СПЕЦИАЛЬНАЯ #ВЕНЕЦИЯ78 #16 – 1/11 СЕНТЯБРЯ 2021: (DAYS8&9)

(da Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido e Annamaria Stramondo e dalla sala WEB Мария Виттория Батталья – Фотографии публикуются любезно Биеннале)

I Fratelli D’Innocenzo dividono la platea di Venezia

КОНКУРЕНЦИЯ

AMERICA LATINA di DAMIANO D’INNOCENZO, FABIO D’INNOCENZO

Dopo un film d’esordio riuscito e piaciuto al pubblico e un opera seconda che sebbene premiata a Berlino ha sofferto la pandemia della prima ora i fratelli D’Innocenzo ci stupiscono per la terza volta per la loro corale fantasia. Noi siamo loro fan e sostenitori ed il film ora presentato ha preso una strada difficile dovuta alla sceneggiatura che è un pugno allo stomaco. Quanti nostri fantasmi evoca nell’intimo campo di battaglia dell’anima!

Il titolo è un ibrido tra il sogno americano e la provincia vicina fisicamente ma anche lontana dal potere di Roma. La professione scelta per il protagonista è di quelle invidiate nel luogo comune perché la ricchezza è assicurata. Domandiamoci quanti noi non hanno mai pensato con invidia al dentista? Eppure il personaggio che ha anche una famigliola perfetta ha i suoi segreti. Forse l’amico del cuore Simone, al contrario di lui anima semplice, condivide con lui tali segreti e qualche birretta serale. Oltre alla scena dei sotterranei del villone dove vive il protagonista (un Elio Germano poliedrico) con la famiglia ed è rinchiusa incatenata una giovinetta a pane ed acqua, ci sono anche dialoghi volutamente poco comprensibili all’orecchio umano. L’opera che ne viene fuori diventa ostica, fa male alle nostre emozioni e chissà se riceverà plausi. All’uscita della sala si era tutti sconfortati. Peccato forse i due fratelli hanno osato troppo? Мы увидим,. Piuttosto riportiamo il loro commento: “Abbiamo scelto di raccontare questa storia perché, просто, era quella che ci metteva più in crisi. In crisi come esseri umani, come narratori, come spettatori. Una storia che sollevava in noi domande alle quali non avevamo (e non abbiamo, nemmeno a film ultimato) risposte che non si contraddicessero l’una con l’altra. Interrogarci su noi stessi è la missione più preziosa che il cinema ci permette e America Latina prende alla lettera questa possibilità, raccontando un uomo costretto a rimettere in discussione la propria identità. Essendo gemelli, anche i nostri due film precedenti raccontavano storie di famiglie, di senso di appartenenza, di sangue, ma non ci eravamo mai addentrati così a fondo nel tema e abbiamo scelto la via per noi più rischiosa: la dolcezza. La dolcezza e tutte le sue estreme conseguenze. America Latina è un film sulla luce e abbiamo scelto il punto di vista privilegiato dell’oscurità per osservarla.”

FREAKS OUT di GABRIELE MAINETTI

Il regista sembra abbia abbandonato il filone del fantasy; ma in realtà non è così confeziona una storia da baraccone ambientata durante l’occupazione nazista dell’Italia nel buio della seconda guerra mondiale. I personaggi rieccheggiano un po il circo di Pinocchio, ma questa volta i personaggi che lo compongono sono alla ricerca del loro capocomico da salvare dai nazisti. Nella tragedia lo spettatoreriesce anche trovare momenti di ilarità e questo basta per sollevare lo spirito dalla depressione incombente. Gli attori sono qualche volta sopra le righe e questo terzo film italiano in concorso esprime la voglia di ripartenza del cinema italiano. Il regista ha così spiegato la sua scelta di campo: "Freaks Out nasce da una sfida: ambientare sullo sfondo della pagina più cupa del Novecento un film che fosse insieme un racconto d’avventura, un romanzo di formazione e – non ultima – una riflessione sulla diversità. Per farlo ci siamo avvicinati alla Roma occupata del 1943 con emozione e rispetto, ma allo stesso tempo abbiamo dato libero sfogo alla fantasia: sono nati così i nostri quattro freak, individui unici e irripetibili, protagonisti di una Storia più grande di loro."

