SPECIALE #VENEZIA76 #11 – 27 AGOSTO/7 SETTEMBRE 2019: (DAYS 1-8) – dalla nostra inviata Annamaria Stramondo

(da Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido e Annamaria Stramondo- Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Biennale ASAC)

ALL’OTTAVO GIORNO SIAMO IN ATTESA DEI DUE FILM ITALIANI DI MARESCO E SOLLIMA

In attesa che arrivino al Lido gli ultimi due italiani in Concorso le prime emozioni di Annamaria Stramondo che sinteticamente parla di una Mostra adeguata alle aspettative con una incursione alle Giornate degli Autori.

#VE76 CONCORSO

OM DET OÀNDLIGA (ABOUT ENDLESSNESS) di ROY ANDERSSON con Jane-Ege Ferling, Martin Serner, Bengt Bergius, Tatiana Delaunay, Anders J:-tellstréim, Thore Flygel/ Svezia, Germania, Norvegia / 73′

Andersson ripropone l’inimitabile suo stile. Le scene sono quadri che si susseguono lenti ma nitidi, imponendo allo spettatore riflessioni sulla vita.

Commento del regista: La cornucopia è il mitico corno di una capra, ed è ricolma di simboli di ricchezza e abbondanza. Di solito è rappresentata traboccante di prodotti e di frutta di ogni genere: un’abbondanza generosa che, secondo il mito, non diminuisce mai, perché vera e propria rappresentazione dell’inesauribilità infinita. È stato il mito greco a ispirarmi a unire tutte queste scene, tutti questi temi in uno stesso film. Io voglio sottolineare la bellezza di essere vivi e umani, ma per dimostrarlo ci vuole un contrasto, bisogna rivelare anche il lato peggiore. Questo film è sull’infinità dei segni dell’esistenza.

EMA di PABLO LARRAiN con Mariana Di Girolamo, Gael Garcia Bemal / Cile / 102′

Osceno in tutti i sensi Ema è una sequenza initerrotta di rapporti lesbo ed etero da parte della protagonista sempre ferma alla stessa espressione. Un racconto di un adozione fallita e di mille escamotage per ricostruire una famigla in realtà inesistente con soli cinque minuti comprensibili ma al tempo stesso semplicisticamente compressi.

Commento del regista: Una meditazione sul corpo umano, sulla danza e sulla maternità.

MARTIN EDEN di PIETRO MARCELLO con Luca Marinelli, Jessica Cressy, Denise Sardisco, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi, Autilia Ranieri / Italia, Francia / 125′

E’ un film che ha bisogno di decantare per essere giudicato. Pietro Marcello ci mette tutto e di tutto tanto dalle musiche alle ideologie. Ambientare un racconto di London in una Napoli di epoca incerta non è operazione semplice e il protagonisa Luca Marinelli non da il massimo.

Commento del regista: Martin Eden racconta la nostra storia, la storia di chi si è formato non nella famiglia o nella scuola, ma attraverso la cultura incontrata lungo la strada. È il romanzo degli autodidatti, di chi ha creduto nella cultura come strumento di emancipazione e ne è stato, in parte, deluso. Un libro di grande attualità politica, che rivela la capacità di Jack London di vedere le fosche tinte del futuro, le perversioni e i tormenti del ventesimo secolo. Abbiamo immaginato il nostro Martin attraversare il Novecento, o meglio una ‘crasi’, una trasposizione trasognata del secolo, libera da coordinate temporali, ambientata non più nella California del romanzo ma in una Napoli che potrebbe essere una qualsiasi città portuale (non solo) d’Italia.

IL SINDACO DEL RIONE SANITÀ di MARIO MARTONE con Francesco Di Leva, , Massimiliano Gallo, Roberto De Francesco, Adriano Pantaleo, Daniela Ioia, Giuseppe Gaudino / Italia / 115′

Riuscita trasposizione cinematografica da parte di un inedito Martone, di un lavoro teatrale di Eduardo. Gli interpreti e non solo i protagonisti principali, sono il risultato di scelte felici e indovinate.

