Cari Lettori, dalla redazione di Raccontar di Cinema un Augurio di un Santo #Natale2024 in Famiglia
Come ogni anno il nostro motto rimane #E’NataUna Stella a cui abbiamo aggiunto #Speranza (tema dell’Anno Santo 2025) e che è quanto Papa Francesco quest’anno ha suggerito facendo gli auguri alla Curia Romana con una nuova denuncia delle violenze nella Striscia di Gaza, quelle che non risparmiano neppure i bambini, il discorso che il Papa, ha esortato a mai maledire gli altri. A Gaza una crudeltà bombardare bambini. Introdotta dal saluto del cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, che punta lo sguardo su quest’epoca “in cui infuria l’incendio delle guerre” e si assistono a “disumanità” e “orrori” che affliggono i cuori. Queste parole seguite da quelle di Papa Francesco per stigmatizzare la violenza dei conflitti, alla luce anche delle quotidiane notizie degli attacchi aereo israeliani su Gaza che uccidono persone, tra cui anche bambini. “Il cardinale Re ha parlato della guerra: ieri il patriarca (Pierbattista Pizzaballa, ndr) non l’hanno lasciato entrare a Gaza come avevano promesso e ieri sono stati bombardati bambini”, scandisce Francesco.
Questa è crudeltà, questa non è guerra.
Il Papa si è quindi soffermato su San Paolo, il quale scrivendo alla comunità di Roma, dice: «Benedite e non maledite» (Rm 12,14). Possiamo intendere l’esortazione anche in questo modo: “Dite bene e non dite male”. Questo atteggiamento, il parlare bene e non parlare male, è un’espressione dell’umiltà, e l’umiltà è il tratto essenziale dell’Incarnazione, in particolare del mistero del Natale del Signore, che ci apprestiamo a celebrare.
Ahimè anche quest’anno, dopo due anni di pandemia e tre anni di Guerra in Ucraina con centinaia di migliaia di lutti (si parla ormai di aver superato il milione di vittime), un’altra sventura è infatti al secondo anno, la Guerra in Terrasanta, ci rende tristi, soprattutto rende tristi non solo i bambini della “martoriata Ucraina”, ma anche i bambini palestinesi.
L’anno che si sta chiudendo quindi è stato un altro anno funestato da lutti per violenza fratricide ad oriente con le incognite degli sviluppi in Siria e del nuovo (in realtà un ritorno) inquilino della Casa Bianca il quale ha vinto per i suoi proclami, più che per i meriti.
Ma non solo, teniamo a ricordare ancora purtroppo il popolo iraniano che soffre per la repressione di uno potere dittatoriale dove non solo gli intellettuali (molti esponenti di spicco del Cinema tra cui registi e attrici) ma anche i giovani vengono arrestati e giustiziati dopo processi sommari.
Nonostante tutto però Cristo Gesù anche quest’anno viene tra di noi per annunciare la Buona Novella salvifica con appunto un messaggio di #Speranza al quale si ispira l’Anno Santo che viene inaugurato oggi da Papa Francesco.
Al riguardo anche Papa Francesco nella lettera apostolica di indizione dell’Anno Santo ha esortato:
“ Omissis . . . Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante. Il prossimo Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza. Per questo ho scelto il motto Pellegrini di speranza. Tutto ciò però sarà possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternità universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della povertà dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani. Penso specialmente ai tanti profughi costretti ad abbandonare le loro terre. Le voci dei poveri siano ascoltate in questo tempo di preparazione al Giubileo che, secondo il comando biblico, restituisce a ciascuno l’accesso ai frutti della terra: Ciò che la terra produrrà durante il suo riposo servirà di nutrimento a te, al tuo schiavo, alla tua schiava, al tuo bracciante e all’ospite che si troverà presso di te; anche al tuo bestiame e agli animali che sono nella tua terra servirà di nutrimento quanto essa produrrà (Lv 25,6-7)”
Vogliamo ringraziare tutti quelli che ci seguono sin dall’inizio e vi invitiamo a diffondere tra i vostri amici il sito di Raccontar di Cinema oltre all’omonimo canale YuoTube dove troverete anche dei contenuti Extra non solo sui Festival che seguiamo in diretta, ma anche su temi legati alla nostra natura umana.
Per la rivista l’anno che volge al termine è stata una ricorrenza importante perché siamo arrivati al traguardo del primo decennio di impegno nella “Passione Critica” grazie anche a tutti quelli che a vario titolo hanno collaborato e collaborano alla buona riuscita. Dalla Redazione un GRAZIE.
