Speciale #ROMAFF12 (DAYS 7&8) 1 e 2 novembre

Dai nove film in concorso in questi due giorni delusioni e ri-scoperte ma anche l’emozionante incontro con Vanessa Redgrave

Ci sembra doveroso iniziare dalle emozioni che ci ha consegnato Vanessa Redgrave icona degli anni di Antonioni con Blow Up e non solo. In una sala Teatro Studio sold out l’icona degli anni 70 e 80 sempre impegnata politicamente in un italiano ha condiviso le sue paure odierne dove vincono I nazionalismi e gli individualism. E’ improprio parlare di MIGRANTI ha soggiunto. Nessuno si sognerebbe di affrontare la morte in mare solo per migrare. La questione riguarda invece la mancanza di libertà di questi esseri umani che affrontano la morte per scappare dalla morte. A terminato commentando che non esiste speranza ma solo la buona volontà di chi accogli l’altro e così facendo salva l’umanità .

I film di fiction che sono passati, eccezione per il secondo film giapponese, gli altri non hanno destato grandi emozioni. Ma ecco il dettaglio.

 ONE OF THESE DAYS di Nadim Tabet, Libano, è un film dal quale ci si aspettava qualcosa di diverso. Eppure racconta la quotidianetà di giovani libanesi che non si curano della guerra incombente. Un racconto di 24 ore su un gruppo di giovani a Beirut che sta vivendo un altro attacco terroristico con manifestazioni in strada e posti di blocco di polizia. Per loro è solo un giorno come un altro. Gli resta la musica, la giovinezza e i loro sogni. Giocano a sedursi, si innamorano e disinnamorano e, così facendo, passano le giornate.

LITTLE CRUSADER di Václav Kadrnka, una coproduzione Repubblica Ceca, Slovacchia e Italia, ci propone una storia antica ma odierna in stile pasoliniano. Un giorno d’estate il piccolo Jan, unico discendente del cavaliere Bořek, indossa la sua armatura da bambino e scappa di casa in cerca della Terra Santa. La solitudine, il vacillare mentre inciampa sulle radici degli alberi e i suoi sforzi per superare la paura del buio, nonostante tutto, sono parte di un’avventura. Non sapendo dove andare, però, presto si perde. Il padre ansioso va in cerca di suo figlio ma ha scarsa fortuna. Incontra persone che hanno visto il bambino, ma arriva sempre troppo tardi.

BIRDS WITHOUT NAMES di Kazuya Shiraishi, film giapponese in versione thriller su una donna che soffre della sindrome della coazione a ripetere. Towako vive con Jinji, un uomo di quindici anni più vecchio, ma non riesce a dimenticare Kurosaki con cui ha rotto otto anni prima. Jinji è un uomo goffo e maleducato per cui lei non prova nulla, ma non sembra importarle molto, dato che lui provvede alle sue necessità con il suo pur basso stipendio. Towako un giorno incontra Mizushima, un uomo con moglie e figli che nei modi le ricorda un po’ Kurosaki. Di qua il film da banale diventa un thriller in un crescendo.

A PRAYER BEFORE DAWN di Jean-Stéphane Sauvaire racconta una storia vera e terribile con uno stile ruvido da ravvibridire. E’ la straordinaria storia di Billy Moore, un giovane pugile inglese rinchiuso per tre anni in una prigione thailandese dove sprofonda in un mondo di droga e di violenza ma, quando le autorità del carcere gli consentono di prendere parte ai tornei di boxe thailandese, Billy il modo per sopravvivere.

LOGAN LUCKY di Steven Soderbergh.  Una storia già vista dei poveri e cattivi che tentano il colpo del secolo ma sono sotto lo sguardo di un perfetto detective che non dà loro tregua. Commedia con tanti colpi di scena e umorismo graffiante.

