Sinossi:
Joker: Folie à deux vede Arthur Fleck internato ad Arkham, in attesa di processo per i suoi crimini nelle vesti del Joker. Alle prese con la sua doppia identità Arthur non solo si imbatte nel vero amore, ma scopre anche la musica che ha sempre avuto dentro di sé.
Commento del regista
Quando lavoravamo a Joker nel 2018 non avremmo mai immaginato che avrebbe toccato corde così profonde nel pubblico di tutto il mondo.
Con Joaquin avevamo parlato di un sequel, ma mai seriamente, finché non abbiamo assistito alle reazioni che la storia di Arthur stava provocando. Sapevamo che per farne un seguito dovevamo superare noi stessi: volevamo creare qualcosa di folle e temerario come lo stesso Joker. Con Scott Silver abbiamo quindi scritto una sceneggiatura che approfondiva ulteriormente l’idea di identità.
Chi è Arthur Fleck? E da dove viene la sua musica interiore?
Recensione:
Chi siamo veramente?
Quale è il nostro Io più autentico?
Cosa ci rappresenta veramente: i nostri pensieri,sogni o le nostre azioni?
I personaggi creati dall’immagine dello scrittore/sceneggiatore sovente prendono il sopravvento.
La mente umana per proteggere utilizza ogni strumento possibile, financo generare una personalità che si palesa nei momenti di stress /pericolo.
5 anni dopo il trionfo alla Mostra di Venezia e poi nel mondo, torna in Laguna l’atteso sequel del Joker, sempre in concorso sfidando se stesso, aggiungendo Lady Gagà e facendo diventare musica una storia di follia , violenza e solitudine.
E se 5 anni era stata proprio la solitudine siderale e disperata a far nascere il Joker nell’anima e mente di Artur.
5 anni dopo Arthur Fleck è nuovamente solo, apatico, scavato rinchiuso in un carcere di massima sicurezza in attesa di un processo con l’accusa di aver ucciso 5 persone, di cui una in diretta televisiva (De Niro).
In carcere e soprattutto fuori tutti vogliono vedere, sapere del Joker, tranne all’avvocato difensore (Catherine Keener) a cui interessa di Artur, della sua salute mentale e gli venga garantito aiuto e le giuste cure.
Arthur è spento, come se avesse deciso di chiudere ad ogni contatto con il mondo esterno.Fino quando mentre sta per andare ad un colloquio con il suo avvocato, intravede Harvey quinn(lady Gaga) e da quel momento una scintilla di vita o follia si riaccende in Arthur.
Tood Philips e l’altro sceneggiatore nello scrivere il sequel, hanno scelto di alzare l’asticella narrativa inserendo l’elemento musicale, oltre che rinnovare il dualismo tra Arthur ed il suo alter ego Joker, ma non nel classico scontro tra bene e male, luce /oscurità, semmai tra uomo bisognoso di aiuto e la sua parte folle , desiderosa d’essere amata ed al centro dell’attenzione.
Joker:Folie a deux , a nostro avviso, va visto , vissuto come una sorta di “La La Land” in chiave più oscura, intimistica, folle, ma avendo entrambi una storia d’amore come primaria linea di racconto, portatrice di emozioni e sensazioni belle ed contradditorie.
L’attesa coppia Phoenix-Gaga si rivela potente, magnetica , bella da vedere sullo schermo, eppure le loro scene sembrano inserite forzamente sulla linea di racconto originaria del Joker.
Mentre nel primo film, lo spettatore seguiva con crescente angoscia la trasformazione da Arthur al Joker, qui avviene l’esatto contrario.
Arthur lotta per liberarsi del proprio alter ego. Il duello è tutto nella sua mente o davvero questi cambi avvengono realmente incidendo sulla regolarità del processo?
“Joker :folie a deux” non riesce a raggiungere la disperata forza di racconto del pathos del primo, muovendosi sull’alternanza della musica e dei silenzi come chiave di lettura esistenziale oltre che artistica.
Joaquin Phoenix torna a vestire I panni del personaggio che gli ha regalato un Oscar. Ma stavolta l’attore americano ha probabilmente meno cartucce da “sparare” in questo sequel e di conseguenza limitandosi a ripetere i gesti , la postura e le frasi divenute iconiche in questi anni
La stessa risata di dolore stavolta colpisce e scuote di meno, avendo lo spettatore fatto suo, questa modalità di comunicazione.
Lo spettatore in alcuni passaggi del film potrebbe essere tentato di gridare :togliete il volume a Lady Gaga per quanto sia brava e credibile.
La riscoperta e consapevolezza di sé che Arthur compie, forse avrebbe meritato maggiore cura e spazio nello script, evitando passaggi netti e frettolosi.
Chi è Arthur?Chi è il Joker?
Chi merita di vivere e chi di morire per i crimini commessi?
Tod Phillips ci risponde con un finale rumoroso, folle, commovente quanto pasticciato e forse aperto.
In conclusione “Joker 2” resta una visione da fare, una ballata d’amore e follia da ascoltare e vivere, consapevole che alla fine della musica, i nodi verranno al pettine , anche se sei il Joker oppure Arthur.
Vittorio De Agrò (RS)
NdR: scelta azzeccata dal regista che coglie il desiderio del grande pubblico che riconosce il lato oscuro del proprio animo umano , ma anche di una possibile salvezza e vola al BOX Office.