
Da Marlene-Dietrich-Platz il Focus del giorno in Perspectives: un opera prima sulla disabilità in un film allucinogeno
(dalla #Berlinale Luigi Noera con la gentile collaborazione di Eleonora Ono, Marina Pavido e Valentina Vignoli della Redazione RdC – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della #BERLINALE)
La recensione di Valentina: How to Be Normal and the Oddness of the Other World di Florian Pochlatko – Austria 2025 WP | Opera prima
Perspective
la Trama: Appena uscita dall’ospedale psichiatrico, Pia torna a vivere con i genitori per ricostruire la sua vita. In un mondo che sembra instabile quanto lei, si destreggia tra lavoro, delusioni amorose, medicine e stigma sociale mentre cerca un equilibrio.
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“In un mondo di infinite possibilità, Pia sceglie di stare male”. Confonde e sorprende questo film austriaco, allucinato e allucinogeno, che a tratti sembra ricalcare il gusto dei video musicali anni ’90, 2000. La giovane protagonista Pia ha terminato un ricovero psichiatrico. La sua terapia di stabilizzazione è fatta di pillole colorate; antidepressivi e medicinali vari che la rendono gonfia… Non si riconosce più in un corpo che è influenzato da mille stimoli che non sa distinguere. E non si riconosce più quando si guarda allo specchio: non riesce a vedere il suo volto, si percepisce come un mostro gigante con la faccia coperta da una fetta di formaggio.
Le sue allucinazioni rivivono nelle immagini, e forse sono anche proprio conseguenza del flusso di immagini al quale siamo tutti sottoposti nella contemporaneità digitalizzata. Non mancano riferimenti al cinema di Lynch, a Matrix: “Dov’è la realtà, qual è la realtà?”, si chiede incessantemente la protagonista.
Il rapporto d’aspetto, l’aspect ratio, cambia continuamente, proprio come la percezione della realtà di Pia. Non siamo mai certi se stiamo assistendo a un sogno, all’alienante mondo circostante, o se siamo dentro un film nel film.
Pia non è sola. Ma tornare nel mondo dopo essersene tagliata fuori, non è impresa facile. Il suo ragazzo è andato avanti; le sue amiche non comprendono più il suo senso dell’umorismo, troppo crudo e spaventoso (“cringe” si direbbe oggi).
Nell’arco della storia, Pia incontra personaggi che hanno qualcosa da insegnarle, o da rimproverarle, o storie da condividere simili alla sua. Non cambia, però, il suo più grande desiderio: essere normale e smettere di vivere di allucinazioni e complotti. Potrebbe non essere la sua paura ma la paura delle persone che ha intorno. Il mondo appare come un incidente dal quale ci saremmo potuti salvare.
Valentina Vignoli