SPECIAL # VENEZIA75 #8 - 29 Srpen / 8 září 2018 (DAYS 4&5): nel weekend i primi due italiani in gara Guadagnini e Minervini

(da Venezia Luigi Noera con la gentile collaborazione di Marino Pavido- Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Biennale di Venezia)

The Sisters Brothers. Den 30.

Roberto Minervini e Luca Guadagnini sul red carpet ricevono consensi e critiche, a noi è piaciuto il western francese THE SISTERS BROTHERS di JACQUES AUDIARD

Nel Concorso VENEZIA 75 ci ha ammaliato il francese JACQUES AUDIARD che presenta un western su THE SISTERS BROTHERS. Certo gli interpreti sono di gran valore, e doverosamente citiamo Joaquin Phoenix, John C. Reilly, Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed. Ma quello che fa la differenza, oltre a una buona regia è la sceneggiatura che ci conduce per mano allo sviluppo dell’America come la conosciamo noi. A differenza del film dei fratelli Coen, qui l’empatia tra fratelli (The Sisters Brothers) anche se vivono facendo i killer ha il sopravvento e ci mostra come si è sviluppata l’America dai primi coloni che non conoscevano persino l’esistenza dello spazzolino da denti, il wc e l’acqua nel bagno. Al principio il sostentamento veniva dalle taglie in denaro non solo sui criminali ma anche su chi magari intralciava gli affari del potente di turno. Meravigliosa la scena finale che non vi raccontiamo!

Il pluricandidato a premi LUCA GUADAGNINO si è cimentato su un testo del maestro dell’horror Dario Argento riscoprendo il Masterpiece SUSPIRIA originale con un remake dove Dakota Johnson mostra la sua crescita artistica. Il film è stato contestato, ma il linguaggio che Guadagnino usa travalica l’horror sconfinando in generi che gli sono più congeniali. Anche in questa pellicola che supera le due ore, il ritmo ha sbalzi che costringono lo spettatore a fatiche immani. Allora è questo il limite di una storia che non riesce ad imporsi nell’immaginario della sala costringendolo ad un finale che vuole a tutti i costi chiudere il cerchio senza riuscirci.

Dalla Gran Bretagna un film di impegno civile di MIKE LEIGH che con PETERLOO racconta una fase storica dell’isola dopo la vittoria di Waterloo sulla macchina da guerra napoleonica. E’ una fase di recessione economica e sociale sfociata nel massacro ad opera dell’esercito durante una manifestazione detta appunto Peterloo. Il formalismo usato evoca un linguaggio più consono ad una serie ed anche in questo caso lo spettatore viene costretto a rimanere per 154 minuti ad assistere lo svolgersi dello script. '

Era tanto atteso il ritorno di ROBERTO MINERVINI dopo il successo della trilogia sulla America che lui conosce molto bene perché ci vive. Ed infatti le aspettative del nuovo film WHAT YOU GONNA DO WHEN THE WORLD’S ON FIRE? sono naufragate man mano che le scene si susseguivano mostrando un lato oscuro dei neri d’America. E’ vero che dopo 200 anni di razzismo in America la popolazione nera è una polveriera sopita che può esploder dopo la lezione di Donald Trump come Presidente, però ci sarà pure una via di mezzo. A tanti non è piaciuto, ma forse la realtà è proprio quella descritta da Minervini e quindi dovremmo rifletterci sopra.

 

Infine l’altra pellicola francese di DAVID OELHOFFEN che propone con FRÈRES ENNEMIS un poliziesco adattato ai nostri tempi dove i buoni e i cattivi si mescolano tra loro come succede nelle nuove periferie globalizzate parigine. Insomma un prodotto mediocre adattato ai tempi moderni.

Per la critica ed il pubblico la classifica provvisoria conferma il messicano Cuaron al primo posto seguito dal film francese The Sisters Brothers che nettamente superano i fratelli Coen, inaspettatamente sono superati da Damien Chazelle e il suo The First Man, film che inaugurato la Mostra.

E’ stato molto interessante FUORI CONCORSO EVENTO SPECIALE il documentario sulla genesi del film incompiuto di Orson Wells in THEY’LL LOVE ME WHEN I’M DEAD dell’americano MORGAN NEVILLE USA. Al riguardo citiamo che nella sezione Venezia Classici è stata presentata la versione di The Other Side of Wind montando il materiale lasciatoci dal Maestro.

Sempre FUORI CONCORSO tra le PROIEZIONI SPECIALI i primi due episodi a firma di SAVERIO COSTANZO della serie L’AMICA GENIALE. Un ritratto dei quartieri popolari napoletani del dopoguerra dove nelle scuole elementari le classi erano suddivise per genere. Già da allora l’artigiano e il negoziante dovevano fare i conti con lo strozzino e delinquente di turno. In quest’ambiente si sviluppa l’amicizia tra due ragazzine grazie alla voce narrante di una di loro.

Invece non siamo riusciti a visionare IL DIARIO DI ANGELA – NOI DUE CINEASTI di YERVANT GIANIKIAN e FUORI CONCORSO FICTION argentina LA QUIETUD di PABLO TRAPERO. Di quest’ultima i rumors del Lido mostrano il pollice verso.

Passiamo infine alla sezione HORIZONTY dove ancora una volta un film israeliano ci ha stupito. Si tratta di TEL AVIV ON FIRE di SAMEH ZOABI. Il titolo prende spunto da una seguitissima serie TV palestinese dalle due parti divise dal nuovo muro di Gerusalemme. protagonista, pendolare fra Ramallah e la zona israeliana, ha un lavoro precario come assistente della produzione della Serie. Alcune circostanze lo portaano alla ribalta della produzione grazie all’aiuto di una guardia israeliana. Si tratta di una graffiante critica ad entrambe le parti in causa. La domanda che ci si pone è: ma le popolazioni delle opposte fazioni sono d’accordo con i loro rappresentanti? Ci auguriamo che almeno prenda il premio come migliore sceneggiatura della sezione Orizzonti.

Anche dalla Turchia una pellicola importante per lo stile e i contenuti: ANONS (THE ANNOUNCEMENT) di MAHMUT FAZIL COŞKUN prova a ricostruire uno dei tanti colpi di stato non riusciti nella porta orientale dell’Occidente. I golpisti debbono annunciare alla radio l’avvenuto colpo di stato, ma qualcosa non va per il verso giusto e si ritrovano a peregrinare per le vie di Istanbul alla ricerca del tecnico radiofonico imbastendo una trama grottesca sul futuro. Certo è che il regista non si è potuto esporre più di tanto ed è comprensibile con l’attuale situazione politica e per questo va ringraziato calorosamente.

Sempre in tema di dittature lo spagnolo ÁLVARO BRECHNER ricostruisce con LA NOCHE DE 12 AÑOS un periodo buio dell’Uruguay, quando la testa pensante dei Tupamaros venne decimata (1972) e ridotta ad ostaggio del governo dei militari. La stand ovation che è seguita è ovviamente di natura politica, ma per comprendere il periodo ci viene in aiuto Kusturica con il suo doc sul penultimo Presidente uruguaiano che era uno degli ostataggi della dittatura.

Purtroppo non possiamo riferirvi su CHARLIE SAYS di MARY HARRON che tratta il più famoso C. Mason autore di un suicidio di massa e dell’assassinio di Sharon moglie del regista Polansky

 

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