SPECIALE #CANNES72 #8 – 14/25 MAGGIO 2019 (DAYS 8&9) – Tarantino torna a Cannes

A 25 anni dal successo di Pulp Fiction Tarantino riesuma una storia dolorosa di Hollywood e Dolan cerca l’ennesima affermazione.

(da Cannes Luigi Noera – Le foto sono pubblicate per gentile concessione del Festival de Cannes)

La classifica aggiornata della critica (fonte SCREEN) dei film in concorso a Cannes vede sempre al primo posto Pedro ALMODÓVAR con DOLOR Y GLORIA (PAIN AND GLORY) 3,3, seguito ex equo da DIAO Yinan con NAN FANG CHE ZHAN DE JU HUI (THE WILD GOOSE LAKE) Cina e Mati DIOP con ATLANTICS 2,8 che ottengono un piccolo stacco su Kleber MENDONÇA FILHO & Juliano DORNELLES con BACURAU 2,6, Ken LOACH con SORRY WE MISSED YOU  2,5 (il quale però sconta la mancata recensione del giornalista di Liberation). Sempre con un punteggio di 2,5 Terrence MALICK A HIDDEN LIFE e Corneliu PORUMBOIU THE WHISTLERS. Agli ultimi posti restano Ladj LY con l’Opera prima  LES MISÉRABLES 2,4, Jessica HAUSNER con LITTLE JOE  2,3 ed infine Jim JARMUSCH con THE DEAD DON’T DIE che ottiene il punteggio più basso di 2,2

Per quello ci riguarda a metà della settimana in attesa del finale tra i film meritevoli dei Palmares si è aggiunto GISAENGCHUNG (PARASITE) del coreano BONG Joon Ho in fondo alla classifica con in testa il film di Pedro ALMODÓVAR con DOLOR Y GLORIA ex equo con A HIDDEN LIFE di Terrence MALICK seguito da Kleber MENDONÇA FILHO & Juliano DORNELLES con BACURAU e DIAO Yinan con THE WILD GOOSE LAKE.

Ma passiamo ai film in Concorso

Nel mezzo della settimana molte le attese in parte ben riposte in tre direttori che sono tanti amati dalla Croisette. Iniziamo dal più giovane Xavier DOLAN che con MATTHIAS AND MAXIME ci presenta una storia di due amici legati sin da piccoli. Ci dispiace dire che nei primi tre quarti della pellicola non succede nulla tranne che una serie di inquadrature dei due protagonisti insieme ai loro amici sempre pronti allo scherzo. L’enfante prodige in questa stucchevole storia tocca i minimi storici anche se negli ultimi venti minuti la storia prende vigore. Come ad esempio il personaggio Maxime interpretato dallo stesso regista in maniera perfetta; Dolan non ha purtroppo superato alcune sue problematiche relative al rapporto con la madre. Basta ricordare il pregevole MOMMY di tutt’altra fattura, sempre alle prese con un rapporto materno permeato dalla dovuta empatia che in quest’ultimo lavoro manca del tutto. Maxime  che non ha superato i contrasti della fanciullezza scappa trasferendosi agli antipodi in Australia. In realtà da noi stessi non possiamo scappare e questo sfugge purtroppo al regista che non incìvia alla platea un messaggio chiaro.

Invece il coreano BONG Joon Ho stupisce con GISAENGCHUNG (PARASITE), surreale narrazione della atavica contrapposizione tra ricchi e poveri. Una famiglia caduta in disgrazia vive nei bassofondi della metropoli arrangiandosi con lavori che non danno futuro. Quando il figlio ottiene l’opportunità di sostituire un suo cugino come insegnante di matematica del rampollo di una facoltosa famiglia il destino sembra essere benigno verso gli ultimi. Da qui parte la scalata del potere con metodi non proprio limpidi fino a sognare addirittura di appropriarsi della fantastica villa dove vive la ricca famiglia. Ma la ricchezza non è tutto. Questi genitori, sebbene facoltosi, infatti hanno problemi relazionali con i due figli a cui sopperiscono i due figli della famiglia povera fingendosi tutore l’uno e psicologa l’altra. Nella sfarzosa villa però ci sono dei segreti che vengono da lontano. In un crescendo che mette in luce la vera indole della regia il film si trasforma in breve tempo in un horror che rimette a posto tutti i tasselli della narrazione. Da rimarcare che ci sono anche riferimenti alla attuale situazione politica della Corea che deve fare i conti con la diaspora del Nord in cui esiste l’unica dittatura comunista che ancora resiste. C’è una speranza salvifica nel finale che vi lasciamo scoprire direttamente in sala.

