Návrat #Casanova od Gabriele Salvatores

Il regista premio Oscar affronta un suo ritratto autobiografico (come ha confessato intervistato) e parla da una parte degli sforzi di un famoso regista che cade in depressione per lo scorrere del tempo in bianco e nero.

Se ci pensiamo bene alla base del cinema c’è proprio questo parametro ineluttabile per gli esseri umani con i 24 fotogrammi al secondo che animano i fotagrammi della pellicola cinematografica sin dai suoi albori!

Dall’altra parte parla della decadenza di un altro grande dell’immaginario collettivo raccontato a colori: Casanova prendendo a prestito e liberamente ispirandosi all’omonimo romanzo..

La coppia Servillo e Bentivoglio, il primo nei panni del regista ed il secondo in quelli di Casanova si contendono il podio sull’argomento dello scorrere del tempo. Da una parte la non accetazione, dall’altra la consapevolezza dei propri limiti. Come accennato girato in bianco e nero la parte reale e a colori la parte del film del regista, lo spettatore si trova ad avere a che fare con un film nel film senza però esserne disturbato grazie alla scelta del linguaggio visivo.

Al regista corroso dalle sue idiosincrasie gli è rimasto solo un amico: il montatore storico di una vita che è anche un omaggio a questa figura così importante nella realizzazione del cinema da parte di Salvatores.

Tuttavia Bernardi non è riconoscente verso l’amico e rimugina il successo ottenuto presso la critica da un giovane regista emergente che al suo debutto è parimenti invitato alla Mostra di Venezia.

Ma qualcosa deve succedere per interrompere il circolo vizioso di questo attempato regista viziato in tutto e per tutto.

Il colpo di fulmine per una giovane (la bravissima Sara Serraiocco) che si occupa di agricoltura lo destabilizza e quello che dovrebbe essere la ricerca del possesso dell’ennesima femmina diventa una ossessione amorosa.

Qui c’è il secondo punto di contatto di Bernardi con Casanova sempre alla ricerca di nuove conquiste anche a costo di un duello!

Due vite parallele vissute in tempi diversi che rappresentano l’universalità dell’animo umano.

Tra duelli all’ultimo sangue con lo spasimante della giovinetta adorata da Casanova e tra tecnologie domestiche del viziato regista che si ribellano alla sua depressione Salvatores ci mostra come è capace di fare il fondo dell’animo umano e forse per questo è tanto amato perché riesce a fare specchiare lo spettatore nella storia.

Presentato al Bifestival di Bari il regista ha ricevuto l’accoglienza ed anche un riconoscimento dalla manifestazione pugliese.

 

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