#UnAltroFerragosto di #PaoloVirzi

Visione amara, disillusa, con rari davvero momenti convincenti che strappano comunque una risata malinconica su un Paese bloccato, smemorato e privo di alcuna lungimiranza, prigioniero dei propri difetti. Forza Narrativa ancorata all’Oggi ripegato sull’Ieri!

#UnAltroFerragosto è un film del 2024 diretto da #PaoloVirzi, sceneggiatura di #PaoloVirzi, #FrancescoBruni, #CarloVirzi

Con: Sabrina Ferilli, Laura Morante, Silvio Orlando, Christian De Sica, Vinicio Marchioni, Rocco Papaleo, Liliana Fiorelli, Lorenzo Balducci, Andrea Carpenzano, Gigio Alberti, Silvio Vannucci, Paola Tiziana Cruciani, Anna Ferraioli Ravel

Sinossi: Sono passati quasi trent’anni da quando Sandro Molino e la sua famiglia sono approdati a Ventotene per trascorrere sull’isola le ferie d’agosto e sostenere i loro principi e stile di vita “di sinistra” contro l’arroganza da “nuovi barbari” Mazzalupi, i vicini freschi di vittoria berlusconiana. Il ritorno di entrambi i clan sull’isola è l’occasione per un nuovo confronto e per il ritrovamento di vecchi e nuovi personaggi: Sandro, ora in fin di vita, attaccato a ricordi che di molto lo precedono mentre fa pipì ovunque e non sa più come si chiama il mare; sua moglie Cecilia, che cerca ancora disperatamente l’attenzione del marito; Marisa e Luciana Mazzalupi, ora vedove, che si concentrano l’una sul nuovo compagno Pierluigi, sedicente imprenditore che ha promesso di portarla a Dubai, l’altra sulla figlia Agnese che è diventata l’influencer Sabbry e sta per sposarsi con Cesare, un arrivista con tatuata sul braccio la scritta “Memento audere sempre”.

 

Recensione:

28 anni dopo Paolo Virzì ha deciso di riportare lo spettatore sull’isola di Ventotene, realizzando il sequel del riuscito e celebre #FerieDiFerragosto, facendogli scoprire come e quanto siano cambiate le famiglie Molino e Mazzalupi.

Un ritorno che Paolo Virzì ha motivato durante la conferenza stampa perché ha finalmente sentito l’esigenza di chiudere il cerchio di una storia iniziata nel 1996, quando il primo governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi si era appena insediato con tante aspettative nutrite dagli elettori di sinistra.

La speranza di un cambiamento, l’illusione di poter archiviare l’epoca berlusconiana iniziata nel 1994.

#FerieDiFerragosto fotografò tramite la pancia e mente di un Paese, personificati magistralmente dai protagonisti della “rozza” famiglia Mazzalupi e con quelli progressisti dei Molino.

28 anni dopo, tutto è cambiato. Il Paese ha virato ancora più a destra e non c’è più timore /vergogna nel pronunciare la parola #fascismo.

Ma la spinta decisiva nel realizzare il sequel, ha ammesso sempre Virzì, è stata quella di onorare la scomparsa di Ennio Fantaschini e Pietro Natoli memorabili protagonisti del primo film.

Paolo Virzi con i due sceneggiatori voleva raccontare, descrivere l’involuzione di popolo e l’amara consapevolezza di una sconfitta della sua generazione.

Questi nobili e sentite motivazioni però, a nostro modesto parere, non sono stati sufficienti per giustificare questo sequel.

#UnAltroFerragosto appare un lungo, ripetitivo ed a tratti noioso racconto autoreferenziale del regista e sceneggiatori sugli anni trascorsi, anziché avere un taglio universale e condivisibile.

#UnAltroFerragosto non presenta la stessa verve creativa, forza narrativa ed originalità di #FerieDAgosto, limitandosi a far vedere il cast originale invecchiato e privo di mordente, ripiegato su stesso ed i nuovi innesti ad eccezione delle ottime prove di Anna Ferrarioli Ravel nel ruolo di Sabbry, un ‘apparente e tonta influencer sottomessa agli ordini di Cesare (Marchioni futuro marito fiero nostalgico del ventennio, ma che nel finale dimostrerà di possedere grinta e personalità.  Altrettando meritevole di menzione è la performance di Emmaunela Fanelli nel ruolo dell’ex moglie di Cesare.  Ammiriamo un’inedita Fanelli cattiva e sprezzante, che ci regala il migliore monologo e momento del film riassumendo con poche e sentite parole l’egoismo e menefreghismo in cui è caduta la nostra società.

#UnAltroFerragosto oscilla continuamente tra commedia e dramma, ma senza avere il giusto equilibrio e fluidità di racconto, risultando così essere un ibrido privo di una chiara identità.

Paolo Virzi con l’ambizione di tenere insieme l’amarcord e critica antropologica, scivola dentro un cortocircuito registico e stilistico depotenziando alla lunga l’attenzione e curiosità dello spettatore.

In conclusione #UnAltroFerragosto è una visione amara, disillusa, con rari davvero momenti convincenti che strappano comunque una risata malinconica su un Paese bloccato, smemorato e privo di alcuna lungimiranza, prigioniero dei propri difetti.

NdR: ed è questa la sua Forza Narrativa ancorata all’Oggi ripegato sull’Ieri!

Vittorio De Agrò (RS)

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