Greenland, di Ric Roman Waugh: the review by Maria Vittoria Battaglia

L’ultima catastrofe che si abbatte sul Pianeta Terra mette a nudo l’empatia umana che si basa sulla speranza

GREENLAND un film di RIC ROMAN WAUGH con GERARD BUTLER e MORENA BACCARIN DAL 1° OTTOBRE AL CINEMA distribuito da UNIVERSAL PICTURES e LUCKY RED in associazione con 3 MARYS ENTERTAINMEN

Greenland è una storia che ormai abbiamo già sentito: there is some natural catastrophe – in this case the collision of a comet, Clarke – che porta alla fine del mondo e/o all’estinzione del genere umano. And there it is, di fronte a questo apparentemente inevitabile destino, la lotta di qualcuno per la sopravvivenza, propria e della propria famiglia.

I grattacieli crollano, i grandi monumenti rappresentativi del nostro mondo vengono distrutti e così via. Greenland è un film che, da questo punto di vista, non ci dice niente di nuovo ma, nella sua ambizione di essere un film d’azione catastrofico, a conti fatti, non delude.

Il caos c’è, il disastro pure, e l’azione certo non manca. Il tutto condito da una travagliata storia d’amore.

But, scostandoci un poco dalla trama, in Greenland qualcosa di nuovo, di diverso rispetto agli altri film del suo genere c’è: la consapevolezza che spesso il nostro stare bene e le nostre possibilità di sopravvivenza sono frutto solo di un grande colpo di fortuna, non di nostri meriti.

Questo film ha inoltre il grande pregio di presentarci l’immagine di un’umanità un popiù positiva: c’è ancora spazio per quell’ “homo homini lupuscaratteristico dei film di questo genere, c’è l’anarchia, il saccheggio, gli omicidi e tutte le altre scene a cui siamo abituati.

GREENLAND

Ma c’è anche solidarietà, da parte di tutti. I protagonisti del film nel disastro e nel caos generale trovano sempre qualcuno disposto ad aiutarli. E si tratta spesso di un aiuto gratuito che arriva anche quando ormai è effettivamente inutile. Prendiamo ad esempio una scena del film: a poche ore dall’impatto, nei tendoni della protezione civile presso le basi militari, una dottoressa dà al bambino, il figlio della protagonista, l’insulina sufficiente per un’intera settimana, pur essendo ormai a tutti noto che la morte sarebbe sopraggiunta il giorno dopo a causa dell’ormai imminente collisione.

So, sebbene la trama sia triviale, Greenland riesce a dirci che un po’ di speranza in fondo c’è, che anche se fosse la fine del mondo, fino all’ultimo minuto c’è spazio per l’altruismo e per l’empatia, che fossero anche gli ultimi istanti di una vita, questa ha il diritto di vivere degnamente fino alla fine.

Below is the Italian trailer:

Maria Vittoria Battaglia

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