#ROMEFILMFEST 20 – 15/26.10.2025 SPECIALE #6 (DAY 3)

Il FOCUS di Gaia Serena Simionati: Le Serie

(da Roma Luigi Noera, con la gentile collaborazione di Eleonora Ono e l’apporto di Gaia Serena Simionati – le foto sono pubblicate per gentile concessione di #ROMEFILMFEST)

‘THE DEAL’, LA SERIE SVIZZERA SU ATOMICA IRANIANA

Diretta da Jean-Stéphane Bron, alla Festa di Roma la serie sulla interessante e attuale ‘The Deal’. Una coproduzione franco-svizzera, belga e lussemburghese. La serie in tre lingue, racconta i retroscena delle sofisticate trattative politiche sulla produzione nucleare e la minaccia atomica

Genève, Hôtel du Grand Rivage. 2015 , li si apre il primo episodio Miss Nobody dell’interessante serie ‘The deal’, la trattativa, presentata già al Locarno Film Festival (78esima edizione) e ora al Rome Film Fest.

Diretta da Jean-Stéphane Bron, The deal è una splendida co-produzione svizzera per Bande à Parte e la francese Artè, oltre a Belgio e Lussemburgo sviluppata in tre lingue (Inglese, Francese, Farsi).

Vi si narra il lungo e sofisticato dietro le quinte, nelle negoziazioni al tavolo svizzero con Cina, Russia, Usa riguardanti la produzione nucleare iraniana e la resa asfittica della sua economia a causa delle sanzioni.

Il tutto è collocato negli ottimi scenari di grandi alberghi, hall e salle des bains ideati da Véronique Sacrez e Liza Weinland.

Questi sono corroborati da una fotografia satinata e nitida di Adrien Bertolle.

Sanzioni, 150 billioni di dollari congelati nelle banche svizzere, richieste specifiche, incontri segreti, Mossad sempre in agguato.

Tensione palpabile grazie anche alle musiche centrate e mai invasive di Amine Bouhafa, Christian Garcia-Gaucher, Gast Waltzing.

Luoghi eleganti, molte lingue parlate, la sofisticazione della storia nata dalla realtà, si estende anche alla sua versione cinematografica lasciando lo spettatore col fiato sospeso, come in un thriller.

Egli rimane in una suspense perenne per capire se mai Usa e Iran arriveranno finalmente ad un accordo, all’ultimo metro.

Non vi insegnano più niente alla scuola di giornalismo – dice uno dei reporter, Tony Reyes di Stanford Times, all’incontro con una giornalista televisiva già giunti al 5° round di negoziazioni. Menzionando il ruolo devastante delle soffiate alla stampa e il ruolo di quest’ultima spesso rovinoso nellea delicatezza delle trattative.

Le parole del REGISTA

“Mi calo nei retroscena della diplomazia per raccontare i costi umani del potere in un dramma intimo e avvincente. Cerco di rivelare con occhio da documentarista le crepe del protocollo e i fragili legami dietro le grandi sfide.”

Jean-Stéphane Bron è un regista e sceneggiatore svizzero di documentari. I suoi film trattano temi politici: la crisi della democrazia, la crisi economica, l’ascesa del populismo. Cleveland Versus Wall Street (2010) è stato candidato al César. Con The Paris Opera (2017) ha vinto per la terza volta lo Swiss Film Award come miglior documentario. È produttore della Bande à part Films, insieme a Ursula Meier, Lionel Baier e Frédéric Mermoud.

Gaia Serena Simionati

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