#CANNES76 – 16/27 mai 2023 SPÉCIAL #22 (JOUR10)

Wim Wenders con Perfect Days scombussola le previsioni dei Palmares

(de Cannes Luigi Noera et Marina Pavido – Les photos sont une gracieuseté du Festival de Cannes)

CONCOURS

L’ÉTÉ DERNIER di Catherine BREILLAT

Synopsis: Il film racconta la storia di Anne, brillante avvocatessa che vive con il marito Pierre e le loro figlie. Anne intraprende gradualmente una relazione appassionata con Theo, figlio di Pierre avuto dal precedente matrimonio, mettendo in pericolo la sua carriera ma soprattutto la sua vita familiare.

Dopo un ora di pellicola di girare intorno a non si sa che cosa, mettendo a dura prova lo spettatore, il film svela il suo vero volto di un amore impossibile tra un adolescente e la sua matrigna. Theo di scoprire l’amore quello fisico e la matrigna è talmente presa che non si rende conto anzi fa di tutto per allontanare padre e figlio in un gioco perverso.

Theo racconta quanto sta avvenendo al padre, ma la matrigna cerca di difendersi costruendo bugie su bugie. Sono i sensi di colpa del padre verso il figlio che fanno da motore alla vicenda quando il confronto diretto dei tre arriva al culmine di questa storia strampallata che quasi sembra vera, dove la dialettica convincente della matrigna, affermata avvocata, ha la meglio.

Un finale in linea con tutta la vicenda vede Anne accordarsi in maniera bonaria con Theo affinchè le stia lontano, ma quest’ultimo si presenta a casa sua e la induce a fare nuovamente l’amore: è decisamente un inno alla gioventù ma anche allo sfrenato narcisismo della protagonista che entra perfettamente nel ruolo.

Di tutt’altro spessore il film di Wim Wenders che scombussola appunto i pronostici festivalieri, meritandosi il palmares per miglior regia.

PERFECT DAYS di Wim WENDERS

Synopsis: Hirayama sembra assolutamente soddisfatto della sua vita semplice come addetto alle pulizie dei bagni a Tokyo. Al di fuori della sua routine quotidiana molto strutturata, si dedica alla passione per la musica e per i libri. E adora gli alberi e li fotografa. Una serie di incontri inaspettati rivelano gradualmente qualcosa in più del suo passato. Una riflessione profondamente commovente e poetica sulla ricerca della bellezza nel mondo quotidiano che ci circonda.

Una giornata come tante altre del protagonista di questa storia universale che ci mostra l’umanità nella sua essenza. Il film è una citazione dei grandi registi giapponesi di ogni tempo che con inquadrature fisse entrano nelle minuscole abitazioni dei protagonisti. E’ impressionante come la mancanza di dialoghi, almeno nella prima parte, sia uno dei personaggi della storia del cineasta che non lascia nulla al caso. Il protagonista è addetto alla pulizia delle Toilette pubbliche di Tokyo e nel suo lavoro è scrupoloso come lo è in tutti gesti ordinari che compie quasi come un rito. Il film molto delicato in stile prettamente giapponese descrive l’uomo come un bravuomo per nulla infastidito dall’umile lavoro, mentre apprezza le bellezze della Creazione così come l’empatia per gli altri. Sebbene sia piuttosto taciturno nel giro di persone che incontra regolarmente ogni giorno come il giovane della rosticceria che gli prepara i noodles, ed è appassionato di fotografia scattando foto del cielo di Tokyo.

La scelta delle musiche country è convincente e ammalia il pubblico così come la prima parte senza dialoghi. Grazie all’escamotage dei bagni pubblici il regista ci mostra dettagli inediti della vita di ogni giorno di Tokyo e dei suoi abitanti. Le musiche sono più che altro brani del cantante Lou Reed quale appuntoPerfect Dayrendendo il collegamento del titolo un poovvio. Mentre sono gradite sia “Redondo Beach” di Patti Smith e la rarità dei Rolling Stones “Walkin’ Through The Sleepy City”.

E nel finale si scopre il passato di un uomo taciturno, amante della vita con un ritmo incalzante per lo spettatore ma soprattutto per il protagonista che deve sostituire il collega.

Siamo certi che oltre a Cannes il film farà molta strada nell’apprezzamento del pubblico.

UN CERTAIN REGARD

RIEN À PERDRE di Delphine DELOGET | premier film

Synopsis: Sylvie vive a Brest con i suoi due figli, Sofiane e Jean-Jacques. Insieme formano una famiglia unita e felice. Une nuit, Sofiane si fa male, da solo nell’appartamento mentre sua madre è al lavoro. L’incidente viene denunciato e Sofiane viene data in affidamento. Armata di un avvocato, dei suoi fratelli e dell’amore dei suoi figli, Sylvie è fiduciosa di poter superare gli ingranaggi burocratici e legali

Incipit: due bambini corrono, il più grande trasporta il più piccolo in un carrello della spesa. E’ una situazione disturbante che rispecchia il disagio che vivono.Una donna lavora in un bar di notte e deve correre all’ospedale perché il figlio più piccolo si è ustionato ai fornelli di casa.

Sono i componenti di una famiglia in difficoltà. Lei Sylvie, ed i suoi figli Sofiane il più piccolo e Jean-Jacques che deve improvvisarsi il capo famiglia.

I servizi sociali li tengono d’occhio da tempo e questa volta per il bene di Sofiane lo sottraggono alla patria potestà della madre vedova. Così inizia una battaglia di Sylvie contro il mondo per mantenere la famiglia unita che fino ad adesso tra mille difficoltà è pur sempre felice. Il ritmo incalzante non da respiro allo spettatore che tifa per Sylvie ma sembra che tutto vada storto e come nelle migliori sceneggiature l’unica possibilità per rimanere uniti è la fuga.

Una intensa interpretazione non solo della protagonista adulta, ma soprattutto dei due adolescenti ed in particolare di Sofiane che ha un amore viscerale per la madre. Il finale lo lasciamo scoprire in sala.

Quale è la scomoda verità messa a nudo in All To Play For; che qualsiasi genitore che non si conforma alle norme familiari convenzionali può esporsi al giudizio e alla persecuzione della società. Quando la forza dell’amore di una madre si scontra con un sistema così, la lotta non potrà mai essere alla pari.

luigi Noera

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