SPECIALE #RFF13 #08– 18/28 OTTOBRE 2018 (DAYS 7&8): 24&25 ottobre

A metà settimana Viggo Mortesen ci stupisce con la sua gestualità tutta italiana nel film  Green Book di Peter Farrelly

(da Roma Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marino Pavido- Le foto sono pubblicate per gentile concessione di Roma Film Fest)

Lo abbiamo atteso ed è arrivato nella SELEZIONE UFFICIALE il momento di dire: ecco il film per il quale è valsa la pena di andare al cinema!

Ci riferiamo a GREEN BOOK di Peter Farrelly con due grandi interpreti:Viggo Mortensen e Mahershala Ali. In questo road movie ci troviamo catpultati nella New York, anni ’60 dove Tony Lip, di origini italiane dopo aver fatto il buttafuori in locali trova un lavoro particolare: fare l’autista di Don Shirley. Don è un giovane pianista afro-americano che deve intraprendere un tour nel profondo Sud razzista. Tony deve assicurare la presenza in sala dell’artista. E’ il viaggio di due americhe entrambe figlie dell’emigrazione e della emarginazione che poco si conoscono. Ma anche l’incontro tra due strati sociali: quello verace di Tony e quello snob di Don. Ma è anche un ritratto grottesco del profondo sud americano dove è duro a morire il razzismo. Ed appunto il titolo del film prende spunto da una sorta di guida per i viaggiatori di colore dove si elencano i posti dove sono ben accetti. L’interpretazione di Viggo è sorprendente per la gestualità in cui tutti noi ci riconosciamo. Ma anche quella di Mahershala Ali nei panni di Don è statuaria a dimostrazione del lavoro preparatorio che c’è dietro il risultato di questa pellicola.

Tra i documentari presentati in questa poliedrica e poliglotta Festa del Cinema di Roma a conduzione Antonio Monda una collocazione privilegiata è data a buon ragione al francese Mosco Levi Boucault che presenta l’ascesa e la caduta della cosca mafiosa corleonese rappresentata dallo spietato killer e mandante di tanti delitti Totò Riina. Ci riferiamo ai doc CORLEONE IL POTERE ED IL SANGUE e – CORLEONE LA CADUTA. In realtà si tratta di un pezo considerevole della storia italiana dal dopoguerra ad oggi ambientata in Sicilia, terra meravigliosa ma sanguinaria. Terra di conquista dai tempi dei Fenici, che non ha avuto una protezione adeguata anche dalla Repubblica sorta sulle ceneri della dittatura fascista. Come tanti altri documentari andrebbe presentato ai giovani scolari per non dimenticare.

A metà settimana è passato pure il Blockbuster sequel e spy story THE GIRL IN THE SPIDER’S WEB | MILLENNIUM: QUELLO CHE NON UCCIDE di Fede Álvarez. Il film si destreggia tra un inseguimento con le moderne tecniche informatiche, esplosioni in pieno centro di una Stoccolma in questa versione cibernetica del più bello Intrigo a Stoccolma di cui ci siamo nutriti negli anni ’60. Ma da allora il mondo è cambiato e così anche le spy story attuali. Qui si parla di Lisbeth Salander, figura di culto e personaggio principale dell’acclamata serie di libri “Millennium” creata da Stieg Larsson. La bellissima e determinata iconica hacker è interpretata da Claire Foy. La domanda che ci poniamo è sulla opportunità di mischiare vari generi così differenti che in un certo senso disorientano il pubblico festivaliero romano.

Invece HERMANOS del colombiano Pablo Gonzaléz, è un noir in piena regola dove gli ingredienti ci sono tutti. Il buono, il cattivo la donna della perdizione e il vile denaro per il quale due fratelli sono capaci di tutto. Per essere una piccola produzione fa piacere vedere una pellicola così ben confezionata.

Nel film statunitense MONSTERS AND MEN di Reinaldo Marcus Green viene ripreso ancora una volta il tema del razzismo in America che ritroviamo anche in altri film presentati in questa edizione a guida Antonio Monda. John David Washington, figlio d’arte interpreta un poliziotto di colore e la sua crisi di coscienza davanti alla brutalità dei suoi colleghi nei confronti di afroamericani fino all’omicidio. A lui si contrappone un testimone oculare di origine centroamericano che invece non ha dubbi sulla necessità di lottare il razzismo. La presenza di questo argomento in svariati film presentati mostra come la società

americana multietnica non abbia ancora superato la questione razziale.

Dal Messico un film sulla alta borghesia in declino con LAS NIÑAS BIEN | THE GOOD GIRLS di Alejandra Márquez Abella. Film politico che è influenzato dal linguaggio cinematografico nord europeo e non ci convince. Si parla degli anni 80 e della crisi che investi il paese americano e una certa classe dell’alta borghesia frivola. Purtroppo non ha niente a che vedere con il livello cinematografico del grande cinema di Quaron!

Unit stills photography

Ci piaciuto invece il quadro pittorico inglese di STAN & OLLIE di Jon S. Baird, nel quale Steve Coogan e John C. Reillyinterpretano Stan Laurel e Oliver Hardy. Ci viene consegnata dei due comici più amati al mondo la loro parte umana nel rapporto reciproco non solo professionale ma anche di profonda amicizia. Una storia che scorre con inciampi senza mai cadere nell’iconoclastico e ci fa assaporare di più il talento dei due protagonisti ma anche dei loro interpreti.

Nello  spazio TUTTI NE PARLANO, dedicato ad alcuni titoli che arrivano alla Festa del Cinema dopo un sorprendente esordio internazionale un noir ci lascia incollati alla poltrona in sala. Peccato che nel finale la sceneggiatura si sfilaccia nel solito film buonista. Parliamo di DEAD IN A WEEK: OR YOUR MONEY BACK di Tom Edmunds. Poteva essere il film della Festa con il focus al noir invece si è risolto con un finale che vi lasciamo scoprire ma che non convince. Nella tragicomica sceneggiatura il protagonista William, aspirante scrittore suicida si deve confrontare con la vita reale. La vita reale è costituita da un improbabile killer della Associazione Assassini (ndr: su misura) ma anche da una editrice di libri che riconosce il talento dello scrittore. In questa dualità si svolge lo story telling con tanti colpi di scena che però nel finale perde il vigore iniziale.

Per quanto riguarda il gradimento dei film aggiungiamo al documentario FAHRENHEIT 11/9 del cineasta statunitense Michael Moore,  THE OLD MAN & THE GUN di David Lowery anche GREEN BOOK di Peter Farrelly

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