Speciale 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica– venerdì 8 e sabato 9 settembre – DAILY#5

Gran finale con i cineasti del Sol Levante John Woo e Takashi Kitano che chiudono questa poliedrica edizione della Mostra Veneziana con una appendice deludente dalla Francia

dal Lido di Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido – Foto per gentile concessione della Biennale.

Nella penultima giornata della Mostra abbiamo assistito a due film di esordienti francesi o comunque in coproduzione. Il primo della giovane promessa XAVIER LEGRAND che con JUSQU’À LA GARDE analizza da un punto di vista cinematografico in maniera impeccabile il dolore dei figli di separati con un finale allo stesso tempo drammatico e liberatorio, e l’altro della nuova leva ANDREA PALLAORO che con HANNAH  ci racconta sempre del dolore subito dagli adolescenti in famiglie disturbate. Se poi gli abusi vengono dai nonni c’è da inorridire. Ma non solo per il fatto in se ma anche per la mancanza di ogni nesso logico di concatenazione della sceneggiatura che risulta vuota. Se non fosse per la grande interprete Charlotte Rampling e il vuoto attornno a se non si capiscde come sia stato selezionato.

Alberto Barbera ha delegato alle grandi produzioni giapponesi il Gran finale che si svolgerà questa sera con il film fuori concorso TAKESHI KITANO dal titolo  che ci racconta con uno sfolgorio di colori la lotta estenuante della polizia giapponese con la mafia locale degli Yakuzi in un turbinio di sparatorie, inseguimenti nella modernissima metropoli dove si passa da una festa all’altra. Questo è un filone che tanto piace anche da noi. Infatti sempre dal Sol Levante John Woo ha presentato ieri sera dove al posto delle solite mafie ci sono i traffici loschi di una industria farmaceutica molto potente. Il solito investigatore sempre tra inseguimenti addirittura su moto d’acqua, sparatorie, festini in lussuosissimi alberghi di Osaka risolverà più di un caso di omicidio e di maloaffare.

Tornando in Italia sempre fuori concorso uno dei tanti autori partenopei presenti quest’anno con una piece teatrale curata da ANTONIETTA DE LILLO con IL SIGNOR ROTPETER  recensito da Marina Pavido (RECENSIONE) e seguito dal dibattuto ABEL FERRARA che presenta una PIAZZA VITTORIO nella quale molti romani non si riconoscono. Infine sempre fuori concorso MICHAËL R. ROSKAM ha presentato LE FIDÈLE una love story di cui non vi diciamo il finale tra un belloccio di professione bandito ed una bellissima e ricca giovane figlia di un capitano d’industria con la passione per le corse d’auto. Dovendo scegliere i selezionatori gli hanno assegnato a buon ragione un posto fuori concorso.

Anche per Orizzonti le ultime due pellicole. La prima del giovane iraniano ALI ASGARI che con NAPADID SHODAN (DISAPPEARANCE) porta nella selezione l’idea di un suo precedente corto. E’ la triste condizione delle donne iraniane le quali in Iran per le loro scelte dipendono dai padri, dai fratelli dai mariti. Il regista nella Q&A ha spiegato che si tratta della contrapposizione tra la tradizione degli anziani e le giovani generazioni. Ci permettiamo di rilevare che in quel paese la cinematografia ha poco spazio per mettere in evidenza l’assurdo che tra “onorabilità” di una donna e la sua salute si propende per la prima. Ci chiediamo ma il giuramento di Ippocrate vale anche in Iran? Dalla Germania RICK OSTERMANN con KRIEG  ci racconta con uno script doppio l’assurdità di ogni guerra anche privata. Tra montagne isolate delle Alpi si svolge il dramma di un genitore al quale a causa delle guerre, quelle di oggi, gli sono stati strappati gli affetti familiari. Non solo il giovane figlio ma anche la moglie madre caduta in depressione. Peccato che il finale non risulta convincente.

Anche oggi possiamo affermare che i film più belli sono passati nella selezione autonoma a latere dei Venice Days giunta alla 14ma edizione. E così pure per il film vincitore del colombiano JOHNNY HENDRIX HINESTROZA che in CANDELARIA narra la storia di due anziani cubani che vivono, anzi sopravvivono nella Avana di Castro che dopo la caduta del Muro di Berlino subisce una profonda crisi economica. La coppia muore letteralmente di fame ma l’amore ed una video camera li riscatta. Una deliziosa storia dove il cinema entra prepotentemente come un personaggio insieme  ai due protagonisti. Abbiamo poi recuperato dalla selezione un film che racconta la storia meno recente dell’Egitto di Nasser e del Re Farauk prima tramite la storia di una famosa cantante dell’epoca OUM KULTHUM. Il regista SHIRIN NESHAT presenta  infatti LOOKING FOR OUM KULTHUM un film nel film. Ed allora non si tratta solo della condizione della donna nell’Egitto del secolo scorso, ma anche della donna di oggi, in questo caso la regista del film nel film. Corre l’obbligo sottolineare che oltre alla straordinaria voce dell’attrice protagonista un elemento essenziale del film è la fotografia con dei bellisimi giochi di luce e specchi.

Nell’altra sezione autonoma SIC è stato riproposto il film vincitore di quest’anno dell’argentina NATALIA GARAGIOLA che affronta con TEMPORADA DE CAZA il rapporto padre biologico e padre putativo con un giovane che è rimasto orfano della madre. Purtroppo la sceneggiatura ha una struttura per certi versi incomprensibile come altri film di questa selezione.

Passiamo infine alla nostra classifica che vede favoriti in ordine alfabetico:

AI WEIWEI con HUMAN FLOW  Germania, Usa, 140’

GUILLERMO DEL TORO con THE SHAPE OF WATER Usa con una splendida Sally Hawkins

KOREEDA HIROKAZU con SANDOME NO SATSUJIN (THE THIRD MURDER) Giappone, 124’ con gli altrettanti bravi Fukuyama Masaharu, Yakusho Koji, Hirose Suzu

SAMUEL MAOZ con FOXTROT Israele, Germania, Francia, Svizzera, 113’con Lior Ashkenazi, Sarah Adler, Yonatan Shiray

VIVIAN QU – JIA NIAN HUA (ANGELS WEAR WHITE) Cina, Francia, 107’ con due giovani promesse Wen Qi, Zhou Meijun, Shi Ke, Geng Le, Liu Weiwei, Peng Jing

Dai rumors della critica però menzioniamo anche MANETTI BROS. con AMMORE E MALAVITA Italia, al quinto posto e MARTIN MCDONAGH con THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI  Gran Bretagna, 110’ addirittura al primo posto.

Infine chissà se PAOLO VIRZÌ con THE LEISURE SEEKER Italia, otterrà un riconoscimento dalla giuria presieduta dalla attrice statunitense Annette Bening?

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