Man in black International di Felix Gary Gray nelle sale – la recensione di Ugo Baistrocchi

Quarto film della saga dei MIB, Man in Black International è un film spettacolare, un ottimo intrattenimento per una famiglia che voglia passare insieme un pomeriggio piacevole e poi concludere la serata da McDonald o con un bel gelato. Politicamente corretto (la protagonista del film è donna e di colore e il capo dei Man in black è una donna, Emma Thompson), impasta in modo sapiente e soft spy-story, action, fantascienza, commedia ed horror (ma appunto soft, senza mai essere splatter). I Man in black, per i pochi che non hanno visto i tre precedenti film o non leggono Martín Mystere (il fumetto), sono un’organizzazione segreta che deve proteggere l’umanità dallo scoprire che viviamo in un universo pieno di razze aliene che frequentano la Terra da sempre, alcune di queste con cattive intenzioni . I MIB dispongono di basi frequentate da alieni (buoni) di ogni forma e aspetto, hanno macchine volanti, armi capaci di affrontare qualsiasi alieno cattivo e apparecchi per neuralizzare, cioè far dimenticare tutto a qualsiasi terrestre che li ha visti in azione o ha incontrato alieni . Il capo dei MIB è Emma Thomson ma la base inglese è diretta da Liam Neeson. La trama di questo episodio, in estrema sintesi e senza rivelare nulla di rilevante, comincia con due distinti prologhi. Nel primo due agenti MIB (uno dei quali è Liam Neeson) devono affrontare l’arrivo di pericolosissimi alieni in cima alla torre Eiffel a Parigi e solo alla fine del film si scoprirà come è andato a finire lo scontro. Nell’altro prologo, una ventina di anni prima, una bambina nasconde e riesce a far scappare un giovanissimo ma pericolosissimo E.T. (appartenente alla razza dei tarantiniani!) ricercato dai MIB che neuralizzano i genitori senza accorgersi della presenza della bambina.. Vent’anni dopo la bambina è divenuta una donna, Molly Wright, che continua cercare di avere conferma dell’esistenza di alieni come quello che ha incontrato e salvato. A New York assiste ad uno sbarco alieno che viene neutralizzato dai MIB e seguendoli riesce ad entrare nella loro base segreta. Benché arrestata riesce a convincere il capo dei MIB, l’agente O (Emma Thompson), che essendo riuscita a trovare da sola la base dei MIB si merita di essere messa alla prova per un eventuale reclutamento. L’agente O si fa convincere (se così non fosse finirebbe il film) e affida a Molly, ribattezzata agente M una missione a Londra. Il capo della filiale di Londra, l’agente H (Liam Neeson), la incarica di incontrare il rampollo di una stirpe reale aliena, Vungus il brutto, assieme all’agente H, indisciplinato ma coraggioso, intraprendente e bello (Chris Hemsworth, il Thor dell’universo Marvel). La strana coppia formata dalla giovane recluta, seria e assennata, e dall’affascinante pasticcione percorrerà tutta la Terra da Marrakesh al golfo di Napoli per concludere il suo viaggio a Parigi con uno scontro finale sulla Torre Eiffel. Tutto questo per recuperare un gioiello appartenente a Vungus il brutto, in realtà un arma pazzesca che al suo interno contiene una stella super concentrata (una nana blu, per i pochi non esperti di astronomia) in grado di emettere un raggio che distrugge qualsiasi alieno e non solo (nel deserto, quando per errore gli parte un colpo, si crea una intera vallata). Nell’assolvimento della loro missione i due agenti MIB dovranno scontrarsi più di una volta con due pericolosissimi killer alieni, interpretati dai Les Twins, i due ballerini gemelli omozigoti francesi, che hanno spopolato nei talent e sui social in Francia e USA. La parte comica del film si regge con molta efficacia sul personaggio di Pawny, un buffo e piccolo alieno, che, rimasto senza regina, diventa il fedele vassallo di Molly e accompagnerà la coppia per tutto il film con le sue battute e i suoi suggerimenti (spesso fondamentali). Come andrà a finire non lo diciamo per non rovinare la “sorpresa”. In mezzo c’è di tutto, inseguimenti nella medina, duelli senza esclusione di colpi, e incontri con l’ex amante dell’agente H, Riza Stavros (Rebecca Ferguson), una bellissima trafficante di armi aliena, abbastanza umana anche se con qualche arto in più . Possiamo solo dire che secondo la migliore tradizione qualche buono si rivelerà cattivo e qualche cattivo in realtà è buono (almeno per la protagonista). Alla fine tutti avranno il loro premio: Molly diventerà un agente operativo dei MIB, gli spettatori di ogni età usciranno dalla sala soddisfatti e tutti saranno pronti a rivedersi tra qualche anno per vivere e godersi una nuova avventura dei Men in black (che probabilmente si chiamerà WIB, Women in Black.
Ugo Baistrocchi 

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