#Locarno70: la Francia predomina in numero e qualità.

La selezione 2017 che consta oltre cinquanta opere inedite è caratterizzata come abbiamo già detto da una presenza massiccia di film d’0ltre Alpe (circa un terzo dei titoli inediti a fronte di una decina di titoli sempre inediti italiani) a rimarcare la crisi che attraversa la cinematografia italiana. Dobbiamo dire che a parte due o tre eccezioni la selezione del 70mo di Locarno non eccelle mentre i i film della sezione indipendente della Settimana della Critica per la loro qualità e argomento hanno richiamato la nostra attenzione. Siamo riusciti a vedere in questo fine settimana oltre venti titoli di cui vi riferiamo nel seguito e come in appresso suddivisi.

Piazza Grande (5 su 16 dei quali 6 francesi e 2 italiani)

Concorso internazionale (6 su 18 dei quali 6 francesi ed uno italiano)

Concorso Cineasti del presente (4 su 8 dei quali 2 italiani)

Signs of Life (2 su 11dei quali uno italiano)

Fuori concorso (4 su 9dei quali 5 francesi ed 2 italiani) lungometraggi+ (1 su 8) corti

Dei precedenti le Opere prime sono (4 su 21+1dei quali 3 francesi e 2 italiani)

Retrospettiva (1 su 33) con un giovanissimo Gregory Peck in Days of Glory

Non siamo invece riusciti a vedere nessuna delle opere della sezione Pardi di domani (27+11) tra medio e corti distinti in Concorso Internazionale e Nazionale.

Della interessante Settimana della Critica abbiamo scelto per Voi oltre la metà dei titoli (4 su 7)che riportiamo in ordine di gradimento:

Favela Olímpica di Samuel Chalard Svizzera (v.o.Portoghese)

Družina (The Family) di Rok Biček Slovenia/Austria (v.o.) Sloveno

Las cinéphilas di María Álvarez Argentina (v.o. Spanolo)

The Poetess di Stefanie Brockhaus, Andreas Wolff Germania/Saudi Arabia(v.o. Arabo)

L’amico Ugo Baistrocchi ha preferito invece più la retrospettiva dedicata a Tourneur (10 su 33)e due film sulla Histoire(s) du cinéma: Cat people di Paul Schrader e 36 fillete di Catherine Breillat in 35mm.

Ecco la sua classifica su Tourneur: Cat people 73′ 35 mm B/N, Jacques Tourneur, le médium (Filmer l’invisible) di Alain Mazars 60′ DCP B/N, Berlin express 87′ 35mm B/N, The leopard man 65′ 35mm B/N, Circle of danger 86′ 35mm B/N, Easy living 77′ 35mm B/N, Toto 80′ 35mm B/N, Timbuktu 92′ 16mm B/N, I Corti di Jaques Tourneur, Tout ça ne vaut  pas l’amour 87′ 35mm B/N

Nelle varie sezioni i francesi ci sono sembrati nettamente favoriti per la qualità offerta ed in particolare.

