Un’interpretazione femminista e cruenta dell’horror corporeo
In conferenza stampa Thierry Frémaux ci aveva avvertito che il primo film di in concorso potrebbe scuotere il Grand Théâtre Lumière. Sangue e horror sono all’ordine del giorno nel film The Substance.
La promessa di The Substance è un prodotto rivoluzionario basato sulla divisione cellulare, che crea un alter ego più giovane, più bello, più perfetto. Elizabeth Sparkle (Demi Moore) scopre questo nuovo prodotto nel trailer di un film. Il resto della trama rimane un mistero, ma il tono è stato stabilito: tenetevi forte!
Se The Substance segna una svolta americana nella filmografia di Coralie Fargeat, la regista francese sembra tornare a un tema che aveva esplorato nel suo cortometraggio Reality+ (2013). Come per The Substance, il titolo utilizzava il nome di una tecnologia futuristica, un chip impiantato nel cervello che ti consente di vederti come, ed essere visto come, un modello.
Cinque anni dopo, nel 2018, Coralie Fargeat ha attirato l’attenzione con Revenge, il suo primo, e sanguinoso, lungometraggio. Il film segue una bimba lasciata per morta nel deserto dopo uno stupro, e che torna con una sete di vendetta, fucile in mano. Un film giubilante e impressionante, già pieno di sangue e molto femminista, che le è valso lusinghieri paragoni con Julia Ducournau, vincitrice della Palma d’oro per Titane nel 2021.
Recensione
Il tempo può essere un fido alleato quanto un avversario imbattibile.
L’equilibrio di madre Natura non dovrebbe essere mai interrotto.
Povero uomo, colui che si illude di sostituirsi ad essa – l’uomo deve accettare il trascorrere del tempo ed il cerchio della vita.
Si sa, questi sono concetti nobili e condivisibili purché non riguardino noi e l’immagine riflessa , appena svegli, allo specchio.
La vanità, l’egocentrismo, il voler affascinare e osannato riguarda in egual misura sia l’uomo quanto la donna.
Ma se quest’ultima è un attrice di 61 anni che ha avuto una carriera importante alle spalle tanto da meritarsi una stella nella celebre Hollywood fame ed un presente da conduttrice di un programma di aerobica molto seguito, tutto si complica maledettamente.
Elizabeth Sparkle è l’attrice in questione, interpretato anima e soprattutto corpo e midollo osseo dalla rediviva e tosta Demi Moore, che ha segnato in modo indelebile Cannes 2024.
Lo showdiz, al netto del glamour, è un tritacarne spietato ed insensibile alle vite esaltate e spazzate via basandosi sugli umori dei social network e/o “carne fresca ” da esibire.
Quando Elisabeth viene licenziata dal programma dal maschilista e gretto produttore (uno straordinario Denis Quad) si trova ad un bivio della propria esistenza:rassegnarsi o lottare accettando qualsiasi aiuto possibile.
L’aiuto misterioso quanto insperato arriva dopo aver sfiorato la morte in un incidente stradale, un giovane medico gli lascia una chiavetta usb con numero da chiamare.
La chiavetta svela ad Elisabeth , il programma “the substance ” che garantisce alla persona , d’avere una versione di se:più bella, giovane, attraente , fascinosa.
La procedura per iniziare il programma è delicata quanta dolorosa dovendo auto farsi una puntura midollare.
Il risultato però è garantito, ma seguendo poche quanto ferme regole:
1) bisogna alternarsi una settimana a tra originale e l’altra versione.
2)ricordarsi che non esiste un Lui o Lei, ma sei sempre te.
3)l’originale puoi fermarsi, ma gli eventuali danni dovuti all’errata procedura sono irreversibile.
Tenete ben presente queste tre regole nel continuare la visione del secondo film di Coralline Fargeat che dopo il sorprendente e positivo esordio in “The Revenge” del 2017, si conferma una regista coraggiosa, ambiziosa e dotata di talento nel buttarsi nella riformulazione del genere body horror in chiave femminista.
The Substance cambia letteralmente pelle, tono , corpo diverse volte nel corso di uno script che non ha alcun timore di osare, provocare, strizzando l’occhio agli istinti più bassi dell’uomo.
Allo stesso tempo però evidenzia la fragilità e solitudine della donna di fronte al giudizio bieco e frettoloso, facendola sentire in colpa ed in dovere di fare ogni cosa per apparire sempre giovane ed attraente.
The Substance si basa drammaturgicamente attingendo a piene mani ad alcuni classici letterari come “il ritratto di Dorian Gray”di Oscar Wilde e “lo strano caso del Dr Jekill e Mr Hyde” ed a livello cinematografico cult come “La Mosca “di David Croneberg e “carrie , lo sguardo di Satana” di Brian De Palma.
Coralline Fargeat ci mette ovviamente del proprio a livello creativo, ritagliando i personaggi di Elisabeth e Sue come vestiti fatto su misura per la Moore e la Qualley.
Ne esce fuori un legame , un rapporto indissolubile, morboso, letteralmente simbolico, la cui fine non può non essere che tragica.
Sul livello della tragedia e come metterla in scena, la Fargeat compie, a nostro modesto parere, l’errore di strafare nel trash horror in chiave autoriale.
Il film poteva durare 25 minuti di meno ed il finale scelto avrebbe avuto lo stesso effetto liberatorio.
I veri mostri sono quelli che giudicano una persona non dal talento, ma dalla bellezza esteriore.
Le bellezza, giovinezza hanno si entrambi una scadenza, ma rinviare il momento in modo artificiale, quello si che rende mostruoso.
Forse la storia di Elisabeth, servirà da esempio terrificante ed efficace.
Vittorio De Agrò (RS)