ŻEBY NIE BYŁO ŚLADÓW (LEAVE NO TRACES) di JAN P. MATUSZYŃSKIla

Film d’inchiesta su fatti realmente accaduti durante in Polonia i primi anni (1983) della nascita e sviluppo di Solidarnosc. Il potere comunista ancora cerca di resistere e la polizia politica arresta i giovani dissidenti tra i quali c’è il protagonista Grzegorz Przemyk, uno studente liceale picchiato a morte dalla milizia. Il film si sofferma sulla storia di Jurek, l’unico testimone del pestaggio che diventa un pericolo per lo Stato poliziesco. Il regime coinvolge tutte le su potenzialità repressive – servizi segreti, milizia, media e tribunali – per annientare Jurek e le altre persone coinvolte nel caso, e la madre di Przemyk, Barbara poetessa legata al movimento Solidarnosc.. Interessante la genesi del film: "I film sono uno strano tipo di specchio. Possono penetrare nelle pieghe più profonde dell’anima di una persona. Sia del protagonista sia dello spettatore. Ognuno può vedere un’immagine diversa riflessa in uno specchio, ed è in questa precipua caratteristica che risiede la bellezza del cinema. Questa è la libertà di cui abbiamo bisogno. Grzegorz Przemyk amava la propria libertà quando la polizia gli chiese di esibire la sua carta d’identità il 12 может 1983. Sapendo di non essere tenuto a mostrarla in quanto allora la legge marziale era stata abolita, non lo fece. Nessuno sa chi abbia inferto l’ultimo colpo fatale. Ha un non so che di kafkiano e ricorda altri casi contemporanei. La presenza di un testimone oculare è l’unica ragione per cui questa storia è venuta a galla. Il film mi ha dato l’opportunità di passare in rassegna le molteplici prospettive del regime comunista della Polonia degli anni Ottanta. Uno specchio a più strati che bisogna cercare di non infrangere. Solo con il supporto del ricordo, possiamo sperare che questo non accada nuovamente."

KAPITAN VOLKONOGOV BEZHAL (CAPTAIN VOLKONOGOV ESCAPED) di NATASHA MERKULOVA, ALEKSEY CHUPOV

E’ stupefacente il successo dell’attore russo Yuriy Borisov che ci ricorda il compianto Yul Brynner per le fattezze, ma anche per la sua fisicità, tranne restare delusi all’incontro con il pubblico perché in effetti è di bassa statura, ma di una umiltà strabiliante. Lo abbiamo già visto in Scompartimento N. 6 a Cannes ed eccolo adesso nei panni di un funzionario della polizia politica sovietica negli anni del Terrore staliniano quando bastava poco per passare dalla parte del ricercato. Bastava soltanto una delazione, od una parola di troppo. E’ quello che capita al capitano VOLKONOGOV che da aguzzino diventa vittima. In un action movie che però diventa la catarsi del personaggio il quale pur di sopravvivere chiede perdono alle sue vittime con effetti devastanti! Ecco cosa succedeva allora, ma noi ci chiedamo e oggi cosa succede in Russia. La cultura di ottanta anni di Comunismo hanno purtroppo lasciato segni indelebili e ci dispiace che attore così bravo abbia necessità di parlare d’altro nel Q&A. I registi sono però di altro avviso: "Il film è una parabola postmoderna con elementi del thriller mistico, una favola nera su un carnefice che all’improvviso scopre di avere un’anima. L’anima deve essere salvata, ma a lui rimane poco tempo, e così incomincia la ricerca disperata di redenzione spirituale. Gli autori del film pensano che sia estremamente difficile vivere sapendo che esistono ancora le torture, e che ogni giorno da qualche parte del mondo qualcuno sta torturando altri esseri umani. Chiunque può trasformarsi in un carnefice, se il sistema decide di farti diventare tale. Ma ci può essere perdono per un tale crimine? Esiste un paradiso per i torturatori?"

#VENEZIA78 –ORIZZONTI

PILIGRIMAI (PILGRIMS) di LAURYNAS BAREISA (ОБЗОР) Per chi ha voglia di saperne dagli autori ecco una loro breve descrizione: “Io e mia moglie siamo entrambi registi. Uno dei nostri passatempi è passeggiare nelle foreste fuori Vilnius e prendere appunti su location che reputiamo interessanti per i nostri futuri progetti. Quattro anni fa ci siamo imbattuti in una strada che ci ha fatto ricordare un’inchiesta giornalistica su un’auto bruciata con una ragazza all’interno del baule. Avendo seguito la vicenda da vicino, ne avevo tratto un cortometraggio. E pur nella consapevolezza che non ci trovavamo sull’effettiva scena del crimine, gli occhi mi si sono riempiti di lacrime immaginando lo stato d’animo delle persone vicine alla vittima nel momento in cui si fossero trovati nel luogo esatto in cui la tragedia si era consumata. Sebbene a mia moglie fosse sfuggita la ragione del mio turbamento, ho deciso di narrare una storia incentrata su quella senzazione”

