#Berlinale 74ª ed.. 15/25 febrero 2024 ESPECIAL #10 (DÍA 4)

La mirada crítica de Vittorio De Agrò desde el Zoo Palast

(da Berlino Luigi Noera con la gentile collaborazione di Maria Vittoria Battaglia e Vittorio De Agrò della Redazione RdC– Las fotos están publicadas por cortesía de #BERLINALE.)

#FORUM, #GENERATION14Plus e corti: nel primo caso una storia, una ballata, una canzone di speranza che scalda il cuore dello spettatore, nel secondo non ben riuscito si accende il riflettore sull’ipocrisia e gelosia che cova tra le file dei “radical chic”, ed infine il risentimento come recita il titolo del Corto.

#Reas è un documentario diretto da Lola Arias presentato nella sezione #Foro

sinopsis: Yoseli ha un tatuaggio della Torre Eiffel sulla schiena e ha sempre desiderato viaggiare, ma è stata arrestata all’aeroporto per traffico di droga. Nacho è un uomo trans che è stato arrestato per truffa e ha fondato un gruppo rock in prigione. Gentile o rude, bionda o rasata, cis o trans, detenuta a lungo termine o appena ammessa: in questo musical ibrido, tutti rievocano la loro vita in una prigione di Buenos Aires.

#Reas di Lola Arias | con Yoseli Arias, Ignacio Amador Rodriguez – Argentina / Alemania / Suiza 2024 | WP | DOC

Recensione:

Il sovraffollamento delle carceri , le condizioni di vita dei detenuti sono argomenti tabù , a cui si evita di dare risposte concrete.

Tutti formalmente vorrebbero cambiare il sistema carcerario, ma nessuno si attiva concretamente, facendo deteriorare sempre più la situazione.

Nessun Paese è esente da questo tipo di problema, ma i problemi dei detenuti non fanno notizia.

La detenzione dovrebbe avere una duplice funzione: punitiva e poi rieducativa. la segunda, la più importante, è quasi sempre disattesa.

“Reas” di Lola Arias presentato in anteprima mondiale nella sezione Forum della Berlinale 2024, porta lo spettatore dentro la realtà delle carceri argentine , in particolar modo della sezione femminile.

L’Argentina odierna ribolle di rabbia e tensioni sociali causa la gravissima crisi economica in cui è precipitata.

Se gli ultimi della classe sono dimenticati, immaginate la condizione dei detenute di un carcere.

“Reas” inserito come documentario, è in realtà qualcosa di diverso e originale nella messa in scena.

Lola Arias mischia i generi dando vita ad un musical atipico in cui finzione e ricordi si alternano in modo creativo e armonioso.

“Reas” ci racconta la vita di donne diverse, ma accomunate dal fatto di dover scontare una pena, conseguenza di una vita lontana dai rispettivi sogni ed ambizioni.

Nell’immaginario braccio femminile di Reas ci sono prostitute, trans, ragazze, madri di famiglia, lesbiche private della loro libertà.

Queste anime ferite e deluse dalla vita hanno compreso che solamente diventando una “famiglia” si può vincere contro la depressione ed la solitudine dietro “le sbarre”.

Queste “donne” si reiventano ballerine, cantanti, musiciste dando voce tramite l’Arte ai dolori ed ingiustizie subite nel corso delle loro esistenze.

“Reas” non vuole essere un altro banale , prevedibile documentario di denuncia civile, bensì ha l’ambizione di raccontare, mettere in scena con il musical, i momenti più importanti e decisivi delle protagoniste , senza cadere mai nel retorico buonismo.

Il carcere si trasforma nell’opportunità di creare una famiglia, una sorellanza e soprattutto un sostegno reciproco, mai avuto prima.

Con “Reas” si balla, canta, ci si commuove ed infine ci immedesima con questa piccola comunità di donne che sognano un’altra vita , una volta scontata la pena.

In conclusione “Reas” è un affresco agrodolce sulle donne più sfortunate ed emarginate, ma determinate a riscattarsi dai propri errori.

#WhoByFire è un film scritto e diretto da Philippe Lesage presentato nella sezione #Generacion

sinopsis: Jeff viene invitato dal suo amico Max a viaggiare nel profondo dei boschi e a stare con loro nell’isolato rifugio dell’acclamato regista Blake Cadieux. Jeff ha grandi aspettative per il viaggio: ma questo viaggio sarà memorabile per altri motivi.

Comme le feu (Who by Fire) di Philippe Lesage | con Noah Parker, Aurélia Arandi-Longpré, Antoine Marchand-Gagnon, Arieh Worthalter, Paul Ahmarani – Canadá / Francia 2024 | WP

Recensione:.

Il cinema è il campo della soggettività, un film può dividere, far discutere.

Nessuno tantomeno un critico può avere la presunzione di giudicare in modo assoluto il valore di un film.

Figurarsi se il sottoscritto può avere questa velleità, semmai è doveroso spiegare il proprio dissenso e perplessità negativa.

Non conoscendo artisticamente il regista Philippe Lesage ,mi sono avvicinato alla visione di”Who by Fire”, presentato in anteprima alla Berlinale 2024 nella sezione Generation , leggendo velocemente la sinossi di presentazione.

Ma dopo 2 h e 45 película minuto, la mia prima e spontanea reazione è stata di silenzio.