Dei tre Documentari solo il francese riesce nell’equidistanza. A noi è piaciuto anche quello di Jennifer Lebeau la quale si avvale di Michael Shannon per raccontarci Bobby Dylan nel periodo della sua conversione al cristianesimo nel suo TROUBLE NO MORE. La regista ha spiegato che intenzionalmente non sono riportati i salmi e versetti delle canzoni in quanto nei filmati originali non ci sono e quindi ha voluto rispettare le decisioni di Dylan stesso nella sua essenzialità. Come ogni altro episodio nella vita di Bob Dylan, anche il periodo della sua “rinascita” cristiana, che presumibilmente iniziò con la pubblicazione del disco “Slow Train Coming” (1979) per finire con “Shot of Love” (1981), è stata analizzata all’infinito dalla stampa. Minore attenzione è stata data alla musica che Dylan realizzò in quel periodo. Questo film è composto da alcuni elettrizzanti filmati ripresi durante gli show della seconda parte del tour di Dylan del ’79-’80 (con una straordinaria band composta dal veterano dei Muscle Shoals Spooner Oldham alle tastiere, Fred Tackett dei Little Feat alla chitarra, Tim Drummond al basso e Jim Keltner alla batteria) intervallati da sermoni scritti da Luc Sante e declamati appunto da Shannon. Più della semplice registrazione di alcuni concerti, Trouble No More è un’esperienza totale, almeno per chi ha Fede.

Invece SCOTTY AND THE SECRET HISTORY OF HOLLYWOOD di Matt Tyrnauer affronta il tema della omosessualità mascherata dai Divi Hollywoddiani del dopoguerra sfruttando la intervista a Mr Scotty. Il registra conosce bene i segreti della comunicazione ed inserisce pure alcuni spezzoni di una trasmissione televisiva dove si mette in dubbio la veridicità di quanto sostenuto da Scotty. Ma questo ovviamente all’occhio di uno spettatore medio è la conferma della veridicità del personaggio. Questi nel 1946, dopo essere entrato nel Corpo dei Marines durante la Seconda Guerra Mondiale, arriva a Hollywood. Incredibilmente bello e simpatico, viene immediatamente notato da molte star, con le quali si incontra presso la stazione di servizio nella quale lavora. Scotty inizia ad avere rapporti sessuali con molti personaggi influenti del mondo del cinema, e nel 2012 ha raccontato nel suo libro quali segreti nascondevano tra le lenzuola star del calibro di Cary Grant, Katharine Hepburn, Spencer Tracy, Lana Turner, Ava Gardner e molti altri ancora. Il documentario, in puro stile cinema-vérité, è una storia segreta di Hollywood la quale ha la pecca di essere verità assoluta.

Il terzo doc ha il suo fascino, è MARIA BY CALLAS, IN HER OWN WORDS di Tom Volf,il quale a quarant’anni dalla morte, ci racconta la cantante d’opera Maria Callas. Un documentario ricco di immagini inedite, fotografie, Super8, registrazioni private, lettere e rari filmati d’archivio del dietro le quinte degli spettacoli, per la prima volta a colori. Il racconto di una vita memorabile ricostruito attraverso le parole della Callas e le storie intime dei protagonisti del suo tempo: Onassis, Marilyn Monroe, Alain Delon, Yves Saint-Laurent, J.F. Kennedy, Luchino Visconti, Winston Churchill, Grace Kelly, Liz Taylor e molti altri.

Per le Serie direttamente dalla Berlinale BABYLON BERLIN di Tom Tykwer, Henk Handloegten, Achim von Borries, Germania, della quale vengono proposti I primi due episodi della serie che è ambientata nella Berlino del 1929, dove il commissario Gereon Rath segue il caso di un misterioso omicidio. Attraverso i suoi occhi si percorrono le orme del neonato Nazionalsocialismo, dei ruggenti anni Venti e della Grande Depressione. Ispirato ai bestseller di Volker Kutscher.

 

 

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