Vi auguriamo un Sereno 2025 che sia portatore soprattutto di PACE e ovviamente di tanti bei film come quelli visti nel 2024.
Tra i migliori film vogliamo ricordare EMILIA PEREZ scritto e diretto Jacques AUDIARD,l vincitore di numerose statuette (5) agli EFA. La pellicola è stata presentata in occasione della 77ª edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto il premio come miglior cast femminile che con un linguaggio spiazzante ci ricorda dell’attualissima violenza di genere che tante vite spazza via.
Segnaliamo anche All We Imagine As Light (Payal Kapadia) che, oltre ad essere premiato a Cannes, ha anche ricevuto 5 menzioni dalla critica internazionale e la splendida Palma d’Oro a Anora (Sean Baker) con 3 menzioni dalla critica internazionale
Invece tra le primissime uscite del nuovo anno segnaliamo per gli amanti dell’Horror NOSFERATU di Robert Eggers mensionato dalla critica internazionale e il visionario Grand Tour di Miguel Gomes (recensione) già nelle sale
E l’imperdibile No Other Land di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor vincitore alla #BERLINALE
In ambito italiano segnaliamo l’exploit della regista Maura Delpero con Vermiglio – entrato nella short list degli OSCAR e menzionato dalla critica internazionale.
Sinossi: 1944. A Vermiglio, un villaggio di montagna in alto sulle Alpi italiane, la guerra incombe come una minaccia lontana ma costante. L’arrivo di Pietro, un soldato disertore, sconvolge le dinamiche della famiglia dell’insegnante locale, cambiandola per sempre. Durante le quattro stagioni che segnano la fine della seconda guerra mondiale, Pietro e Lucia, la figlia maggiore dell’insegnante, si sentono immediatamente attratti l’uno dall’altra, il che porta a un destino inaspettato. Mentre il mondo emerge dalla tragedia, la famiglia affronterà la propria.
Ma anche segnaliamo la regista – Francesca Comencini con Il tempo che ci vuole, presentato a Venezia, che dopo una partenza in sordina sta ricevendo il dovuto riconoscimento per la universalità del linguaggio utilizzato.
Sinossi: Un padre e sua figlia abitano le stanze dell’infanzia: l’infanzia di lei e l’infanzia magica del racconto di Pinocchio, il film al quale sta lavorando lui. Il padre racconta alla figlia del suo lavoro e la ascolta, la osserva, le parla con serietà, compostezza, rispetto, come si parlerebbe non a un’adulta ma a una persona intera sì, la persona che è una bambina. La bambina visita i set del padre, in cui pulsa la vita, il chiasso, l’umanità, il lavoro, l’affanno, l’infatuazione, la magia e il sudore. E lei si perde in quei mondi.
La figlia diventa una ragazza, l’incanto di quel limbo tra loro svanisce, la figlia lo sente, capisce che la rottura con l’infanzia è irreparabile. Lo capisce da come il padre la guarda. Pensa che non sarà mai alla sua altezza e precipita apposta per non esserlo davvero.La figlia si droga e continua a tornare a casa cercando di fare finta di niente. Il padre all’inizio è disarmato, poi prende posizione e decide che non farà finta di niente. Smaschera la figlia, si affaccia su quell’abisso, con poche parole e molta presenza la porta via con sé, a Parigi.
Insieme a questi due film italiani designati FILM della CRITICA dal SNCCI il 2024 ha visto in sala una certa vivacità del pubblico grazie anche ai molti film sempre italiani, che se avete perso vi suggeriamo di recuperare.
Mettiamo al primo posto Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri seguito a pari merito dai seguenti (in ordine alfabetico):
Campo di battaglia – Gianni Amelio
Anna – Marco Amenta
Il treno dei bambini – Cristina Comencini
Familia – Francesco Costabile
Accattaroma – Daniele Costantini
Finalmente l’alba – Saverio Costanzo
Padre Pio – Abel Ferrara
L’anima in pace – Ciro Formisano
Invelle – Simone Massi
Eterno visionario – Michele Placido
Quell’estate con Irène – Carlo Sironi
Gloria! – Margherita Vicario
Tra i film stranieri un posto di rilievo va a Leggere Lolita a Teheran di Eran Riklis e The Seed Of The Sacred Fig (Mohammad Rasoulof) menzionato dalla critica internazionale
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