TOLO TOLO: la recensione di Marina Pavido lo assolve!

Attesissimo film per l’anno nuovo dalle controverse recensioni, ma Marina lo assolve!

Nelle sale italiane dal 1° gennaio 2020, Tolo tolo è l’ultimo lungometraggio interpretato da Checco Zalone, in cui il celebre comico pugliese- al secolo Luca Medici – si è anche cimentato per la prima volta con la regia.

E Checco Zalone anche in questo suo Tolo tolo ha preso spunto dai più spinosi temi di attualità per dare vita a una storia tutta sua, in cui non ha paura di osare, di “giocare sporco” o di esagerare con battute e situazioni, al fine di tracciare un affresco della società in cui viviamo il più possibile esaustivo. Ed esagerato quanto basta, ovviamente.

Costretto a fuggire dall’Italia e sommerso dai debiti dopo aver dichiarato il fallimento del proprio ristorante, Checco parte alla volta della Nigeria, al fine di iniziare una nuova vita. Qui, tuttavia, le cose si complicano immediatamente e nel momento in cui il villaggio in cui vive viene attaccato, egli è costretto a fuggire e a intraprendere un lungo cammino – insieme a molti altri migranti – al fine di assicurarsi un futuro migliore.

Particolarmente degno di nota – a tal proposito – proprio il momento in cui, mentre nel villaggio in cui si trova Checco si sa scatenando il putiferio (tra esplosioni e sparatorie), lo stesso è intento a parlare al telefono e a preoccuparsi del fatto che in molti, in Italia, lo stiano cercando a causa dei suoi numerosi debiti.

Un messaggio, questo contenuto in Tolo tolo, che arriva indubbiamente forte e chiaro. E lo fa in modo del tutto naturale, senza inutili buonismi o facili moralismi in cui situazioni del genere possono scadere. E se, in questo suo ultimo lungometraggio, Checco Zalone ha previsto un numero decisamente inferiore di gag rispetto ai suoi precedenti lavori, ecco che una sceneggiatura complessivamente pulita e lineare e bizzarri inserti di animazione stanno a completare l’opera e a far sì che il tutto funzioni. Ma, d’altronde, Checco Zalone, si sa, non delude mai.

Marina Pavido

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