СПЕЦИАЛЬНАЯ #ВЕНЕЦИЯ78 #14 – 1/11 СЕНТЯБРЯ 2021: (DAY8) le recensioni di Maria Vittoria Battaglia

(da Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marina Pavido e Annamaria Stramondo e dalla sala WEB Мария Виттория Батталья – Фотографии публикуются любезно Биеннале)

Orizzonti consegna due storie intime ed universali: Pellegrini, di Laurynas Bereisa е Il cieco che non voleva vedere Titanic di Teemu Nikki.

Caveman, di Tommaso Landucci (GDA) 4/5

Con Caveman Landucci dona al pubblico un interessante documentario su Filippo Dobrilla e sulla sua arte.

Il regista cerca di ritrarre tutta la complessità dell’artista, mostrandone la malattia, gli studi, le relazioni e il legame simbiotico con la natura, tutti elementi che concorrono a dare profondità alla sua opera.

Nato speleologo, Dobrilla scopre nelle profondità della terra una vitalità nuova, un mondo che preme e urge per uscire dalla nuda pietra e prendere forma.

Da questa urgenza insita al mondo amorfo e dal desiderio di “partecipare al moto creativo della montagna”come disse il suo allievo Stefano Morelli ricordando il maestro in occasione della sua scomparsanasce la scultura di Dobrilla e, nello specifico la sua opera più famosa, Il Gigante Dormiente, situato negli abissi delle alpi apuane a 600 metri di profondità.

Pellegrini, di Laurynas Bereisa (Горизонты)

Indre (Gavina Bargailaite) e Paulius (Giedrius Kiela) si recano nella remota periferia di Vilnius per comprare una casa. В действительности, но, non c’è nessuna casa da comprare: i due protagonisti hanno intrapreso il viaggio verso la città dove Matas, fratello di Paulius e compagno di Indre, ha vissuto gli ultimi giorni prima di essere brutalmente ucciso.

I due girano cercando di identificare i posti che hanno fatto da sfondo ad una tale tragica vicenda, interrogando le persone del luogo e i testimoni nel tentativo di trovare delle risposte, forse non tanto su cosa sia accaduto ma sul perché.

Indre e Paulius si trovano però davanti solo muri e omertà, e intransigenza nei riguardi di ogni loro errore, pur dettato dalla sofferenza del lutto.

L’intransigenza delle forze dell’ordine stride con il lassismo che ha caratterizzato il loro comportamento nei confronti di colui che poi si è macchiato di tanta violenza; la lealtà dei concittadini dell’omicida suscita rabbia e sembra quasi dire allo spettatore che sono Indre e Paulius a essere nel torto e nel posto sbagliato.

Un film che infastidisce, e proprio per questo rappresenta con estremo realismo l’indifferenza che alberga in questo mondo e la paura che troppi hanno della sofferenza altrui.

Il cieco che non voleva vedere Titanic di Teemu Nikki (Горизонты)

Jaakko (Petri Poikolainen) amava correre e vedere film. Correva ogni giorno, fino a che, ad un certo punto, le gambe hanno iniziato a rispondere sempre meno. E ogni giorno vedeva film, fino a quando non ha smesso di distinguere Kurt Russell da un husky.

И так, per colpa della sclerosi multipla, Jaakko si trova cieco e su una sedia a rotelle.

L’interessante scelta registica fa entrare lo spettatore direttamente in contatto con la cecità del protagonista, indugiando sul suo sguardo, sui dettagli del suo volto ed evitando di mettere a fuoco lo sfondo.

зритель, come Jaakko, non vede mai ciò che c’è intorno. Sente i rumori del treno ma non vede la ferrovia; Sente la voce delle persone che interagiscono, ma non vede mai i volti di quest’ultime.

Dunque, quando il protagonista si mette in viaggio per raggiungere la donna di cui si è innamorato, chi guarda il film sente la stessa ansia e la stessa fatica.

Un film eloquente, paradossalmente visivo, che fonda la sua riuscita sull’empatia dello spettatore; una sfida che, se colta, regalerà una splendida visione.

Мария Виттория Батталья

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