El Gouna International Film Festival (Egypte) deuxième édition - 20 / 29 septembre 2018

White Nights con Silvester Stallone

Articolo pubblicato per gentile concessione dell’inviata Alice Kanterian

La seconda edizione del GFF è riassumibile nella interazione dalla mattina fino a tarda notte tra i partecipanti provenienti da tutto il mondo. Tra i corsi di perfezionamento organizzati segnaliamo quello con il regista, produttore e sceneggiatore canadese Paul Haggis, premiato con due Oscar per Million Dollar Baby” e “Crash”. Tra le masterclass notevole quella tenuta dal regista francese Jean-Jacques Annaud (“Il nome della rosa” e “7 anni in Tibet”) che ha pure presentato la nuova serie di piombo insieme all‘attore Patrick Dempsey che è una vera superstar.

Oltre le masterclass si sono tenute varie tavole rotonde come quella sul ruolo dei festival o su come migliorare le opportunità per le donne che lavorano nel Cinema.

 

Accanto al vasto programma di film, si sono svolti incontri quotidiani tra buyers, écrivains, editori, registi e produttori nella piattaforma CineGouna che ha la funzione di avvicinare mentori ai giovani talenti della regione MENA e che partecipano a progetti di sviluppo della stessa piattaforma CineGouna trampolino per la produzione o per finire quelli che sono in post-produzione. “Il nostro telefono è lo stesso!”, Dice il regista di Intimal Festival Al Timimi. “Non vogliamo che il festival significhi solo un vasto programma di film o un affascinante tappeto rosso; vogliamo creare un vero e proprio momento di incontro e collaborazione per incoraggiare e sostenere l’industria cinematografica egiziana ed il cinema arabo.

Il lungometraggio Yomeddine, in concorso quest’anno, è un esempio di questo successo; infatti nella scorsa edizione inaugurale egiziana GFF del 2017 il giovane regista Abu Bakr Shawky partecipò a questo progetto per il completamento appunto di “Yomeddine”. In tale occasione oltre a vincere un premio in denaro attirò l’attenzione del produttore egiziano Hefzy per la realizzazione concreta della postproduzione (colore) e la colonna sonora. Nella seconda edizione la pellicola “Yomeddine” è stato premiato, dopo la prima mondiale di François Chalais all‘ultimo Festival di Cannes, con la Stella El Gouna come Miglior Film di genere arabo. Il regista mi ha personalmente sorpreso durante l‘intervista rivelando la sua ammirazione per i registi rumeni miei conterranei. Da Radu Jude, auteur de AFERIM presentato qualche anno fa alla Berlinale a Radu Mihaeleanu e il suo filmTrain de vie”, allegoria della Shoah. Ma anche il regista Mungiu, i cui film colpiscono per i mezzi semplici usati, quali la combinazione di mise-en-scène, nessuna colonna sonora e cellulari come mezzo di ripresa. Come per i registi rumeni che lo hanno influenzato, i temi del giovane regista Abu Bakr Shawky non sono legati alla società egiziana, ma sono temi universali. “In occasione della cerimonia di premiazione Naguib Sawiris ha dichiarato che viviamo in un mondo in cui l’umanità ha perso il sentimento di accoglienza, un mondo dove la xenofobia è all’ordine del giorno. le film, che ha ricevuto il plauso del pubblico presente alla cerimonia di chiusura di El Gouna racconta la storia di Beshay, un lebbroso alla ricerca della sua famiglia che aveva abbandonato quando era ancora giovane in una colonia di lebbrosi, e l‘amicizia con Obama, un orfano che lo accompagna nel suo viaggio di ricerca delle radici. Sembra un dramma sentimentale, ma in realtà è una commedia. Insieme ai due c‘è l’asino di Harby, terzo personaggio di questo road movie. Questi tremoschettieri”, attraversano il sud dell’Egitto in un alternarsi di paesaggi e personaggi. Dopo lo straordinario successo al Festival di Cannes, è arrivato il bis a El Gouna dovuto al talento dell‘esordiente regista che ha sperimentato anche di comporre immagini poetiche dando voce alle minoranze inascoltate e disobbedienti, private di una vita dignitosa, ma ritratti da lui con dignità.

Siamo solo all’inizio, ma già è il più grande festival del mondo arabo nel numero dei partecipanti”, ha detto il direttore nella edizione inaugurale. La seconda edizione ha superato il numero di partecipanti e film selezionati della prima edizione con in totale 74 film, y compris 15 lungometraggi in concorso.

Intishal Al Timimi e i suoi collaboratori, Teresa Cavina, Raman Chawla, Nicole Guillemet, Mohamed Atef e Jehane Noujaim sono riusciti a presentare al pubblico a El Gouna i vincitori di grandi festival internazionali, compresi film Fuori Concorso. Citiamo il vincitore di Cannes, il capolavoro giapponeseAffari di famigliadiretto da Hirokazu Kore-eda. Ma sono riusciti anche in operazioni impossibili, come quella di presentare il documentarioAquarelail cui unico protagonista è l’acqua. Ad appena solo due settimane dalla prima mondiale a Venezia il doc è approdato al El Gouna. Dans “AquarelaViktor Kossakowsky, enfatizza la potenza dell’acqua, la grandezza delle onde è accompagnata da musica heavy metal, il pericolo è evidente. Il documentario si è imposto nel Concorso Documentari a El Gouna, ricevendo il premio El Gouna Golden Star.

