Direkt vom Turin Film Festival 2018, hier kommt in unseren Zimmern bleiben nach Hause fahren, neueste Arbeit von Regisseur Simone Catania.

Drive Me Home liegt die Geschichte von zwei Freunden aus der Kindheit. Es ist die Geschichte von Antonio (Vinicio Marchioni) und Augustine (Marco D'Amore), die, im Erwachsenenalter, Beide haben ihr Glück im Ausland gesucht. Es ist ein Roadmovie, das aus den Niederlanden auszieht, bis Sie tief in Sizilien. Eine Reise in die Wiederentdeckung einer alten Freundschaft und, vor allem, zu einem neuen Bewusstsein über das, was Sie im Leben am meisten wünschen,.

Nulla di nuovo? zweifellos. E infatti, già da una prima, flüchtiges Lesen der Synopse, si intuisce subito che il presente Drive me Home è un lavoro con parecchie problematiche al proprio interno. E non soltanto perla scarsa originalità del tema trattato.

Dopo una lunga ellissi temporale che dagli anni d’infanzia dei due protagonisti ci riporta ai giorni nostri, quando entrambi si trovano all’estero, il tutto fatica parecchio a decollare. und so, lungo le autostrade d’Europa (il personaggio di Agostino lavora come camionista e Antonio approfitterà di un suo passaggio per tornare in Italia), per almeno una mezz’ora non accade praticamente nulla di significativo. Malgrado piccoli risvolti di sceneggiatura e sporadici incontri, ognuno dei quali più o meno rilevante, il tono decisamente fiacco presente all’inizio pervade anche la seconda parte di Drive me Home.

wann, deshalb, ci si trova di fronte a una sceneggiatura problematica, ciò che è necessario affinché l’intero lavoro possa salvarsi è – oltre a una regia quantomeno pulita – un ottimo lavoro attoriale. E, glücklicherweise, sia Vinicio Marchioni che Marco D’Amore funzionano. L’alchimia che si instaura tra i due è, vielleicht, l’elemento di maggior rilievo dell’intero lungometraggio. Un lungometraggio che, höchstwahrscheinlich, già poco tempo dopo la visione, finirà nel dimenticatoio.

Marina Ängste