Il tributo cinefilo a #Lynch di Alexandre O. Philippe

#Lynch / Oz è un DOC presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2022 nella sezione FREESTYLE per la regia di Alexandre O. Philippe, direttore creativo di Cinema Vertige (Denver), vincitore a Venezia Classics 2024 con Chain Reactions

Giudizio: 5/5

Sinossi: Dopo gli apprezzatissimi film-saggio The People vs. George Lucas e 78/52 (sulla scena della doccia di Psycho), Alexandre O. Philippe indaga i legami tra Il mago di Oz (1943) di Victor Fleming e l’universo inquietante e fiabesco di David Lynch, ritrovando l’influenza del primo non solo dove è più evidente (Cuore selvaggio, Twin Peaks – Il ritorno), ma anche dove è più sottile e a volte profonda: da The Elephant Man a Mulholland Drive e Lost Highway.

In sei capitoli, accompagnati da guide come John Waters, Rodney Asher (l’autore di Room 237), Karyn Kusama (Jennifer’s Body, Destroyer) e David Lowery (l’imminente Peter Pan & Wendy della Disney), Philippe ci conduce in un viaggio nell’immaginario americano tra i suoi sogni e le sue paure ricorrenti. E attinge, con una libertà mai concessa prima, ai film di Lynch, creando accostamenti illuminanti.

Recensione: Lynch/Oz è un documentario magnetico, un piccolo gioiello che ipnotizza chi lo guarda per ogni singolo minuto. Mai noioso, mai troppo didascalico; conquista, emoziona, commuove.

Il documentario è costruito tenendo sempre presenti due pilastri, che anche sullo schermo occupano lo spazio scenico di due colonne: The Wizard of Oz di Victor Fleming e la filmografia completa di David Lynch.

Tenendo sempre saldi questi riferimenti il film spazia, e oltre a ripercorrere la carriera dell’enorme regista, viene passata in rassegna anche la storia del cinema.

Sembra quasi di sfogliare le pagine di un almanacco o dell’album dei ricordi di un grande cinefilo. I registi che fanno da critici e voci narranti ammiccano allo spettatore, lo seducono con scene che ormai fanno parte della cultura di massa e che vengono rilette e interpretate con una retorica che tocca tutti i tasti giusti per farsi sopraffare dalla nostalgia.

Rivedendo queste scene, ripercorrendo i capolavori di Lynch e altre pietre miliari del cinema, scena dopo scena, riferimento dopo riferimento, mistero dopo mistero, anche lo spettatore mette su le sue scarpette rosse e si incammina in questo sbalorditivo percorso di mattoni gialli, precipitando in quel mondo fantastico e colorato che è il cinema.

E quando il sipario si chiude, la magia svanisce, lo spettatore si alza e torna a casa. Il sogno è finito e Dorothy è, finalmente, nella sua stanza.

Maria Vittoria Battaglia

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