Anche il film horror Tumbbad del regista indiano A. R. Prasad Barve ha inaugurato a Venezia laSettimana internazionale della critica”. Come pure la pellicola palestinese MAFAK (TOURNEVIS) di Bassam Jarbawi è stato presentato a Venezia prima di partecipare a El Gouna, ma anche il lungometraggioRicordi?” di Valerio Mieli presentato nella selezione autonomaLe Giornate degli Autoridi Venezia 2018.

Altro esempio di virtuoso travaso dalla Mostra di Venezia al Festival di El gouna è il film russoL’uomo che ha sorpreso tuttidi N. Merkulov e A. Chupov prodotto da Katia Filipova con Natalya Kudryashowa, attrice nel ruolo del protagonista che è stata premiata come miglior Attrice nella sezione Orizzonti a Venezia, che ha anche ricevuto la menzione speciale della giuria presieduta da Cedomir Kolar a El Gouna.

Altri film presentati per la prima volta nella regione MENA a El Gouna erano già stati presentati ad agosto a Locarno. Così alla produzione di SingaporeUna terra immaginatadiretto da Y. S. Hua, gagnant “Pardo d'oro” au Festival du Film de Locarno, è stato assegnato l’ambito trofeo El Gouna Golden Star. Mentre il premio El Gouna Silver Star è stato assegnato ad un altro film presentato a Locarno del britannico Richard Billingham dal titoloRay & Liz“.

La metà dei film visti a El Gouna è stata presentata in anteprima mondiale meno di un mese fa”, aggiuge il Direttore artistico Intishal. Ma anche sono stati tenuti in conto i problemi attuali dei flussi migratori con una attenzione agli autori di pellicole appunto sui rifugiati, e con impatto umanitario presentati sia in competizione che fuori concorso.

parmi ceux-ci “Of Fathers and Sonsvincitore del Sundance Grand Prix e vincitore di due premi al GFF: El Gouna Star e Silver Star per il miglior film documentario arabo. Derk Talal, documentarista siriano di origine curda, che vive con la moglie dal 2013 in esilio a Berlino, riesce ad entrare nell’intimità di una famiglia di terroristi islamici il cui sogno finale è quello di creare un califfato. Le riprese realizzate quattro anni fa, quando Talal ha trascorso due anni con la famiglia jadista, documentano la struttura fondamentale dello jihadismo stesso. Quello che caratterizza il film è l‘assenza del punto di vista femminile; i protagonisti sono solo bambini che piangono e la voce fuori campo del padre jihadista e della madre che ha perso una gamba dopo una detonazione della bomba. “Di Padri e figliriprende il dramma di adolescenti che sono in realtà ancora bambini. Questi ascoltano leggende dei martiri jihadisti contro le forze di Assad, invece di fiabe e principi. Il padre li ama ma ciò non li risparmierà da servire come sacrificio / offerta suprema. Il cineasta siriano riprende la vita quotidiana di questa famiglia, concentrandosi sui bambini. Quindi scopriamo quali sono i desideri di questi bambini che prematuramente crescono in condizioni così estreme. Lo spettatore diventa testimone della discussione di questi bambini, che non sanno nient’altro, e che testimoniano i loro sogni e le loro paure. Il regista tramite l‘obiettivo ne fa un ritratto, ma non commenta o manipola lasciando lo spazio necessario allo spettatore per formarsi una sua opinione.

Alla domanda se i resposabili di Al Qaeda hanno guardato il documentario, il regista ha risposto che insieme al produttore sono ancora indecisi se sia o non sia una buona idea di inviare una copia del film. La sua paura era palpabile: la maggior parte dei film presentati riflette le conseguenze degli attuali conflitti nella regione araba. Come ha dichiarato uno dei fondatori del Festival Naguib Sawiris durante la cerimonia di apertura “… viviamo in tempi difficili e pericolosi, l‘elemento umanità è la nostra unica speranza”. Questo elemento è basato sull’omonimo film tunisino presentato in concorso DEAR SON. Il film tratta del rapporto tra padre e figlio. Nel ruolo del padre Mohamed Dhrif, attore di teatro e televisivo poco conosciuto. Senza successo si mette alla ricerca del figlio che è stato arruolato dall’ISIS prima di conseguire la maturità. Il film in realtà non parla del terrorismo ma della paternità e delle difficoltà di essere un buon padre. Il regista è il tunisino Ben Attia che ritorna dopo il successo del 2016 di Hedi con questo nuovo film in anteprima nella regione MENA. All’attore protagonista, è stato assegnato a El Gouna il premio come miglior attore insieme all‘attrice polacca Joanna Kulig in COL WAR come migliore interpretazione femminile. Girato in bianco e nero già premiato a Cannes per la miglior scenaggiatura raccontadi una storia d‘amore durante la seconda guerra mondiale.

La grande sfida è stata, cependant, trasformare un luogo turistico con un cinema obsoleto e un numero limitato di posti in un’attrazione internazionale “, spiega il direttore del Festival. El Gouna ha a disposizione le più recenti tecnologie disponibili in sale cinematografiche: 3 sale con oltre 700 posti mentre quasi 400 posti presso il TU Berlin Audimax (università in collaborazione con TU Berlin) e lo splendido anfiteatro con 900 posti al Marina Theatre.

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