SPECIALE 69ma #BERLINALE #7 – 7/17 FEBBRAIO 2019: (DAY 5 )

(da Berlino Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido- Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Berlinale)

AL GIRO DI BOA ALPER CON LA SUA FAVOLA  METTE UN’IPOTECA SULL’ORSO DELLA BERLINALE, FUORI CONCORSO McKAY CI RACCONTA I POTERI OCCULTI AMERICANI

Il regista Emin Alper distintosi a Venezia due anni fa presenta a Berlino Kiz Kardesler (A Tale of Three Sisters), questa volta ambientato nella dura terra di Anatolia tra le montagne. L’autore molto legato alla sua terra ci racconta la Turchia rurale dove il mondo sembra si sia fermato. Inizia così la sua storia su un aspra stradina di montagna difficile da percorrere. E’ un prologo che ci prepara alla tragedia che si consuma fra le mura domestiche in pietra di una famiglia patriarcale dove tre figli giovani convivono con il padre portando con se il loro fardello di vita vissuta. E’ una tragedia teatrale quella messa in scena dall’autore che ci descrive la vita rurale fatta anche di incontri tra igli anziani  del villaggio attorno ad un fuoco tra gli ulivi. Ogni inquadratura folgora lo spettatore per la semplicità e durezza nello stesso tempo. Era quest oil film che aspettavamo fda qualche giorno?

L’altro film in concorso del canadese Denis Côté ci mostra uno sperduto villaggio del Quebec dove non succede mai nulla. Improvvisamente uno degli abitanti perde la vita in un incidente d’auto inspiegabile. Tutti cominciano a mormorare, a riferire di strane apparizioni come se i fantasmi del passato si aggirassero in luoghi così tranquilli. Répertoire des villes disparues (Ghost Town Anthology) è una piece teatrale che si svolge a cielo aperto tra i paesaggi innevati del Quebec. Una prova di autore tanto legato alla sua terra.

FUORI CONCORSO un film attesissimo Si tratta di Vice di Adam McKay con Cristian Bale e Amy Adams. La storia del Vicepresidente di Bush Dick Cheney che teneva le file del potere americano e le cui conseguenze tutt’ora sono visibili e condizionano la vita dell’occidente. E‘ impressionante la trasformazione fisica a cui si è sottoposto l’attore che recentemente ha commentato che il suo fisico non è più in grado di sopportare questi sconvolgimenti di aumento di peso.

Dalla sezione Panorama un debutto alla regia non male dell‘israeliano Nimrod Eldar che in The Day After I’m Gone ci racconta la tragedia del suo paese tramite una intima storia tra generazioni dei padri che non si curano die figli fintanto che non succeda qualcosa di terribile. Un concenrato di immagini ben confezionato.

Anche oggi breve incursione a Generation Kplus per vedere un piccolo film Daniel fait face (Daniel) della debuttante francese Marine Atlan che ci presenta due adolescenti alle prese con la conoscenza dell’altro in un ambiente scolastico dove avvengono esercitazioni antiterroristiche, prove di danza mentre i due s estraneano dal mondo che li circonda.

Ai TALENTS in una sala gremita ANDRÉ TÉCHINÉ, uno dei registi presente alla Berlinale con alle spalle un curriculum di direttore delle migliori attrici francesi degli ultimi 40 anni, c i ha raccontato il suo esordio nella masterclass ADOLESCENCE: THE CINEMA OF ANDRÉ TÉCHINÉ.

Oltre una ventina di film alle spalle con attrici come Catherine Deneuve (la sua preferita e protagonista nel film presentato alla Berlinale 2019) ma anche Juliette Binoche, Isabelle Huppert e ai suoi esordi l’indimenticabile Jeannue Moreau in Souvenirs d’en France e la stella israeliana Ronit Elkabetz che ci ha lasciato prematuramente, nonchè attori non di meno importanti come Lambert Wilson, Jean-Louis Trintignant, Philippe Noiret, Mathieu Amalric, Gérard Depardieu, solo per citare i più noti. Da solo quest’elenco di stelle del cinema la dice lunga su André Téchiné e si capisce come possa essere un alfiere in questa edizione dei Talentes il cui motto è MISTAKES. Ossia gli sbagli con i quali ognuno di noi cresce.

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Nel Q&A con il critico Peter Cowie assiduo collaboratore delle Master Class della Berlinale è venuta fuori una carriera cinematografica desiderata sin nella adolescenza vissuta nella campagna francese nel rigore della famiglia che lo mise alla prova facendogli frequentare l’accademia dove non solo venne sottoposto a prove di laboratorio nello scrivere recensioni di film, ma anche allo studio di materie più tecniche come la fisica che lo introdussero al mondo della celluloide.  Ricorda apposionatamente la sua esperienza come assistente di Jacques Rivette che  stato l’antisignano della Novelle Vague. Riguardo al suo primo film come regista Paulina s‘en va presentato a Cannes nel 1969 parla della sua particolare verve romantica. I suoi ricordi con le attrici che ha diretto come Juliette Binoche e Isabelle Huppert sono nitidi ed hanno contribuito alla sua crescita professionale.  Nel finale il regista ha puntato l’indice sui Mistakes. Quello da evitare riguarda la scelta dell’attore per ricoprire il ruolo del personaggio della sceneggiatura ed è la fase delicata nella preparazione e realizzazione di un film e quindi è la cosa a cui bisogna porre molto attenzione. Il regista con questo ha dimostrato ancora una volta con quale rigore bisogna avvicinarsi all’arte più bella che è il Cinema, fatto di tanti piccoli dettagli ognuno importante.

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