Commento del regista: Il Sindaco di Eduardo De Filippo, Antonio Barracano, è un uomo di settantacinque anni, il mio ne ha la metà. Un così deciso spostamento d’età del protagonista consente in questo film di mettere il grande testo di Eduardo alla prova della contemporaneità (oggi i boss sono giovanissimi) e di leggerlo come nuovo. Non aspettatevi le illusioni del vecchio Barracano nato nell’Ottocento, che ancora consentivano di tracciare dei confini morali: qui affiora un’umanità feroce, ambigua e dolente, nella quale il bene e il male si confrontano in ogni personaggio e le due città di cui sempre si parla a Napoli (la legalitaria e la criminale) si scontrano in una partita sorprendente.

Joaquin Phoenix

JOKER di TODD PHILLIPS con Joaquin Phoenix, Robert De Niro / USA / 118′

Prezioso Darkfilm per gli appassionati di Batman che trovano un prequel ben costruito con un Arthur Fleck magistarlmente interpretato nella sua folle risata da un mirabile Joaquin Phoenix.

Merita il premio come miglior attore e se la batte con Adam Driver (ndr).

Commento del regista: Mi ha sempre attratto la complessità di Joker e ho pensato che sarebbe stato interessante esplorarne le origini visto che nessuno lo aveva ancora fatto. Parte del suo mistero stava proprio nel non avere un’origine definita, quindi Silver Scott e io ci siamo seduti a scrivere una versione di come poteva essere prima che tutti lo conoscessimo. Abbiamo conservato certi elementi canonici e abbiamo ambientato la storia in una fatiscente Gotham City a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, epoca a cui risalgono alcuni grandi studi di personalità del cinema che amo. L’abbiamo scritta pensando a Joaquin Phoenix perché quando recita è capace di trasformarsi e va sempre fino in fondo. Speriamo di aver creato un personaggio per il quale emozionarsi, per cui parteggiare, fino al punto in cui non sarà più possibile.

THE LAUNDROMAT di STEVEN SODERBERGH con Meryl Streep, Gary Oldman, Antonio Banderas, Jeffrey Wright, Matthias Schoenaerts, James Cromwell, Sharon Stone / USA / 95′

Il film ha portato in Laguna le Star più attese e il regista ha costruito un opera che coniuga serietà e gravità dei fatti reali (scandalo Panama papera) con storie di individui colpiti negli affetti. Quasi inopitatamente allegri Oldman e Banderas fanno da guida alla dolente e caparbia Meryl Streep che lotta contro un intrigo internazionale. Insomma il solito film americano di denuncia (ndr)

#VENEZIA76 FUORI CONCORSO FICTION

VIVERE di FRANCESCA ARCHIBUGI con Micaela Ramazzotti, Adriano Giannini, Massimo Ghini, Marcello Fonte, Roisin O’Donovan, Andrea Calligari / Italia / 103’

Una deludente Archibugi che con Vivere, storia di una famiglia poco credibile negli snoodi del racconto e nello stile interpretativo monotonamente ripetitivo della Ramazzotti. Si salva solo la piccola interprete ma non rimane nulla della preziosità ne delicatezza di Mignon è partita.

Commento della regista: La mia ambizione è annullare la macchina da presa: la storia deve sembrare raccontata da sé stessa. Incalzato da una televisione di qualità sempre maggiore, sembra che il cinema, per avere la legittimità di esistere, debba magnificare la grandezza dello schermo con immagini extra-ordinarie. Sempre più raramente si vedono film di grandiosa semplicità, che sprigionino la complessità dell’esistenza senza averne l’aria. Con un po’ di testardaggine difendo questa idea di cinema. Nessuno rapina, nessuno ammazza, nessuno vola, nessuno muore di overdose. Eppure vivere non fa meno male.

16ma Giornate degli AUTORI

UN DIVAN À TUNIS di Manele Labidi

Commedia gradevole nella quale una giovane psicanalista di origine tunisina ma di formazione francese cerca di portare Freud in quella che sente patria d’origine. Trova ovviamente un contesto difficile a cui resiste. Aggiugiamo che i personagggi divertenti della storia offrono spunti per ridere un po’ e il giocoè fatto.

MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI di Stefano Cipani

Evento speciale delle GdA è la riuscita trasposizione cinematografica di un libro di sucesso. Storia di un adolescente e del fratellino down fragili entrambi ma forti di una famiglia forte, gode di un casta di barvi attori, notissimi alcuni come Gassman e Ragonese, esordienti altri. Un film per famiglie tratto da una storia vera  realizzato con sensibilità dal giovane regista.

AnnaMaria Stramondo

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