua immagine e delle sue risorse. Se avrà luogo, significherà che la vita ha vinto.

Non sarà questa estate, questo è certo. Da lunedì sera, abbiamo (riconosciuto) l’impossibilità di organizzare Cannes a luglio. Oggi è impossibile proiettarci a breve termine: i festival autunnali potrebbero essere cancellati o potremmo iniziare a vedere un cielo più chiaro con l’arrivo dell’estate, dandoci la possibilità di vedere i prossimi mesi da una nuova prospettiva.

Ciò che ognuno e tutti devono capire è che se combattiamo, non è (per) il festival stesso, ma per supportare il rilancio economico dell’intero settore, su scala globale – i film, gli artisti, i professionisti, i teatri e i loro pubblico.

Alla domanda della giornalista se verrà annunciata la selezione ufficiale indipendentemente da ciò che accade – lo stesso ha risposto: Per annunciare una selezione ufficiale con i film, è necessario disporre dell’approvazione dei titolari dei diritti, così vedremo. In ogni caso, stiamo lavorando su diverse ipotesi.

La denominazione “Selezione ufficiale” implica che il festival è organizzato nella sua forma iniziale. Come abbiamo detto, è difficile immaginarlo, ad oggi. Possiamo immaginare un’etichetta di Cannes 2020 che ci consenta di accompagnare e aiutare a promuovere i film che abbiamo visto e che vedremo fino alla fine di giugno. Ci sono bellissimi film che ci arrivano da tutto il mondo; dobbiamo e vogliamo far luce su di loro in modo che possano raggiungere un pubblico quando arriverà il momento (e arriverà) delle loro uscite.

Per quanto riguarda  posticipare il Festival di Cannes alla fine dell’estate o dell’autunno, Therry Fremaux ha aggiunto – In Francia, la fine del blocco inizierà l’11 maggio, vedremo come andrà. Ma se il virus è ancora una minaccia entro l’estate in Europa e negli Stati Uniti, le autorità pubbliche di tutto il mondo non accetteranno la programmazione di eventi di grandi dimensioni per lungo tempo. In Europa, non ci sarà nulla prima di metà luglio; ciò significa che i primi eventi avranno luogo a settembre. Vedremo come saranno organizzati festival come Venezia, Toronto, San Sebastian e Deauville quest’anno.

E tutto dipenderà dalla riapertura dei cinema, che è un problema cruciale. L’impegno di Cannes a favore dei cinema rimane invariato. Dobbiamo aiutarli; prenderà del tempo. Oggi sono nel loro punto più basso, avremo bisogno di supportarli. Le piattaforme sono fiorenti, ma credo che quando la vita ricomincerà, i cinema, i film avranno ruoli chiave da svolgere con il pubblico.

Il Festival di Cannes vuole essere presente in autunno per contribuire a tutto ciò. Il cinema e le sue industrie sono minacciati, dovremo ricostruire, riaffermare la sua importanza con energia, unità e solidarietà.

Infine al nostro auspicio di  un’alleanza di solidarietà con altri festival, come Venezia o con il Lumière Festival a Lione – Therry Fremaux ha risposto:

Come ogni anno, parlo molto con Alberto Barbera, che è lui stesso preoccupato, ovviamente. Dall’inizio della crisi, abbiamo sollevato la possibilità di fare qualcosa insieme se Cannes fosse cancellata. Stiamo continuando a discuterne. Altri festival ci hanno invitato: Locarno, San Sebastian, Deauville. Sono gesti che ci toccano molto. E a Lione, al Lumiere Festival (in ottobre), abbiamo programmato di ospitare una serie di anteprime mondiali come parte del programma.

Infine riguardo al rapporto con i registi che hanno presentato la loro candidatura a Cannes la risposta di Therry Fremaux soggiunge:

Il processo è assolutamente lo stesso del solito: i registi hanno girato dei film, vogliono che vengano visti, vogliono che io li richiami per dare loro un feedback. Per ora, artisti e produttori mi hanno mostrato i loro film normalmente. Li vedremo fino all’inizio di giugno, se necessario. Ma come ogni anno, i cineasti presentano i loro film a diversi festival contemporaneamente. Il dialogo quest’anno è leggermente diverso a causa della crisi. L’incertezza regna ovunque. Cannes rappresenta per molti una sorta di casa comune.”

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