BLADE RUNNER 2049 chiude il cerchio di un percorso intimo di Denis Villeneuve

“Un capolavoro della Storia del Cinema, dove ogni elemento ha saputo comporre lo scenario di un futuro inquietante perché plausibile, dove la tecnologia no è disumana ma troppo umana”. Così Andrea Fornasiero definì nel 1982 (ndr: da MyMovies) l’originale Blade Runner di Ridley Scott il quale oggi dà il suo imprimatur come produttore al sequel firmato Denis Villeneuve in uscita questa settimana in Italia. In realtà il film è la conseguenza di un percorso intimo del regista canadese che ci ha abituato con Arrival a scene estenuanti che costringono lo

SPECIALE #OSCAR 2017 #2 – Arrival di Denis Villeneuve, Canada 2016 , 116’ – la recensione di Simona Noera

Prima di cimentarsi nel sequel di Blade Runner in uscita il prossimo autunno, il regista canadese Denis Villeneuve ha presentato all'ultima Mostra cinematografica di Venezia il suo più recente lavoro, Arrival, uscito da poco nelle sale. Film dalla trama fantascientifica, apoteosi dell' “Omnia vincit amor” come palingenesi di umanità comunicativa ormai perduta, è arrivato a collezionare ben otto candidature Oscar. Ma andiamo con ordine, la trama prende spunto dal pluripremiato racconto di Ted Chiang "Storia della tua vita" e ne ricalca piuttosto fedelmente le dinamiche. Il film non esce molto dal cliché

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