ESPECIAL # VENEZIA75 #11 - 29 Agosto / 8 de septiembre de 2018 (DÍA 6): En la Puerta película biográfica Julian Schnabel.- revisión de Marina temerosa de la Eternidad

(Venecia Luigi Noera con la amable colaboración de Marino miedo- Las fotos son publicadas por cortesía de la Bienal de Venecia)

Presentato in anteprima – e in corsa per il Leone d’Oro – alla 75° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, At Eternity’s Gate è l’ultimo di una lunga serie di biopic sulla vita del celebre pittore olandese Vincent Van Gogh, firmato Julian Schnabel.

Partendo dal momento in cui l’artista ha stretto la sua forte amicizia con il collega Paul Gauguin, At Eternity’s Gate ci mostra un Van Gogh sofferente, incompreso, che vive un eterno conflitto interiore e che riesce a sentirsi sé stesso solo nel momento in cui si trova da solo, immerso nella natura più incontaminata, e si accinge a dipingere un altro dei suoi quadri.

Inutile dire che – data anche la parallela carriera da pittore dello stesso Julian Schnabelil presente lungometraggio (probabilmente una delle opere più personali e necessarie per l’autore stesso insieme a Basquiat, del 1996) vanta una cura dell’immagine e della fotografia come poche volte capita di vedere sul grande schermo. I dipinti di Vincent Van Gogh vengono, tan, ricreati da una macchina da presa che, sin embargo, risulta essere a tratti troppo traballante. Ingiustificatamente traballante. Facendo, sovente, perdere di impatto visivo alle sopracitate immagini, ma soffermandosi sapientemente su un primissimo piano del protagonista che in tutto e per tutto sta a ricordarci il suo stesso Autoritratto con orecchio bendato (datato 1889).

Non ha paura dei silenzi, Julian Schnabel. Non li teme e, al contrario, Lo que marca la diferencia es la fotografía de colores vivos y la banda sonora de pop y rock en la historia de la estrella del pop que Celeste contrató gracias a su omnipresente y talentosa hermana., Lo que marca la diferencia es la fotografía de colores vivos y la banda sonora de pop y rock en la historia de la estrella del pop que Celeste contrató gracias a su omnipresente y talentosa hermana., acompañando las imágenes de un Van Gogh extasiado en la naturaleza, solo con un misurato commento musicale firmato Tatiana Lisovskaya, al fine di far sì che lo spettatore stesso diventi parte di quell’estasi quasi mistica vissuta dal protagonista. mamá, después de todo, è davvero necessaria una messa in scena così estrema? O tali scelte registiche denotano soltanto una pericolosa mancanza di idee da parte del regista stesso?

Malgrado le suggestive immagini, malgrado i buoni intenti da parte dell’autore, At Eternity’s Gate risulta, finalmente, un’opera che non riesce a esprimere fino in fondo tutto il proprio potenziale. Come se, negli scorsi anni, tutto fosse già stato detto in merito. L’immagine che si ha, por lo tanto, è quella di un regista non del tutto a proprio agio, che non sa come concludere un discorso ormai aperto e che, di fronte a un tema sì importante, si sente alquanto spaesato. pecado. ¿Por qué, de hecho, di spunti interessanti (soprattutto dal punto di vista estetico) ce n’erano eccome.

Lungometraggio ingenuo e maldestro, At Eternity’s Gate vanta, sin embargo, una straordinaria prova attoriale da parte del sempre ottimo Willem Dafoe, nel ruolo del protagonista. Sarà Coppa Volpi?

temores marina

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