Speciale 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica– mercoledì 6 e giovedì 7 settembre – DAILY#4

I Manetti e Bros osannati dalla platea, ma dalla Cina arriva Vivian Qu che potrebbe sbaragliare i pronostici con Angels Wear White

dal Lido di Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido – Foto per gentile concessione della Biennale.

Finalmente MEKTOUB, MY LOVE: CANTO UNO un film gioioso colorato e luminoso di ABDELLATIF KECHICHE. Qualcuno ha parlato dei fondi schiena, ma si sono dimenticati della visione agreste commovente. Qualcun altro ha detto troppo lungo, troppe sequenze prolungate e disturbanti. Era proprio questo l’intento dell’autore. Si esce dalla sala storditi dall’orgia di colori. I giovani tunisini si divertono ma in cambio si è perso ogni ritegno. Facendo parte di una trilogia staremo a vedere nei prossimi quale fetta di società tunisina ci racconterà l’autore.

Altro film orgiastico e quello atteso dei MANETTI BROS. – AMMORE E MALAVITA piaciuto ai critici, un pò meno al pubblico in sala.

Invece dalla Cina una coproduzione francese di VIVIAN QU che con JIA NIAN HUA (ANGELS WEAR WHITE) mette a nudo l’emergente società corrotta asiatica nel post comunismo sfrenato. (RECENSIONE) Film molto amato e controverso e siamo curiosi se riuscirà a sbaragliare i pronostici più attendibili. L’icona del film diremmo felliniana della statua di Marylin  sulla spiaggia della metropoli cinese costellata di trafficanti malavitosi è un gran finale speranzoso per un bel film come questo.

Sempre di speranza parla WARWICK THORNTON con il suo Western  SWEET COUNTRY ambientato in Australia del XIX° Secolo dove lo schiavismo era praticato ed il razzismo aveva radici profonde nella popolazione bianca sebbene il potere costituito del Re d’Inghilterra importasse buon esempi di gestione della Giustizia. Sam è il nuovo Zio Tom che cerca riscatto per se e per la sua famiglia ma deve fare i conti con il razzismo tra i più beceri. La location è da mozzafiato con i selvaggi paesaggi del continente Australiano.

Invece Fuori Concorso una storia fuori le righe di FERNANDO LEÓN DE ARANOA che con LOVING PABLO riesamina in forma scanzonata la nascita e decadenza del più spietato dei cartelli colombiani di trafficanti di droga: il famoso Escobar che intrattiene con una famosa giornalista colombiana una relazione a tutti nota. La Penelope Cruz si immedesima in una parte tragica come mai vista. Invece è impacciato dal trucco Javier Bradem nella parte di Escobar. Belle le musiche ed i colori della Colombia.

Sempre dall’America Latina, anzi dall’estremo Nord un doc su JON ALPERT unico giornalista americano sempre al fianco di Fidel Castro per raccontare una dittatura (buona?) che dal 1952 fino alla morte lo ha legato all’isola. In CUBA AND THE CAMERAMAN con gli spezzoni girati dal giornalista viene raccontata la recente storia di Cuba.

Come più volte abbiamo detto quest’anno la selezione Orizzonti prenta la parte migliore della Mostra allargandosi a vari generi e soprattutto ai doc. E’ di NANCY BUIRSKI il documentario  THE RAPE OF RECY TAYLOR che vuole essere un vessillo per tutte quelle donne nere americane stuprate da americani bianchi con la testimonianza dei più stretti parenti della vittima.

E’ invece in forma di fiction dal regista israeliano AMICHAI GREENBERG il film  HA EDUT (THE TESTAMENT)  che con una tecnica filmica personalissima ricorda un eccidio di ebrei avvenuto in Austria alla fine della seconda guerra mondiale. Un delitto quasi cancellato dalla memoria della popolazione di Lensdorf.

Infine SOFIA DJAMA presenta LES BIENHEUREUX  in una coproduzione Francia e Belgio e racconta quanto accade nei paesi dopo la rivoluzione araba con l’incremento del divario tra ricchi e poveri grazie a tre storie di altrettanti adolescenti alle prese con il mondo degli adulti.

Siamo rimasti strabiliati dal corto presentato alle Giornate degli Autori di CLAUDIO SANTAMARIA alla sua prima esperienza di regia con  THE MILLIONAIRS. Una spassosa e tragica storia di come il denaro possa distruggere la vita non lasciando scampo a nessuno. E’ seguito il lungometraggio di FAOUZI BENSAÏDI – VOLUBILIS in una coproduzione Marocco, Francia, dove viene descritta ancora una volta la situazione dei paesi magrebini e le differenze sociali acuitesi dopo la rivoluzione araba in una storia intima e di sopraffazione di una giovane coppia.

Ma ecco la Classifica a ridosso della chiusura della Mostra:

MARTIN MCDONAGH – THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI  Gran Bretagna ex equo

GUILLERMO DEL TORO – THE SHAPE OF WATER Usa

FREDERICK WISEMAN – EX LIBRIS. THE NEW YORK PUBLIC LIBRARY Usa

MANETTI BROS. – AMMORE E MALAVITA  Italia

SAMUEL MAOZ – FOXTROT Israele, Germania, Francia, Svizzera

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