#BERLINALE 75 13/23 febbraio 2025 SPECIALE #15 (DAY 6)

Da Marlene-Dietrich-Platz il Focus del giorno su Perspectives e sulla sezione Generation 14plus nello sguardo critico di Eleonora Ono in due storie al femminile

(dalla #Berlinale Luigi Noera con la gentile collaborazione di Eleonora Ono, Marina Pavido e Valentina Vignoli della Redazione RdC – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della #BERLINALE)

Perspective

Duas Vezes João Liberada (Two Times João Liberada) di Paula Tomás Marques – Portogallo 2025 WP | Opera prima

La Trama: João è protagonista di un film biografico sulla non-conformità di genere Liberada, perseguitata dall’Inquisizione. Quando il regista del film viene colpito da una misteriosa paralisi, João affronta il caos, determinato ad onorare la storia di Liberada ed a finire il film.

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Lungometraggio interessante soprattutto per quanto riguarda la fotografia, che risulta essere molto frammentata, con una sequenza di immagini distorte ad intervalli di colore, successivamente in bianco e nero per poi concludere con alcuni disegni stilizzati.

Un inizio curioso: sembrano i piedi di un uomo, disteso sul letto, perciò la pellicola riesce a catturare sin dall’inizio l’attenzione. Successivamente la storia si infittisce dato che si tratta di un girato dentro ad un girato, ossia è una troupe che si trova a girare un film biografico come protagonista una donna perseguitata dall’inquisizione del Portogallo del XVIII secolo

Inoltre, un’altra nota curiosa è l’inizio che è come la fine del rullo.

Tuttavia, João, un’attrice di Lisbona, ragazza non conforme al genere Liberada.

Dunque, è piuttosto evidente come questa storia racchiuda una sofferenza incisiva ma colma di resilienza e ribellione contro i ruoli di genere stabiliti.

L’attrice principale ha un carattere forte poiché, si nota in maniera chiara, lo scontro con le idee del regista ed il motivo riguarda proprio l’eredità di Liberada. Queste tensioni si approfondiscono quando il fantasma della della pellicola comincia a perseguitare João nei suoi sogni e i confini tra passato e presente diventano sfocati. Tutto si unisce con la realtà o tutto diventa finzione?

Generation 14plus

Sunshine di Antoinette Jadaone | Filippine 2024 | Prima Europea

Sunshine rappresenta le centinaia di migliaia di ragazze che sono rimaste incinte durante l’adolescenza. Circa 500 filippini adolescenti diventano madri ogni giorno. Sono state intervistate molte giovani madri che contemplavano l’aborto ma che poi sono andate avanti con la loro gravidanza. Queste storie sono agghiaccianti poiché riflettono una realtà che viene poco affrontata o meglio poco trattata.

La pellicola è una di quelle che è bella e balla anche!

Il messaggio che traspare riguarda una delicatezza singolare: una solidarietà tra piccole e grandi donne, che non bisogna dare per scontata.

Vi è anche una forma di partecipazione, aiuto, disponibilità, unione e sostegno con l’altro non comune. Tutti questi valori non possono andare perduti perché la vita è davvero un’evoluzione costante sia per gli esseri umani che per la natura e, se non si pone la giusta attenzione, si rischia di vanificare tutto ciò che si possiede.

La pellicola si apre e si chiude con un ritmo di musica accattivante e seducente, che dona la giusta energia alla ginnasta che dovrà sostenere una prova importante per raggiungere il suo sogno.

Riuscirà a raggiungere questo obiettivo prefissato?

Dunque, la riflessione che nasce grazie alla visione del film, è tutto dire: in un paese del terzo mondo, la scelta è un privilegio. Ma cosa vuol dire “scegliere”? Tutti conoscono il significato?

Ed allora è vero quello che si dice, ossia che ci vuole un villaggio per crescere un bambino, però – di fatto -chi è che crescerà la giovane donna costretta a fare la madre perché non aveva scelta?

Le Filippine, inoltre, sono una repubblica presidenziale e possiedono una politica economica e sociale turbolenta. Questa storia va oltre aborto. Dietro ogni donna incinta adolescente, dopo tutto, vi è una società che lascia che questo accada. È possibile evitarlo?

Eleonora Ono

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