Speciale 69FF Locarno: a due giorni dall’inizio dopo Bud Spencer è la volta della serie TV GOTTHARD

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Ieri un primo assaggio di festival con la proiezione del film che incoronò il duo Terence Hill e Bud Spencer nel nuovo genere. Domani invece lo sguardo in prima mondiale della fortunata coproduzione tra Svizzera, Germania e Repubblica Ceca dal titolo GOTTHARD. Ma veniamo alle novità di quest’anno che sono sintetizzate così dal Direttore artistico Carlo Chatrian: “Dedico a Michael Cimino e Abbas Kiarostami quest’edizione. Non solo come ringraziamento per le emozioni che hanno regalato al pubblico del Festival, ma anche perché rappresentano quel cinema che a Locarno è di casa. Cinema che legge la realtà e la trasfigura, cinema che non ha paura di pensarsi grande anche quando affronta storie che “piccole” non sono mai, cinema che usa tutta la scala di tonalità, dal campo largo al primissimo piano. Cinema che arriva come un soffio di vento e ti porta via con sé”. In omaggio a Abbas Kiarostami viene presentato postumo il suo laboratorio a Cuba: 7 cortometraggi che dialogano con l’ultimo lavoro realizzato dal grande regista da poco scomparso. Nel concorso internazionale sono presenti registi che vengono dall’Egitto, dalla Tailandia, dalla Bulgaria e dal Portogallo, dall’Argentina e dagli Stati Uniti con la medesima caratteristica che i loro protagonisti sono tutti in movimento. Come spinti da un vento che alita dentro di loro, si muovono da un capo all’altro di un continente come nella geniale “rivisitazione shakesperiana” proposta da Piñeiro, o senza requie tra le pieghe di una città come Marija nell’omonimo film. Si muovono, loro malgrado, nel tempo, come accade all’ornitologo di João Pedro Rodrigues o alla madre descritta da Milagros Mumenthaler. Si muovono anche quando il film è racchiuso in un luogo: è il caso delle splendide carrellate che assecondano i percorsi di seduzione disegnati da Yousry Nasrallah. E quando sono immobilizzati in un ospedale è il letto con il suo occupante a muoversi come in Scarred Hearts. E si domanda Il Direttore artistico: “Che cosa racconta quest’irrequietezza? Forse il desiderio di vedere le cose e le persone da un altro punto di vista, la sensazione che un movimento è necessario quando il presente non si accorda ai nostri desideri. Quindi sono film erranti quelli scelti per l’edizione 69, film che ricercano il proprio soggetto andando a scandagliare il passato come accade nell’affascinante ritratto proposto da Anocha Suwichakornpong”. Lo stesso accade nel programma della Piazza Grande e delle altre sezioni. Film

che indagano l’attualità, come ad esempio il percorso di radicalizzazione islamica in Le ciel attendra oppure la Storia nelle sue tracce più note sull’esilio in America latina di Stefan Zweig in Von der Morgenröte o in quelle destinate all’oblio come la scomparsa di un poeta indonesiano sotto il regime di Suharto in Solo, Solitude. La Piazza Grande oltre ai due prefestival prevede 16 titoli. di cui due dedicati alla storia del cinema. Vi figurano attesi blockbuster e film d’autore, opere prime e altre di registi affermati. C’è anche il ritorno di Ken Loach Palma d’oro 2016 e la grandiosa messa in scena concepita da

Ashutosh Gowariker nel suo Mohenjo Daro, film che chiuderà la 69 edizione.

Il Concorso internazionale comprende 17 opere, tutte in prima mondiale. Di queste ben otto vedono la presenza di registe dietro la macchina da presa, se non siamo alla parità, poco ci manca. Ci sono poi artisti più volte invitati e cari al festival come João Pedro Rodrigues, Tizza Covi e Rainer Frimmel, Matías Piñeiro, Yousry Nasrallah e giovani registi che sono stati lanciati dal Festival di Locarno come Mumenthaler e Tomita, ma anche altri autori di cui il Festival ha seguito con attenzione il percorso come Ropert, Jude, Schanelec, Azevedo Gomes e altri scoperti nel corso della selezione come Matuszyńsk, Kristina Grozeva e Petar Valchanov, Koch, Petrova, Suwichakornpong.
La sezione Fuori concorso accoglie film che si pongono ognuno come un piccolo evento. Lo sono a vario titolo l’opera prima italiana L’amatore – ritratto di un architetto milanese del ventennio fascista attraverso i suoi archivi privati e grande narrazione orchestrata dalla penna di Antonio Scurati – il toccante documentario di Valeria Bruni Tedeschi e Yann Coridian Une jeune fille de 90 ans, o lo straziante film testimonianza, La natura delle cose.

