#BERLINALE 75 13/23 febbraio 2025 SPECIALE #6 (DAY 3)

Dallo Zoo Palast il Focus del giorno sulle sezioni collaterali Panorama e Forum nello sguardo critico di Eleonora Ono

(dalla #Berlinale Luigi Noera con la gentile collaborazione di Eleonora Ono, Marina Pavido e Valentina Vignoli della Redazione RdC – Le foto sono pubblicate per gentile concessione della #BERLINALE)

Panorama Doc

Paul di Denis Côté – Canada 2025 WP

Paul è soggetto a depressione ed ansia sociale, conduce una vita solitaria e di routine a casa.E’ timido, discreto ma probabilmente affascinato dall’idea di vedere un giorno un documentario su di lui ma anche molto intelligente e ben capace di mettere in parole il suo percorso di vita passata e presente.

Adora in particolar modo il mondo di Alice nel paese delle meraviglie, dettaglio evidente all’interno del suo luogo sicuro. Inoltre, è costantemente ossessionato dalla pulizia e dal pensiero di rendere il suo mondo più luminoso e candido. Una di queste soluzioni è stata quella di trovare un

sicurezza ed un rifugio nella schiavitù di donne autoritarie che lo accolgono per svolgere lavori domestici. Pertanto, diventa il sottomesso “Cleaning Simp Paul” e grazie al profilo Instagram, condividendo un video alla volta non rinunciando così alla sua lotta per trovare la pace interiore e allo stesso tempo rendere felici le sue donne preferite, si esilia in un’avventura virtuale, fantasiosa e terapeutica che ha soprannominato Cleaning to Save My Life. Inoltre, attraverso l’aiuto di una telecamera osservativa e senza giudizio, presenta un individuo atipico e accattivante che testimonia a suo modo la ricerca, a volte insolita, verso il benessere.

La fotografia si sofferma su dettagli particolari e delicati. Sono presenti parecchi fermo immagine, e ad esempio molte inquadrature che seguono proprio l’andatura della pezza sul tavolo, come se fosse lo spettatore a compiere il lavoro e molti primi piani sul protogonista.

Opera interessante su come il soggetto riesce a cambiare la prospettiva del problema, portandolo sul piano della risoluzione. Del resto, non tutti sono in grado di comprendere che buio e luce fanno parte della stessa medaglia e che non esiste l’uno senza l’altro.

Tuttavia, il rullo, per alcuni versi, risulta essere vagamente claustrofobico, come se l’essere servili fosse l’unica via di salvezza, o fine ultimo, da uno stato depressivo.

In ogni modo, è pur vero, che non tutti gli essere umani reagiscono al dolore allo stessa maniera e – per giunta – non è neanche scontato che si possiede il desiderio di uscire da un determinato malessere.

Pertanto, valida opera cinematografica se si percepisce come una cartina di torna sole!

Forum

Fwends di Sophie Somerville Australia 2025 WP | Opera prima

Pellicola che scorre come un fiume in piena: due amiche, Em e Jessie, che, mentre esplorano la città, condividono storie e le loro conversazioni si tuffano nella complessità della vita moderna, esponendo strati dei loro viaggi personali ed il peso del loro lavoro esistenziale.

Il rullo cattura una generazione sola, preoccupata ed in preda al caos con una totale crisi individuale.

Le due amiche cercano disperatamente un senso in un paesaggio frenetico ed in continua evoluzione. È totale inno al potere dell’amicizia e un’ode alla splendida confusione della vita reale, alle emozioni bruciate e alle rivelazioni toccanti.

Sin dal primo frame si percepisce che si tratterà di un film vivo, colmo di avventure, pieno di avvenimenti non scontati.

La storia è intensa, Em e Jessie coltivano un rapporto molto complice, trattano tematiche piuttosto delicate del loro vissuto. Nonostante si tratti di un solo weekend fuori dalla routine quotidiana, sembra che il tempo per loro si sia fermato. Perciò, riescono ad investire il tempo in tante cose diverse.

La fotografia è briosa, esuberante e movimentata grazie anche alla palette di colori che vira sul rosso, verde, blu e tutte le sfumature della città, che donano un guizzo maggiore. Inoltre, l’originalità clamorosa traspare soprattutto nella serata in cui Jessie ed Em decidono di andare a ballare, quasi una versione rivisitata di “Trainspotting”: un lavoro superlativo e sbalorditivo!

Il rullo centra l’obiettivo: tornare a condividere alcuni momenti con le proprie persone preferite, cercando di divertirsi con condivisioni pure e semplici. Ad esempio farsi una maschera per viso, passeggiare per i parchi, abbracciare gli alberi, giocare con le coccinelle. Tutto questo senza il telefono, in modo da concentrarsi solo sul momento presente, del qui ed ora, senza distrazioni futili.

Infatti, il momento che si dedica alle persone importanti dovrebbe essere un attimo in cui si torna a respirare, senza essere sopraffatti dall’ansia o da pensieri intrusivi, in modo da vivere ogni istante.

Tutto ciò, si condivide solo e non si subisce, così si ritrova la forza interiore, nel comunicare con le persone di valore.

Nel terzo millennio è molto faticoso ma si possono riportare in auge i valori antichi, se solo si ponesse maggiore attenzione: nulla è scontato!

Le parole della regista, Sophie Somerville: “Credo che sia essenziale raccontare storie che ci permettano di vedere persone super ordinarie che ci assomigliano molto. È un modo di interrogarci con un occhio incrollabile, giocoso e scettico.

La creazione di quest’opera è stato un vero momento di guarigione, e di consapevolezza nei confronti degli esseri umani che sono così spaventati per il proprio futuro, feriti e spaventati.

Il mio intento principale nel fare “Fwends” era quello di trovare un modo per mostrare due persone reali, e il mondo concreto, in tutta la sua splendida confusione.

Penso che il pasticcio sia una sorta di “ bella” .”

Eleonora Ono

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