#РОМАФФ18 – 18- 28/10/2023 ОСОБЕННЫЙ #17: (ДЕНЬ 8) СТО ВОСКРЕСЕНЬЯ Антонио Альбанезе – рецензия ВАЛЕНТИНЫ

(из Рима Луиджи Ноэра при любезном сотрудничестве Стефано Сика и Валентины Виньоли. – Le foto sono pubblicate per gentile concessio ne della Fondazione Cinema peri Roma)

Dalla sezione GRAND PUBLIC: CENTO DOMENICHE di Antonio Albanese, Италия, 2022, 94' che sorprende tutti con questo film dai toni grigi

Il termine latino insomnia si riferisce non alla mancanza di sonno ma alla mancanza di sogni. Antonio Riva, il protagonista di questo dramma sociale contemporaneo, ha messo da parte i risparmi di una vita con uno scopo particolare: organizzare il matrimonio della figlia.

Divorziato, con un’amante che è sposata, Antonio vive con l’anziana madre e passa le sue giornate tra lavoretti umili in nero e partite di bocce con i compagni. Alla notizia del fidanzamento della figlia, si reca in banca pronto a riscattare una somma sufficiente per il matrimonio, praticamente tutti i risparmi messi da parte. Scopre così di aver passato gli ultimi anni ad investire in azioni. Azioni o obbligazioni? Il confine tra i due termini sfuma. La banca sta attraversando un brutto momento ma niente di cui preoccuparsi, bisogna stare tranquilli…

I risparmi di Antonio, così come quelli di tanti altri italiani, non sono più suoi. Le domeniche trascorse a lavorare, più di cento di quelle domeniche, non appartengono più al lavoratore con le mani sporche di sudore. Gli ultimi resteranno gli ultimi, mentre i più ricchi, i più “ammanicati”, hanno saputo in anticipo sui tempi cosa sarebbe accaduto e si sono intascati il denaro.

Antonio Albanese sorprende tutti con questo film dai toni grigi che mette in scena una delle più vergognose forme di tradimento. Non mancano gli spiegoni, battute scritte male che interrompono la fluidità dello scorrere narrativo. C’è da dire, но, che Albanese riesce a calarci in questa scala di grigi, как только пианино, acchiappando lo spettatore inizialmente attraverso l’ironia, e una volta colto, lanciato nella gravità del dramma. Ed è un dramma che ci entra dentro e ci fa male allo stomaco, soprattutto perché Antonio Riva è solo uno dei tanti.

Degna di nota l’interpretazione di Giulia Lazzarini che ci diverte, incanta e commuove.

È difficile non pensare al film d’apertura della Festa del Cinema di Roma, C’è ancora domani di Paola Cortellesi. Nel film di Albanese, come in quello della Cortellesi, il matrimonio della figlia è centrale alla narrazione. Il vero, grande sogno del protagonista è anche una sua responsabilità economica, che nessuno gli può togliere: spetta al padre pagare il matrimonio della figlia femmina. Quando la mancanza di soldi gli impedisce di adempiere al ruolo di padre si sente il mondo crollare addosso. Vediamo un maschile che non sa reagire davanti all’impossibilità di esaudire questo suo compito “sociale”, familiare. Ed è un ritratto che ci fa molto riflettere sull’attualità, soprattutto ora che ad accompagnare questa visione ci sono tante registe donne ci mostrano la controparte.

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