#L’Abbaglio di Roberto Andò – la recensione di Vittorio de Agrò (RS)

#L’Abbaglio ossia la spedizione dei mille nell’illusione di creare un Italia unita , giusta e uguale fu un abbaglio? Ma forse lo è stato anche il film a cui si ispira

Sinossi: 5 maggio 1860. Giuseppe Garibaldi si prepara a compiere l’impresa dei Mille e affida al colonnello Vincenzo Giordano Orsini l’incarico di reclutare i volontari. Vanno bene un po’ tutti, anche i giovanissimi e gli sprovveduti. Fra questi ultimi ci sono Domenico, un siciliano claudicante specializzato in fuochi d’artificio, e Rosario, un palermitano emigrato al Nord che millanta un titolo nobiliare e un passato all’accademia militare: poco che siano  due impostori. Anche loro saranno utili.

Tony Servillo – (C)  fotografia di Lia Pasqualino

Recensione: Roberto Andò e i produttori dopo il successo  di “La Stranezza” al box office, non hanno avuto alcun dubbio nel riproporre nuovamente sullo schermo il trio Servillo-Ficarra e Picone. Ma mai dare per scontato il risultato.

Roberto Andò con gli altri due sceneggiatori Chiti e Gaudioso  hanno creduto che fosse possibile, spontaneo , quasi inevitabile passare dalla farsa pirandelliana alla spedizione dei mille utilizzando lo stesso schema narrativo ed i medesimi meccanismi di racconto anche nello scrivere la sceneggiatura de L’Abbaglio.

L’effetto sorpresa può valere una volta, ma non potrà mai essere il perno di una sceneggiatura, l’anima di un film.

Volendo essere chiari e diretti: se nel “La Stranezza” mescolare, alternare sulla scena Toni Servillo ed il duo comico siciliano aveva prodotto un effetto “piacevolmente strano”, destando curiosità nello spettatore e creando le condizioni per una visione godibile e brioso.

Le medesime  condizioni creative, attoriali e di regia riproposte  tre anni dopo nell’Abbaglio hanno prodotto l’effetto opposto e negativo.

Cosa è successo a Roberto Andò con la convinzione di poter raccontare la gloriosa spedizione dei Mille grazie a Ficarra e Picone.

L’illusione di poter far coesistere ricostruzione storica e finzione si infrange dopo poche scene, portando a galla la fragilità di un progetto e le differenze esistenti tra il  cinema di Servillo e quello di Ficarra e Picone. Tre anni fa le criticità e contraddizioni furono nascoste con bravura ed esperienza registica.

L’ Abbaglio si rivela un film privo di una propria identità.

La storia oscilla tra storia e finzione dando allo spettatore pochi strumenti per entrare nel mood emotivo e simbolico del film.

L’ Abbaglio si affida all’esperienza e personalità scenica di Toni Servillo, all’accurata ricostruzione scenografica e dei costumi. Il duo Ficarra-Picone incide poco  nella storia.

La spedizione dei mille, l’illusione di creare l’Italia unita , giusta e uguale fu un abbaglio. Forse lo è stato il film a cui si ispira.

Vittorio De Agrò (RS)

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