#BERLINALE 75 13/23 febbraio 2025 SPECIALE #11 (DAY 5)

Da Marlene-Dietrich-Platz il Focus del giorno in Concorso

(dalla #Berlinale Luigi Noera con la gentile collaborazione di Eleonora Ono, Marina Pavido e Valentina Vignoli della Redazione RdC – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della #BERLINALE)

La recensione di Marina: If I Had Legs I’d Kick You di Mary Bronstein

Competition

La Trama: Mentre la vita le crolla addosso, Linda cerca di affrontare la misteriosa malattia del figlio, l’assenza del marito, la scomparsa di una persona e un rapporto sempre più ostile con il suo terapeuta.

Presentato in concorso alla Berlinale 2025, If I had Legs I’d kick You è il secondo lungometraggio della regista statunitense Mary Bronstein.

Protagonista del film è Linda, dunque, sposata e con una bambina piccola affetta da una misteriosa malattia, per cui ha bisogno di cure costanti. Suo marito è andato via qualche settimana per lavoro e la donna si trova da sola a badare a sua figlia, conciliando, al contempo, il suo lavoro di psicoterapeuta. Un giorno, tuttavia, la situazione precipita improvvisamente: a causa di infiltrazioni d’acqua nel soffitto di casa sua si forma un enorme buco e la donna è costretta a trasferirsi con sua figlia momentaneamente in albergo, in attesa che il danno venga riparato.

E così, If I had Legs I’d kick You ci mostra come in una sorta di labirinto di cui sembra praticamente impossibile trovare l’uscita la quotidianità di Linda, una donna sostanzialmente sola, che nessuno riesce ad aiutare e che sembra non trovare comprensione proprio da nessuno. Nemmeno dal suo stesso terapeuta.

La macchina da presa della regista si concentra sovente sul volto della sua protagonista, grazie a primissimi piani e dettagli atti a farci empatizzare con lei già dai primi minuti. E ciò accade durante tutto il lungometraggio, in cui, di fatto, mai ci viene mostrata la bambina stessa, quasi come se si trattasse di un fantasma. Una scelta registica, la presente, particolarmente coraggiosa e azzeccata, che riesce appieno nei suoi intenti e che rende il confusionario mondo della protagonista ancora più claustrofobico.

E poi, naturalmente, in If I had Legs I’d kick You, non può assolutamente mancare il tema della maternità stessa. Una maternità vissuta sovente in modo problematico, ora a causa di fantasmi del passato (come la stessa Linda ammette con il suo terapeuta), ora a causa di paure eccessive e di sovraccarichi di responsabilità (particolarmente degna di nota, a tal proposito, una delle pazienti di Linda, madre iper protettiva e apprensiva che non si separa mai da suo figlio neonato, ma che, improvvisamente, abbandona quest’ultimo nello studio della protagonista, durante una seduta di psicoterapia). Una maternità le cui difficoltà non vengono mai realmente comprese.

Eppure, nonostante la drammaticità dei temi trattati, If I had Legs I’d kick You ha comunque i toni della commedia, facendo di eccessi e paradossi, in tal senso, i propri cavalli di battaglia. Una commedia drammatica e dal retrogusto amaro, che di spunti di riflessione ce ne offre davvero tanti.

Marina Pavido

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