Per la selezione di Piazza Grande del Premio del Pubblico (5) abbiamo preferito CHIEN di Samuel Benchetrit Francia/Belgio – 2017 – 87’ Prima mondiale. Una paradossale storia di un un moderno Giobbe interpretato da Vincent Macaigne alle prese con la sua ex (Vanessa Paradis) ed un diabolico Bouli Lanners, addestratore di cani che lo sottomette come un animale. Un finale imprevedibile lo vede nel ruolo che più gli si addice, dopo aver perso moglie, figli e il lavoro. Sarà solo nella sua mente o sarà realtà? Una parodia sui valori umani che si rivolgono sempre più alla razza canina umanizzandola. Al secondo posto WHAT HAPPENED TO MONDAY? di Tommy Wirkola Gran Bretagna – 2017 – 123’ Prima mondiale Un Noir un Fantasy nello stesso tempo di un nonno (Willem Dafoe) e delle sue sette nipoti nascoste ai nuovi poteri dell’Ordine Mondiale. Gli altri interpreti sono Noomi Rapace, Glenn Close, Robert Wagner in una storia all’ultimo respiro. Invece al terzo posto GOOD TIME di Ben Safdie, Joshua Safdie Stati Uniti – 2017 – 100’ Il film è passato a Cannes i fratelli Safdie insistono su storie degli ultimi della grande Mela. Questa volta però non riescono nel loro intento mandando allo sbaraglio Robert Pattinson e gli altri interpreti Jennifer Jason Leigh, Barkhad Abdi, Ben Safdie, Buddy Duress, Lucas Elliot Eberl, Phil Cappadora, Souleymane Sy Savane. Segue ATOMIC BLONDE di David Leitch Stati Uniti – 2017 – 115’ Charlize Theron nei panni di una James Bond al femminile dve districarsi in una Berlino ancora divisa. Film da grande pubblico che però scimmiotta la spia più famosa del mondo. Glia ltri interpreti sono James McAvoy, John Goodman, Eddie Marsan, Sofia Boutella, Toby Jones, Til Schweiger, Bill Skarsgård, James Faulkner, Jóhannes Haukur Jóhannesson, Roland Møller, Sam Hargrave. Infine il film più brutto. Ci riferiamo a SPARRING di Samuel Jouy Francia – 2017 – 95’ Prima mondiale, opera prima, dove il grande attore francese  Mathieu Kassovitz si suicida dal punto di vista artistico e questo ci dispiace. Una storia ordinaria di un pugile che ha collezionato più sconfitte che vittorie e che vuole riscattarsi davanti alla famiglia. Tra glia ltri nel cast Olivia Merilahti, Billie Blain, Souleymane M’Baye, Lyes Salem, Tomy LEconte, Ali Labidi, David Saracino, Yves Alfonso, Alban Lenoir, Malik Bine, Zakarya Gouram, Jolente De Keersmaeker.

Al nostro amico Ugo Baistrocchi sono piaciuti invece dei cinque film visti in ordine di gradimento: Demain et tous l’autres jours di Noemie Llovsky, Lola pater di Nadir Moknèche, Amori che non sanno stare al mondo di Cristina Comencini, What happened to Monday? di Tommy Wirkola.

Ma passiamo al Concorso internazionale (6) dove abbiamo tanto amato dalla Francia 9 DOIGTS di F.J. Ossang Francia – 2017 – 99’ Prima mondiale. Un film hichicockiano che attraversa i vari generi del cinema stupefacendo lo spettatore tra crime story, spy story e fantastic story. Il cast formato da Paul Hamy, Damien Bonnard, Pascal Greggory, Gaspard Ulliel, Lisa Hartmann, Alexis Manenti è di tutto rispetto. Sempre dalla Francia MADAME HYDE di Serge Bozon Francia/Belgio – 2017 – 95’ Prima mondiale con una grande interpretazione di Isabelle Huppert che merita l’Oscar per la sua poliedricità ai personaggi che ultimamente ha interpretato. La accompagnano nella sua avventura nei panni di una insegnante Romain Duris e José Garcia. Non è la prima volta che ci imbattiamo in un film dall’umor graffiante proveniente dalla Palestina. E’ il caso di WAJIB (Duty) di Annemarie Jacir Palestina/Francia/Germania/Colombia/Norvegia/Qatar/UAE – 2017 – 96’ Prima mondiale dove viene messo a nudo il rapporto tra due generazioni che vivono esperienze diverse. Un figlio espatriato in Italia che ha messo da parte le usanze arabe, un padre abbarbicato alle tradizioni che lo costringe a comportarsi tradizionalmente. Sullo sfondo una città di Nazareth caotica e qualche omaggio alle musiche pop anni ’70 questo road movie per le strade della cittadina palestinese. I due protagonisti sono Mohammad Bakri, Saleh Bakri. Per essere un opera prima CHARLESTON di Andreï Cretulescu Romania/Francia – 2017 – 119’ Prima mondiale, non c’è male in questo noir grottesco con colpi di scena e dettagli che distraggono lo spettatore incline a tifare per lo sfigato. In realtà i due protagonisti si contendono entrambi il posto d’onore. A dimostrazione che il cinema rumeno è effervescente. Il nutrito cast di attori con i protagonisti Serban Pavlu, Radu Iacoban ed a seguire Ana Ularu, Victor Rebengiuc, Adrian Titieni, Dorian Boguta, Ana Ciontea, Gabriela Popescu, Gavril Patru ci intrattengono in questo nuovo genere di commedia. Nello stile asettico GOLIATH di Dominik Locher Svizzera – 2017 – 85’ Prima mondiale, ci racconta una paternità e maternità precoce che mette a dura prova lo spettatore. I protagonisti sono due giovani che vivono questa esperienza in maniera infantile e debbono affrontare il tema tanto delicato dell’aborto. La sceneggiatura ha tante lacune soprattutto nel finale. Nel cast Sven Schelker, Jasna Fritzi Bauer, José Barros, Michael Neuenschwander, Isabelle Menke, Bettina Stucky, Annina Euling, Tim Bettermann, Lisa Brühlmann, Anna Schinz, Adrian Furrer. Ed infine il doc GOOD LUCK di Ben Russell Francia/Germania – 2017 – 143’ Prima mondiale – con un argomento ed una trama studiata a tavolino che non lascia spazio. La prima parte che si svolge in una miniera serba sotterranea dove la regia ci conduce e ci fa vivere nello spazio ristretto dei cunicoli a quattrocento metri sotto terra. La seconda in una zona subtropicale dove viene estratto illegalmente l’oro. La prima parte convince, la seconda meno.