VERA ANDRRON DETIN (VERA DREAMS OF THE SEA) di KALTRINA KRASNIQI

Un film di denuncia del maschilismo , retaggio del periodo comunista in una delle terre (Косово) dell’ex Yugoslavia di Tito. La morte improvvisa del marito suicidatosi fa scoprire a Vera una realtà nel paesino d’origine inaspettato contro la quale conduce una battaglia contro il patriarcato tuttora vigente in quella terre.

Così Vera che come insegnante è abituata a pari dignità con l’altro sesso si trova ad affrontare una lotta impari fatta soprattutto di antiche tradizioni patriarcali dove le disparità di genere ancora profondamente radicate ai nostri giorni

EL OTRO TOM di RODRIGO PLÁ, LAURA SANTULLO (ОБЗОР) Interessante cosa ne pensa l’autore:“Le scuole private religiose continuano a essere un simbolo di prestigio in molti paesi dell’America Latina. Riscuotono successo perché promettono, grazie alla rigida disciplina e alla preghiera, di forgiare gli studenti, trasformandoli in futuri leader economici e politici. Io voglio gettare una luce critica su un simile sistema educativo che, a braccetto con la religione cattolica, mira a rafforzare già radicate strutture di potere, ideate per creare barriere psicologiche tra le persone. Tali barriere invisibili contribuiscono al continuo abuso razziale, di genere e di classe sociale, e lasciano ferite profonde in chi ha sperimentato in prima persona l’indottrinamento da setta perpetrato in queste istituzioni. Il film narra una storia personale, basata sui ricordi d’infanzia legati a un luogo in cui certe narrazioni servono a manipolare la percezione della realtà.”

INU-OH di YUASA MASAAKI è l’unico film di animazione del concorso e parla di antiche leggende millenarie giapponesi dove la musica ha il suo ruolo principale. E’ la storia di Inu-Oh che è nato con caratteristiche fisiche singolarissime e gli adulti, sconvolti, ne hanno coperto il corpo con indumenti e il viso con una maschera. Un giorno incontra Tomona, un suonatore di biwa cieco. Mentre questi suona una delicata canzone su una vita contrastata, Inu-Oh scopre di essere molto bravo a danzare. I due diventano amici inseparabili e soci. Usano il loro talento per sopravvivere ai margini della società, ma canzone dopo canzone diventano sempre più famosi.I 100 minuti di usiche antiche servono a far rivivere alle nuove generazioni le tradizioni millenarie dei cantastorie. Ed ecco la genesi di questa pillola dal Sol Levante:“Un attore chiamato Inu-oh è esistito realmente seicento anni fa. Fece tremare il mondo ma quasi non ne è rimasta traccia. Lo scrittore Hideo Furukawa, affiancandolo a Tomona, ha raccontato la storia di due giovani che sfidano il fato per dare forma ai propri destini. È però una storia moderna: o ci si adatta al fato e alle mode per raggiungere la gloria o si rinuncia ai riconoscimenti per vivere secondo i propri principi. I due offrono una ricompensa agli sconfitti raccontando la propria storia. Questo film offre la stessa cosa, ma sostiene anche chi soffre per aver vissuto secondo i propri principi. может быть, come gli OOPArt, Inu-oh e la musica di Tomona sono veramente esistiti. Ci sono storie che non conosciamo, ma questo film testimonia la loro.”

#VENEZIA78 –ORIZZONTI EXTRA

MAMA, YA DOMA (MAMA, I’M HOME) di VLADIMIR BITOKOV (ОБЗОР)

 

SOKEA MIES, JOKA EI HALUNNUT NÄHDÄ TITANICIA (THE BLIND MAN WHO DID NOT WANT TO SEE TITANIC) di TEEMU NIKKI (ОБЗОР)

от 18но Дни АВТОРОВ proponiamo dal CONCORSO IMACULAT (IMMACULATE) di Monica Stan e George Chiper–Lillemark – opera prima (ОБЗОР)

 

оставьте ответ

верхний