Dalla Francia OH MERCY! di Arnaud DESPLECHIN delude come era prevedibile con i suoi trascorsi cinematografici. Una storia incentrata in una stazione di polizia parigina alle prese con truffatori, pusher e quanto di più vario offre il crimine. Ed ancora una volta una domanda viene spontanea è: vanno bene i generi, ma non c’erano altre pellicole più meritevoli di essere selezionate?

2488029 – ONCE UPON A TIME IN HOLLYWOOD

Mentre per quanto riguarda l’attesissimo film ONCE UPON A TIME… IN HOLLYWOOD di Quentin TARANTINO di quasi tre ore rigorosamente in 35 mm ci auguriamo di poterlo vedere sabato, giornata dedicata al recupero dei film. Dai nostri colleghi abbiamo pareri contrastanti, anzi che va rivisto, ma il cast stellare ci fa ben sperare.

Nella selezione che ospita i film meritevoli che non hanno trovato spazio nel concorso ufficiale ritroviamo quattro perle tra le quali lo spagnolo O QUE ARDE (A SUN THAT NEVER SETS) di Oliver LAXE sulla questione della emigrazione colpisce il personaggio della vecchia madre sempre pronta a difendere e coprire il figlio che alla fine si scopre essere l’autore degli incendi dolosi. Qualche buco nella sceneggiatura fa perdere vigore all’intera narrazione.

Dall’Ucraina un film su quella terra EVGE di Nariman ALIEV. Come Opera prima sconta qualche imperfezione ma il vigore del giovane regista e dei due protagonisti (padre e figlio) ne fanno una perla per concorrere alla Camera d’Oro. I temi trattati quale il fondamentalismo islamico, l’oppressione da parte dei russi sull’Ucraina ne fanno un portabandiera dei diritti umani, che il regista ha ricordato sono sempre calpestati e contro i quali spende la sua professione di regia. E’ stata anche la volta del secondo film d’animazione in concorso. Il regista francese Lorenzo MATTOTTI è particolarmente ferrato in questo stile di linguaggio cinematografico che mette in scena da uno scritto di Buzzanti LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA. Lo stile asciutto delle figure, degli Orsi, dei soldati e dei due cantastorie nella perfetta tradizione siciliana mettono a nudo le fragilità umane che sono libere di scegliere tra il Bene e il suo opposto.

Infine dell’Opera prima LIU YU TIAN (SUMMER OF CHANGSHA) di ZU Feng vi parleremo nel prossimo articolo.

Un film cult nella sezione speciale Hors Compétition con la presentazione di un masterpiece THE GANGSTER, THE COP, THE DEVIL di LEE Won-Tae del quale riferiremo in un prossimo articolo.

Per quanto riguarda le sezioni a latere con l’ultimo film in concorso del guatemalese César Díaz, Opera prima Nuestras Madres (Our Mothers) si conclude la 58^ Semaine de la critique che ha assegnato i seguenti palmares:

Grand Prix Nespresso a J’AI PERDU MON CORPS (I LOST MY BODY) di Jérémy Clapin

Prix Découverte Leitz Cine du court métrage a SHE RUNS di Qiu Yang

Prix Fondation Louis Roederer de la Révélation Masculine a Ingvar E. Sigurðsson con HVÍTUR, HVÍTUR DAGUR (A WHITE, WHITE DAY) di Hlynur Pálmason

Invece i premi offerti dai partners della Semaine de la Critique sono:

Prix Fondation Gan à la Diffusion aThe Jokers Films, distributore di VIVARIUM di Lorcan Finnegan

Prix SACD a César Díaz autore e scritore di NUESTRAS MADRES (OUR MOTHERS)

Prix Canal + du court métrage a IKKI ILLA MEINT (SANS MAUVAISE INTENTION) di Andrias Høgenni

Dopo la cerimonia di chiusura della Semaine de la Critique dalla Cina Gu Xiaogang ha presentato la sua Opera prima: Chun jiang shui nuan (Dwelling in the Fuchun Mountains). La saga di una famiglia da spunto al regista di condividere la Cina di oggi. In attesa delle olimpiadi del 2022 intere cità vengono demolite e ricostruite, ma in questo sforzo titanico le tradizioni, i rapporti umani tra generazioni non vengono intaccati. Ci sarà un sequel come preannunciato nei titoli di coda.

Infine per Cannes Classics vi segnaliamo un doc e due pellicole restaurate:

Ferid BOUGHEDIR CAMÉRA D’AFRIQUE (20 YEARS OF AFRICAN CINEMA) 1h38

Luis BUÑUEL L’ÂGE D’OR (THE GOLDEN AGE) 1h

Lina WERTMULLER PASQUALINO SETTEBELLEZZE (SEVEN BEAUTIES)

E’ stato poi interessante partecipare alla masterclass della diva cinese ZHANG ZIYI nella sessione RENDEZ-VOUS AVEC condotta da YVES MONTMAYER del quale vi alleghiamo un video dell’incontro.

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