Ma passiamo alla composizione della giuria del Concorso internazionale con Presidente il regista messicano Arturo Ripstein, assistito da Kate Moran, attrice (Francia/Stati Uniti), Rafi Pitts, regista (Iran), Rodrigo Teixeira, produttore (Brasile) e WANG Bing, regista (Cina). Invece la giuria del Concorso Cineasti del presente è presieduta da Dario

Argento, coadiuvato dalla attrice greca Angeliki Papoulia, Antonin Peretjatko, regista (Francia), Cornelia Seitler, produttrice (Svizzera) e da Sean Price Williams, direttore della fotografia (Stati Uniti).

La sezione Pardi di domani ha come presidente di giuria il regista tedesco Edgar Reitz, e come

membri l’attrice spagnola Marian Álvarez, Julie Corman, produttrice (Stati Uniti), Shahrbanoo Sadat, regista (Afghanistan) e il regista svizzero Nicolas Steiner.

Infine la giuria First Feature è composta da Jonathan Romney, critico (Regno Unito), Ryan Werner, programmatore e film marketer (Stati Uniti) e Chus Martínez, curatrice (Spagna).
Quest’anno il Pardo d’onore Swisscom è andato a Alejandro Jodorowsky del quale verrà proiettata una nutrita rassegna tra cui LA DANZA DE LA REALIDAD del 2013, LA MONTAÑA SAGRADA del 1973, il nuovo film POESÍA SIN FIN di quest’anno e SANTA SANGRE ddel 1989.
Con la Retrospettiva dedicata al cinema della giovane Repubblica Federale Tedesca del dopoguerra il Festival del film Locarno torna a volgere il suo sguardo verso una cinematografia vicina. Il programma si pone il compito di portare a nuova luce una produzione cinematografica di grande interesse, tanto per i suoi aspetti culturali e le sue modalità produttive quanto per i valori delle singole opere.
L’attrice e cantante franco-britannica Jane Birkin voce, volto ed eleganza

trasgressiva degli anni sessanta, sarà protagonista della 69a edizione del Festival del film Locarno su quella Piazza che nove anni fa (2007) omaggiò Michelangelo Antonioni, uno dei maestri con cui ha lavorato, ricevendo il premio alla carriera. Così ha commentato Carlo Chatrian, Direttore artistico del Festival: “Sono molto contento di premiare la carriera straordinaria di un’attrice come Jane Birkin, che ha attraversato la storia del cinema moderno con una traiettoria che non ha eguali. Capace di incendiare i fotogrammi con la sua presenza, di declinare il termine seduzione in un senso originale, di essere alla moda pur essendo a lato delle mode, Jane Birkin ha dato vita a personaggi che restano impressi per quella singolare nota di innocenza perduta che sempre vibra in lei”.

Infine Locarno renderà omaggio all’amatissima attrice italiana Stefania Sandrelli che proprio quest’anno ha festeggiato i 55 anni di carriera e le sue “70 volte primavera”. A lei sarà consegnato in Piazza Grande, venerdì 5 agosto, il Leopard Club Award 2016.

A latere si terrà la 27. Edizione della Semaine de la critique – sezione indipendente del Festival di Locarno. Dal 1990 è organizzata dall’Associazione Svizzera dei Giornalisti Cinematografici e presenta 7 documentari molto particolari realizzati nel 2016:
Bezness As Usual – Alex Pitstra – prima internazionale Paesi Bassi / Tunisia
Sea Tomorrow – Katerina Suvorova – prima mondiale Kazakhstan / Germania
Cahier africain – Heidi Specogna – prima mondiale Svizzera / Germania
Monk of the Sea – Rafał Skalski – prima internazionale Polonia
El Remolino – Laura Herrero Garvín – prima internazionale Messico
Secondo Me – Pavel Cuzuioc – prima mondiale Austria
Komunia – Anna Zamecka – prima mondiale Polonia.
Aspettiamo quindi l’inaugurazione con la proiezione di The Girl With All The Gifts in Piazza Grande il 3 agosto. Film decisamente per stomachi forti.

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