SPECIALE #ROMAFF15 #8 - 15/25 octubre 2020: (DÍA 4) Fortuna di Nicolangelo Gelormini – la recensione di Maria Vittoria

(da Roma Luigi Noera con la gentile collaborazione di Maria Vittoria Battaglia – Las fotos son publicadas por cortesía del Cine Fondazione per Roma)

Narrazione delicata di un caso di violenza su una bambina

Ricordo esattamente il 2014 quando i telegiornali passarono la notizia della morte di Fortuna Loffredo a Parco Verde, Caivano, e ricordo lo sgomento dei giorni successi quando, con il proseguire delle indagini, fummo tutti messi a conoscenza delle circostanze di questo decesso. Fortuna, 6 anni appena, morta dopo essere precipitata dal settimo piano, probabilmente nel tentativo di difendersi da un abuso, solo un anno dopo la morte di un altro bambino dello stesso palazzo, avvenuta nello stesso modo. Un contesto di violenza e di omertà a cui Gelormini, con un tatto che oggi è raro trovare, ci riporta.

All’inizio il nome della protagonista e il posto ci fanno ripensare a quel caso giudiziario, ma non lo capiamo, perché il film, con molta sensibilità, è raccontato dallo sguardo bambino di Fortuna (Cristina Magnotti) e dei suoi amici, che cercano di rimuovere questo dolore e di rifugiarsi in un mondo fantastico.

Nella prima parte del film la storia è quella di Nancy, principessa di un mondo alieno, coccolata da una famiglia in difficoltà ma amorevole. Scappa dai giganti, che inizialmente ci sembrano essere i ragazzi piu grandi, i bulletti del palazzo.

Ma la realtà, per Nancy, è ben diversa: nonostante i genitori dimostrino di volerle bene, preoccupandosi e facendole regali – come la barbie principessa Nancy – Fortuna ha una madre assente e un padre in prigione. E i giganti, da cui si trova costretta a scappare, non sono certo dei suoi coetanei bulli, ma persone che come lei vivono in quel palazzo e che privano i bambini del loro diritto di essere bambini e ne profanano l’innocenza.

Quel che Fortuna vive è un trauma troppo difficile da superare, come dimostrano il mutismo e il fatto che la morte e la violenza irrompono anche nella fanciullesca fantasia di Fortuna-Nancy; fantasia in cui, sin embargo, non riesce veramente a entrare e rifugiarsi.

Ho sentito diverse critiche circa le modalità in cui il film è strutturato e girato: il fatto che la storia sia narrata a partire dalla fantasia di Nancy, incomprensibile per chi non era a conoscenza della vera storia prima della visione, o che è troppo lungo o che questo continuo slittamento di piani sia possibile in regia solo se si è grandi artisti. Quella di Fortuna, pero, è una storia che è impossibile non conoscere, ed è, ahime, una storia come troppe ce ne sono in Italia e nel mondo. Lo slittamento dei piani, la narrazione poco lineare – ma comunque ben sviluppata – non è in questo caso una questione artistica ma narrativa. Il regista afferma: “La via del racconto non si è fermata al volto della protagonista, ma si è addentrata nei suoi occhi, nella sua testa, il suo corpo, il suo sentire. Immaginare che lo spettatore potesse provare gli stessi sentimenti di Fortuna èstata l’ambizione che ha guidato me e Massimiliano Virgilio nel leggere l’inferno imprigionato in questa storia”. Tentativo, a mio parere, completamente riuscito.

la película, con il suo particolare stile narrativo, è uno specchio del complesso stato emotivo di Fortuna e di chi la circonda, e manifestazione di una grande empatia da parte di Gelormini e Virgilio mostrata nel raccontare la storia non dal punto di vista di chi sa cosa a posteriori cosa è avvenuto, ma di chi lo vive, di chi è preoccupato per Fortuna e cerca di comprendere. In un periodo in cui va di moda fare film sperimentali e mai classici per gridare al genio artistico, trovo straordinaria la scelta di usare questo nuovo linguaggio per dare un tocco non artistico ma piuttosto sincero e autentico al film.

Fortuna è un film che, de nuevo, ci ricorda quanto sono fragili i bambini in questo mondo, ci mette di fronte a un problema ancora troppo grande. E la cosa più apprezzabile è che non è il regista a chiederci giustizia, ma Fortuna Loffredo e tutti i bambini vittime di violenza in questo mondo.

Un film ben fatto, di cui avevamo veramente bisogno. gracias.

Maria Vittoria Battaglia

Deja una respuesta

Parte superior