Un silenzio denso di perplessità sulla scelta compiuta dai selezionatori della sezione. Perché mai inserire “Who by Fire”, mi sono chiesto.

Avendo constatato una sceneggiatura caotica, prolissa, lenta e priva di pathos e soprattutto colpevolmente assente nel giustificare l’urgenza narrativa e registica di raccontare questa storia.

Ma l’esperienza festivaliera mi ha insegnato che ci sono diverse prospettive nel vedere e giudicare una pellicola.

“Who by Fire” avrebbe dovuto essere il racconto di una vacanza trascorsa da un gruppo di amici in una baita esclusiva e solitaria.

Una vacanza vista dalla prospettiva di Jeff, un diciasettenne come c’è sono tanti: ancora immaturo sul piano sentimentale, goffo, insicuro, timido.

Jeff è convinto che vivrà dei giorni memorabili ed intensi. Ma nei fatti sarà tutto tranne che una rilassante e piacevole riunione amicale tra adulti.

“Who by Fire” accende il riflettore sull’ipocrisia e gelosia che cova tra le file dei “radical chic”.

Jeff e gli altri ragazzi assistono alle discussioni più becere figlie di antichi rancori e frustrazioni mai risolti. Ogni momento conviviale si trasforma in un arena verbale di ripicche ed insinuazioni reciproche, evidenziando la pochezza umana e l’immaturità degli adulti.

Gli stessi adulti dopo essersi insultati, quasi sfiorando lo scontro fisico, si ritrovano tranquillamente a bere e ballare come se non fosse successo nulla.

Philippe Lesage utilizza una schema narrativo troppo dispersivo e lento nel portare avanti la sua critica ad una generazione auto referenziata e poco attenta alla crescita dei propri figli e soprattutto incapace di capirne le difficoltà esistenziale ed emotive.

“Who by Fire” alterna lunghi silenzi, pause in cui l’elemento naturale , il fascino dei boschi diventano protagonisti, ad altri momenti di rumore, tensione verbale, rabbia e gioia che alla lunga risultano fastidiosi oltre che noiosi per lo spettatore.

L’intero cast artistico appare “ caricato” e non credibile come se fosse stato a lezione da Gabriele Muccino anziché Lesage.

In conclusione “who by Fire”ci appare un’ occasione persa, forzata e soprattutto auto referenziale del regista, tradendo l’opportunità di un racconto universale.

#OBRAZA di Gleb Osatinski è stato presentato nella sezione #Generation14plusCorti

sinopsis: Come ogni adolescente, il diciassettenne Yasha si ribella all’autorità, ma nell’Ucraina sovietica degli anni ’90 alcune forze opposte sono più pericolose di altre. Quando Yasha raggiunge il punto di rottura, gli impulsi grezzi lo spingono sull’orlo di un danno irreparabile.

#OBRAZA (Resentment) di Gleb Osatinski – Estados Unidos, Lituania 2024

Recensione:

L’adolescenza è un ‘età complicata, imprevedibile, faticosa, rabbiosa.

Ognuno di noi l’ha vissuta e di conseguenza potrebbe aggiungere una parola, un aggettivo per definire questo momento cruciale della crescita di ogni individuo

Qualsiasi adolescente sente il bisogno “fisiologico” di ribellarsi all’autorità, di rifiutarsi di rispettare le regole della società.

Le fragilità non sono ammesse nel mondo adolescenziale. L’inquietudine e le paure si devono nascondere dietro una maschera di ribelle.

Ma un ragazzo senza una solida guida familiare, rimane un ragazzo solo e preda dei propri istinti.

Tanti famosi e talentuosi cineasti hanno tentato di farlo e pochi ci sono riusciti con successo.

Gleb Osatinski è riuscito, con il suo mediometraggio “Risentimento” presentato in anteprima mondiale nella sezione “Generation 14” della Berlinale, a dare un convincente affresco di quest’età cosi particolare con la difficoltà in più di viverla nell’Ucraina, che è ancora sotto l’influenza sovietica.

Yasha ben interpretato da Vlad Baluik, è un diciasettenne ucraino di origine ebrea che sogna di suonare con la sua band nel cortile della scuola.

Le ambizioni artistiche di Yasha sono spente brutalmente dalla preside della scuola, giustificando la propria decisione con una scusa burocratica.

Yasha si sente discriminato a scuola perché ebreo oltre che mortificato dall’anguste condizioni economiche della sua famiglia.

Yasha è come una pentola a pressione pronta ad esplodere. Lo spettatore osserva come i sentimenti negativi come rabbia e frustrazione stiano “inquinando” il cuore del giovane protagonista.

La drammatica scintilla o se preferite l’ultima goccia che farà traboccare il vaso di Yasha, avverrà paradossalmente quando suo padre, per una volta presente e vicino, lo difenderà , venendo a sua volta aggredito brutalmente da un vicino ubriaco.

Yasha reagirà d’istinto a quest’ultima umiliazione, non riflettendo sulle conseguenze del proprio gesto di rappresaglia.

“Risentimento” è un monito, un consiglio, un invito rivolto alle ultime generazioni d’evitare gli errori di Yasha, di non sentirsi soli e soprattutto di non vivere con rabbia e frustrazione l’età forse più bella della vita.

Il Risentimento non porta da nessuna parte e condanna semmai ad una vita di rimorsi e sensi di colpa.

Vittorio De Agrò (RS) della Redazione RdC

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