Il collega Ugo Baistrocchi ha invece visto in ordine di gradimento: Lucky di John Carrol Lynch, Charleston di Andrei Cretulescu, Madame Hyde di Serge Bozon, La telenovela errante di Raúl Ruiz, Valeria Sarmiento, Goliath di Dominik Locher, Gemini di Aaron Katz ed infine Good luck di Ben Russell.

Dal Concorso Cineasti del presente (4) proponiamo il delizioso SEVERINA di Felipe Hirsch Brasile/Uruguay – 2017 – 103’ Prima mondiale con Javier Drolas, Carla Quevedo, Alejandro Awada, Alfredo Castro, Daniel Hendler un inno alla scrittura, al mondo dei libri all’amore incondizionato con uno stile incisivo e la speciale partecipazione di Alfredo Castro che interpreta la controversa figura paterna. Dall’Asia un delicato film sul rapporto di una giovane coppia con le loro rispettive famiglie. La contrapposizione del mondo contadino della famiglia di lui con il mondo delle metropoli dove vivono i genitori di lei. Si tratta di CHO-HAENG (The First Lap) di KIM Dae-hwan Corea del Sud – 2017 – 101’ Prima internazionale, con CHO Hyun-chul, KIM Sae-byuk. I due protagonisti si recano dalle rispettive famiglie per conoscerle e presentarsi ma la diversità fra i due mondi non intacca la loro relazione. In coproduzione il poetico ed onirico METEORLAR di Gürcan Keltek Paesi Bassi/Turchia – 2017 – 81’ Prima mondiale, opera prima che ci presenta una zona sotto i riflettori della Turchia nei territori del Kurdistan. Infine l’italiano EASY di Andrea Magnani Italia/Ucraina – 2017 – 91’ Prima mondiale, opera prima con Nicola Nocella, Libero De Rienzo, Barbara Bouchet, Ostap Stupka, Veronika Shostak, Orest Garda che non convince nella struttura narrativa tra gag varie non proprio originali.

Per l’amico Ugo Baistrocchi la sua lista di gradimento pone al primo posto Person to person di Dustin Guy Defa, seguito da Severina di Felipe Hirsch ed infine Easy di Andrea Magnani concordando con noi nell’inconsistenza del film italiano.

Una delle novità di questa edizione sono stati i premi riservati alla sezione Signs of Life (2) dove sono presentate opere che utilizzano linguaggi innovativi. Abbiamo visto due film entrambi meritevoli il primo ERA UMA VEZ BRASÍLIA di Adirley Queirós Brasile/Portogallo – 2017 – 100’ Prima mondiale con Wellington Abreu, Andreia Vieira, Marquim do Tropa, Franklin Ferreira ci racconta in forma di fantasy la condizione politica nel continente sud americano, il secondo ci riporta indietro nel tempo e nella storia della Romania per comprendere cosa sia la Romania di oggi. ȚARA MOARTĂ (The Dead Nation) di Radu Jude Romania – 2017 –   Prima internazionale DOC attraverso la presentazione di foto d’epoca dello studio fotografico Splendid incentrate sulla shoa in Romania durante il nazifascismo.

