Speciale 35mo #TFF TORINO Film Festival – Le recensioni di Marina #9 THE LODGERS (After Hours) – horror in stile irlandese e la riuscita è assicurata

Presentato in anteprima al 35° Torino Film Festival nella sezione After HoursThe Lodgers è un interessante horror diretto dall’irlandese Brian O’Malley.

La storia è quella di Rachel ed Edward, due gemelli appena diventati maggiorenni, che, rimasti orfani diversi anni prima, vivono da soli nella grande villa che da decenni appartiene alla loro famiglia. I loro genitori, così come i loro nonni, i loro bisnonni e via dicendo,erano anch’essi gemelli e, attraverso rapporti incestuosi, hanno dato vita di volta in volta a nuove generazioni, per poi morire suicidi, annegando nel laghetto all’interno del giardino di casa. Desiderosa di una vita propria e di spezzare questa sorta di maledizione di cui insieme al fratello sembra prigioniera, Rachel un giorno farà la conoscenza e si innamorerà del giovane Sean, reduce di guerra che durate il conflitto ha perso una gamba. Solo lui potrà aiutare la ragazza a fuggire ed a sottrarsi, quindi al suo già segnato destino. Bisognerà fare i conti, però, con i fantasmi degli antenati, i quali sembrano contrari a porre fine alla loro stirpe.

Come lo stesso O’Malley ha dichiarato, questo suo riuscito lungometraggio si rifà principalmente ad importanti lavori del passato come The Others – diretto nel 2001 da Alejandro Amenabar – o Miriam si sveglia a mezzanotte, capolavoro del 1983 del compianto Tony Scott. Eppure, data la presenza dei due gemelli – elemento che ben si addice al genere e che, in questo caso specifico, viene ottimamente gestito dallo stesso O’Malley grazie a dettagli dei due fratelli ed a gesti speculari montati in alternanza – immediatamente viene da pensare al bellissimo – ma purtroppo poco conosciuto in Italia – Goodnight Mommy, diretto nel 2014 da Veronika Franz (la signora Seidl, per intenderci) e Severin Fiala.

Sono i due ben caratterizzati protagonisti, la maestosa ma inquietante villa – trattata alla stregua di un vero e proprio coprotagonista – l’elemento dell’acqua come simbolo di morte e di rinascita e le tetre atmosfere che, unitamente ad una sapiente regia e ad uno script pulito e lineare quanto basta, fanno di The Lodgers uno dei più interessanti lungometraggi della suddetta sezione torinese.

E poi, come ogni lavoro di genere che si rispetti, non poteva non mancare anche una (non troppo) velata critica alla società e, soprattutto, un forte (e giustificato) nazionalismo. Particolarmente significativa, a tal proposito, la battuta pronunciata dalla stessa Rachel, quando – nel rivolgersi ad un esattore delle tasse che aveva appena detto di aver affrontato un lungo viaggio dalla terraferma per andare a trovare i ragazzi – ha affermato: “È questa, per noi, la terraferma!”. Simbolo, questo, di una mai sopita rivalità con la vicina Gran Bretagna e, in egual modo, volendo restare in ambito prettamente artistico, della volontà di rivendicare il valore di una cinematografia come quella irlandese che, da anni, non fa che regalarci interessanti e piacevoli sorprese.

Marina Pavido

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