SPECIAL # CANNES72 #4 – 14/25 MAI 2019 (JOURNÉE 1): Une horreur signée par Jarmusch inaugure une année pleine de surprises

(da Cannes Luigi Noera – Les photos sont publiées avec l'aimable autorisation du Festival de Cannes)

AL VIA IL FESTIVAL DI CANNES NELLA CORNICE UNICA DELLA CROISETTE

In un Palais de Festival tirato a lucido dove campeggia la foto di una giovane Agnes Varda e con il personale nella nuova divisa impeccabile si è presentata alla stampa in anteprima LA GIURIA 2019 della SELEZIONE UFFICIALE presieduta dal mostro sacro messicano Alejandro Gonzalez Iñárritu (directeur, produttore e sceneggiatore).

Thierry FREMAUX
Copyright Philippe QUAISSE

Accompagnato dal Direttore artistico del Festival Thierry Frémaux e da:

Elle Fanning (actrice / États-Unis)

Maimouna N’Diaye (attrice e regista / Burkina Faso)

Kelly Reichardt (directeur, sceneggiatrice e montatrice / États-Unis)

Alice Rohrwacher (Regista e sceneggiatrice / Italie)

Enki Bilal (Autore di graphic novel & director / France)

Robin Campillo (directeur, sceneggiatore e montatore / France)

Yorgos Lanthimos (directeur, sceneggiatore e produttore / Grèce)

Paweł Pawlikowski (Regista e sceneggiatore / Pologne)

La serata di apertura del 72 ° Festival di Cannes in contemporanea in quasi 600 cinema francesi.

La Cerimonia di apertura del Festival come succede da qualche anno LIVE nei teatri francesi per permettere ad un gran numero di spettatori la visione della prima mondiale del film d’apertura!

à partir de 2010, Festival de Cannes, Canal +, la Federazione nazionale dei cinema francesi e il CNC invitano il grande pubblico a partecipare al più grande evento cinematografico del mondo, consentendo ai cinema di tutta la Francia di proiettare l’eccitazione della Cerimonia di apertura.

Sul palcoscenico del Grand Théâtre Lumière al Palais des Festivals, maestro di cerimonie, attore e regista Edouard Baer per il benvenuto alla giuria del concorso, presieduta da Alejandro González Iñárritu. Mentre Charlotte Gainsbourg e Javier Bardem danno il via alla kermessse festivaliera.

Dopo la cerimonia la proiezione di The Dead Do not Die di Jim Jarmusch, film d’apertura e primo dei film in concorso per la Palma d’oro.

la 72 ° Festival di Cannes in cifre

Il Festival de Cannes ha presentato un rapporto dettagliato sulle cifre di questa edizione riguardo agli impegni presi nella scorsa edizione sull’uguaglianza di genere dopo aver firmato la dichiarazione 5050×2020.

Sono stati presentati Lungometraggi 1.845 film per far parte della selezione ufficiale mentre 4240 cortometraggi sono stati presentati e recensiti dal comitato di selezione tra cui spiccano 8 Opere prime nella selezione ufficiale provenienti da 39 Paesi di produzione.

Il Festival vanta quest’anno progressi nell’UGUAGLIANZA DI GENERE, infatti l’Organizzazione del Festival di Cannes nel complesso è composta da 974 persone di cui il 48% femmes. 4 donne fanno parte del comitato di selezione (Virginie Apiou, Stéphanie Lamome, Guillemette Odicino, Marie Sauvion) e 4 hommes (Paul Grandsard, Laurent Jacob, Eric Libiot, Lucien Logette).

Per quanto riguarda le Giurie i presidenti sono stati nominati nel rispetto della parità di genere nelle quattro giurie:

– compétition: Alejandro González Iñárritu

– Un Certain Regard: Nadine Labaki

– Caméra d’or: Rithy Panh

Cortometraggi e Cinéfondation: Claire Denis

Le quattro giurie sono formate come di seguito:

– compétition: 4 hommes, 4 femmes (e per la prima volta, 3 di loro sono registi),

– Un Certain Regard: 2 hommes, 2 femmes,

– Caméra d’or: 2 femmes, 2 hommes,

Cortometraggi e Cinéfondation: 3 hommes, 1 dona.

Le Registe che hanno presentato le loro opere per la selezione, sono nel complesso il-26% dei lungometraggi e il 32% dei cortometraggi , tandis que le 44% dei film scolastici inviati alla selezione Cinéfondation è stato diretto da una donna. Questi tre numeri, che incarnano tre «generazioni» di cineasti, sono pieni di significato poiché dimostrano che la presenza delle donne sarà sempre più importante in futuro. Nel complesso, 19 de 69 film della Selezione Ufficiale (longs métrages et courts métrages) sono diretti da donne, che rappresentano il 27,5%.

Anche i due film di apertura del Festival sono stati selezionati nel rispetto dell’uguaglianza di genere, con Jim Jarmusch per il concorso ufficiale e Monia Chokri per Un Certain Regard.

Dopo questi numeri così significativi passiamo alle nostre impressioni del film di apertura:

Tilda Swinton interpretaZelda Winston

THE DEAD DON’T DIE di Jim JARMUSCH (1H43) Etats-Unis

Siamo in una cittadina (CENTERVILLE) tranquilla dell’America lontano dai riflettori della politica dove le uniche notizie che arrivano sono le voci di un disastro ambientale annunciato della prossima fine del mondo. A dire degli esperti a causa di trivellazioni scellerate utilizzando il sistema di fracking che provocherebbe variazioni dell’asse di rotazione della terra. Il regista Jarmusch affronta il tema delle fake news che ben altri disastri (politici) ha provocato negli States. Ma c’è dell’altro nel dipingere quelli che dovrebbero sovraintendere alla sicurezza dei concittadini in poliziotti faziosi che parteggiano per l’uno o l’altro concittadino. Da una parte l’uomo fuori dagli schemi che vive nella boscaglia ai margini del cimitero, dall’altra il tipico uomo rompiballe che sa già chi è l’autore della misteriosa sparizione dal suo allevamento di animali.

E’ proprio dal cimitero che si snoda questo horror preannunciato in cui il prologo di calma e quiete prende buona parte della pellicola con il sottofondo di una canzone country ad opera di Sturgill Simpson, scritta appositamente per alleggerire le scene cruente. Tanti i rimandi al cinema di Hitchcock, maestro insuperabile del genere, sia verbali che con immagini del volo di uno stormo di uccelli. I due poliziotti interpretati da Bill Murray (vi ricordate l’acchiappa fantasmi) e Adam Driver, quest’ultimo attore preferito da Jim Jarmush, riscoprono il senso del dovere grazie al regista che impone loro l’estremo sacrificio. Altra interpretazione di rilievo è quella dell’anti zombie Tilda Swinton che con il suo sguardo freddo si rivela alla fine anch’essa una aliena. Insomma per gli amanti del genere c’è tanto da discutere. Quello che colpisce è l’ironia sapiente per una società come quella americana di cui il regista mette a nudo le fragilità. Una buona confezione di stili che però non stupisce più di tanto. Come inaugurazione di un festival come quello di Cannes le aspettative erano tante, ma va bene lo stesso.

 

 

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