Infine una rapida carrellata sui film Fuori concorso (4) dove primeggia GRANDEUR ET DÉCADENCE D’UN PETIT COMMERCE DE CINÉMA di Jean-Luc Godard copia restaurata Francia/Svizzera – 1986 – 92’ con Jean-Pierre Mocky, Marie Valera, Jean-Pierre Léaud, che mette in evidenza la natura dell’amico estroso Bazin al limite della paranoia. C’è poi NOTHINGWOOD di Sonia Kronlund Francia/Germania – 2017 – 85’ visto a Cannes che ci mostra una inedita industria cinematografica in Afganistan. Anche NAZIDANIE di Boris Yukhananov, Aleksandr Shein Russia – 2017 – 148’ Prima mondiale documentario sul mondo del Calcio e sul mondo dell’informazione all’epoca della globalizzazione, che pecca però di lunghezza. Infine poniamo il documentario IBI di Andrea Segre Italia – 2017 – 64’ Prima mondiale, che sebbene ci racconti una storia di integrazione in questi tempi di emigrazione epocali non ha originalità nel linguaggio. I protagonisti della storia sono se stessi: Ibitocho Sehounbiatou, Salami Taiwo, Mimma D’Amico, Fabio Basile, Giampaolo Mosca, Gian Luca Castaldi, Prosper Doe. Invece ci è tanto piaciuto il documentario italiano selezionato fra i  Shorts (1) GRANMA di Alfie Nze, Daniele Gaglianone – Italia – 2017 – 35’, che in maniera originale ci racconta una tra le tante storie di fuga dalla povertà e dalla guerra del Continente africano verso l’Europa.

Per l’amico Ugo Baistrocchi tra i film Fuori concorso (5) visti merita il primo posto Nous sommes jeunes et nos jours son longs di Léa Forest seguito dai corti Per una rosa di Marco Bellocchio, Pietra tenera di Aurélie Mertenat e Scaffold di Kazik Radwanski  ed infine il lungometraggio Prototype di Blake Williams in 3D.

Dei Film citati quelli candidati allo Swatch First Feature Award (4)sono in ordine di gradimento:

METEORLAR di Gürcan Keltek (Concorso Cineasti del presente)

CHARLESTON di Andreï Crețulescu (Concorso internazionale)

EASY di Andrea Magnani (Concorso Cineasti del presente)

SPARRING di Samuel Jouy (Piazza Grande)

Mentre per l’amico Ufo Baistrocchi la sua classifica contempla:

Lucky di John Carrol Lynch (Concorso internazionale)

Nous sommes jeunes et nos jours son longs di Léa Forest (Fuori concorso)

CHARLESTON di Andreï Crețulescu (Concorso internazionale)

EASY di Andrea Magnani (Concorso Cineasti del presente)

Come abbiamo detto le perle cinematografiche di questa edizione si limitano a pochi titolo mentre nella sezione indipendente della Settimana della Critica sono concentrate le opere più meritevoli sia per linguaggio che per originalità. Al primo posto il documentario sulle olimpiadi brasiliane del 2016 Favela Olímpica di Samuel Chalard Svizzera (v.o.Portoghese), seguito dal documentario intimo Družina (The Family) di Rok Biček Slovenia/Austria (v.o. Sloveno), girato in oltre un decennio con al centro la piccola Nia e i suoi precoci genitori. Dopo tante controversie il suo giovanissimo genitore rinuncia alla patria podestà. Ma anche l’omaggio ag tutti gli amanti del Cinema : Las cinéphilas di María Álvarez Argentina (v.o. Spanolo) in un escursus di sette cinefile dove ognuno di noi si può riconoscere con i propri pregi e difetti. Ed infine la storia di emancipazione nell’Arabia Saudita The Poetess di Stefanie Brockhaus, Andreas Wolff Germania/Saudi Arabia(v.o. Arabo) per rompere la tradizione che vede le donne poste in condizione di inferiorità rispetto all’uomo.

Adesso non resta che attendere il verdetto delle Giurie delle varie sezioni.

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