“Mother Vera” di Cécile Embleton e Alys Tomlinson e “Cose che accadono sulla terra” di Michele Cinque sono i due vincitori delle sezioni principali del #FestivalDeiPopoli65
“Mother Vera” di Cécile Embleton e Alys Tomlinson, ritratto di una suora alla ricerca di libertà e della propria identità, vince il Concorso Internazionale
“Cose che accadono sulla terra” di Michele Cinque, western moderno che segue una famiglia di cowboy tra attenzione all’ecosistema e difficoltà economiche, vince il Concorso Italiano
Il secondo premio del concorso internazionale è andato a “Bogancloch” di Ben Rivers, ritratto di un mistico moderno nelle Highland scozzesi. Il Premio Discoveries a “What We Ask of a Statue Is That It Doesn’t Move” di Daphné Hérétakis, inchiesta ironica e pungente sulla città di Atene oggi.
“Mother Vera” di Cécile Embleton e Alys Tomlinson (Regno Unito, 2024), ritratto di una suora in un monastero ortodosso in Bielorussa che esplora percorsi di redenzione e ricerca di libertà, e “Cose che accadono sulla terra” di Michele Cinque (Italia, Germania, 2024), western moderno in cui una famiglia dedita all’allevamento etico nella periferia romana resiste agli attacchi predatori dei lupi e alle difficoltà finanziarie, sono i vincitori rispettivamente del Concorso Internazionale e del Concorso Italiano del 65° Festival dei Popoli, annunciati con la cerimonia di premiazione al cinema La Compagnia.
Il primo premio del Concorso Internazionale è stato assegnato dalla giuria composta dall’autrice Kumjana Novakova (Macedonia del Nord), la produttrice Michela Pini (Svizzera), il regista Martín Solá (Argentina) con la seguente motivazione: “Un’opera cinematografica costruita con sensibilità, che ci introduce rispettosamente e gradualmente a una donna le cui complesse decisioni di vita, capaci di cambiarla profondamente, ci vengono condivise attraverso gli elementi essenziali del cinema: luce, suono, tempo e spazio, raggiungendo un delicato equilibrio tra forma e contenuto, estetica e sostanza”.
Il primo premio del Concorso Italiano è stato assegnato dalla giuria composta dalla giornalista Carolina Mancini, il critico Rodolfo Sacchettini e il fotografo e regista Paolo Woods, con la motivazione: “C’è un filo rosso che lega tutti i film che abbiamo avuto il privilegio di guardare: sono storie di ‘resistenza’, di piccoli lottatori che cercano di lasciare la propria impronta su un ambiente – naturale e umano – attraversato da forze violente e sovrastanti. L’opera che ci ha trovato più d’accordo ci porta molto lontano e molto vicino, dai campi lunghi di un ovest (west) italiano demitizzato e percorso dagli eredi della transumanza a quelli più ristretti dell’intimità di una famiglia che, pur schiacciata fra l’inesorabilità dell’industria e quella della natura – che hanno proporzioni e punti di vista diversi da quelli umani – riesce a trovare la tenacia di rialzarsi e di scegliere una precaria e autentica libertà”.
I Commenti del direttore artistico del Festival dei Popoli Alessandro Stellino: “L’edizione che si è appena conclusa ci ha dato grande soddisfazione sia in termini di partecipazione di pubblico che per la maniera con la quale sono state accolte le tante novità proposte in programma. La selezione rispecchia l’impegno del festival nel raccontare il presente e le sue sfaccettature, con grande attenzione alle dinamiche sociali e alle urgenze del nostro tempo. I premi assegnati dalle giurie rispecchiano questa linea, tributando il giusto riconoscimento a opere che affrontano sfide esistenziali e collettive con scelte stilistiche e di racconto libere e coraggiose”.
Il premio per il Concorso Internazionale Discoveries è stato assegnato dalla giuria formata da Charlotte Serrand (Francia), Emma Caviezel (Germania) e Flavia Dima (Romania) a “What We Ask of a Statue Is That It Doesn’t Move” di Daphné Hérétakis (Grecia, Francia, 2024), inchiesta sardonica e pungente sull’Atene di oggi, a partire dal saggio di Yorgos V. Makris in cui si proponeva la distruzione del Partenone allo scopo di consegnarlo all’eternità. Questa la motivazione della giuria: “Il premio principale va a un film inventivo e giocoso che supera i confini tra finzione e documentario, e crea un ritratto coinvolgente di una città che lotta per riconciliarsi con il suo passato e il suo presente”. Per Discoveries, la giuria ha deciso inoltre di assegnare una menzione speciale a “City Museum” di Boris Dewjatkin (Germania, 2024), con la seguente motivazione: “La giuria desidera riconoscere un’opera esplorativa di un giovane regista, ricca di filosofia, politica e idee sulla forma del cinema contemporaneo e sugli spazi urbani”.
Il Premio Discoveries Giuria Giovani invece va a “The Stimming Pool” di The Neuroculture Collective, “per lo sguardo innovativo che permette di immergersi, attraverso una narrazione sensoriale, in uno spazio di autentica libertà”.
Il premio “Diritti Umani” – Amnesty International Italia va a “Save Our Souls” di Jean-Baptiste Bonnet (Francia, 2024) “per averci fatto immergere nella quotidianità di Ocean Viking, la nave di Sos Méditerranée impegnata quotidianamente in operazioni di salvataggio rese indispensabili dalle attuali politiche sulle migrazioni. Il regista Jean-Baptiste Bonnet ha documentato i molteplici aspetti connessi al ruolo delle ong in mare: una complessità quasi sempre assente dalle cronache, solitamente interessate all’evolversi dello scontro politico in merito o al solo momento dello sbarco una volta che un porto è stato finalmente assegnato. Save Our Souls ci ricorda che rivendicare e rispettare i diritti umani richiede uno sforzo, ma questo sforzo oggi è quanto mai necessario.”
Il Premio Distribuzione in sala “Il Cinemino” assegnato dal team de Il Cinemino è andato a “Portuali” di Perla Sardella (Italia, 2024), con la motivazione: “L’opera si distingue per la profonda valenza sociale e per la capacità di raccontare partendo da una storia circoscritta la drammaticità di una tematica profonda e universale come quella del rispetto dell’uomo e della classe operaia. In un’epoca in cui la responsabilità sociale è di vitale importanza questo film non solo documenta un episodio ma stimola un urgente dibattito su pace, diritto del lavoro e diritti umani.”
Il Premio Popoli for Kids and Teen è stato assegnato a “Jump Out” di Nika Šaravanja (Italia, Belgio, Croazia, Qatar, 2024), con la motivazione: “Il film che abbiamo scelto parla di resilienza e spirito di sacrificio, mostra come dei bambini apparentemente piccoli possano con la sola forza di volontà arrivare lontano. Riteniamo che la storia di Ian, Promise e Marcus debba essere raccontata, per incentivare tutti a non mollare mai. Per questo e altri motivi abbiamo deciso di assegnare il premio come miglior film della sezione Kids and Teens”.
Luigi Noera