Direttamente da #VENEZIA81 Joker: folie à deux di Todd Phillips vola nelle classifiche del box office

Sinossi:

Joker: Folie à deux vede Arthur Fleck internato ad Arkham, in attesa di processo per i suoi crimini nelle vesti del Joker. Alle prese con la sua doppia identità Arthur non solo si imbatte nel vero amore, ma scopre anche la musica che ha sempre avuto dentro di sé.

Commento del regista

Quando lavoravamo a Joker nel 2018 non avremmo mai immaginato che avrebbe toccato corde così profonde nel pubblico di tutto il mondo.

Con Joaquin avevamo parlato di un sequel, ma mai seriamente, finché non abbiamo assistito alle reazioni che la storia di Arthur stava provocando. Sapevamo che per farne un seguito dovevamo superare noi stessi: volevamo creare qualcosa di folle e temerario come lo stesso Joker. Con Scott Silver abbiamo quindi scritto una sceneggiatura che approfondiva ulteriormente l’idea di identità.

Chi è Arthur Fleck? E da dove viene la sua musica interiore?

Recensione:

Chi siamo  veramente?

Quale è  il nostro Io  più  autentico?

Cosa ci  rappresenta veramente: i nostri pensieri,sogni o le nostre azioni?

I personaggi creati dall’immagine  dello scrittore/sceneggiatore  sovente  prendono il sopravvento.

La mente umana per proteggere  utilizza ogni strumento possibile, financo generare una personalità che si palesa nei momenti di stress /pericolo.

5 anni dopo il trionfo alla Mostra  di Venezia e poi nel mondo, torna in Laguna l’atteso sequel del Joker, sempre in concorso sfidando se stesso, aggiungendo Lady Gagà  e facendo diventare  musica una storia di follia , violenza  e solitudine.

E se 5 anni era stata proprio la solitudine  siderale  e disperata a far nascere  il Joker nell’anima e mente  di Artur.

5 anni dopo  Arthur Fleck è  nuovamente  solo, apatico, scavato rinchiuso in un carcere di massima sicurezza  in attesa di un processo con l’accusa di aver ucciso 5 persone, di cui una in diretta televisiva (De Niro).

In carcere e soprattutto fuori tutti vogliono  vedere, sapere del Joker,  tranne all’avvocato difensore (Catherine Keener) a cui interessa di Artur, della sua salute mentale  e gli venga garantito aiuto e le giuste cure.

Arthur è  spento,  come se avesse deciso di chiudere ad  ogni contatto con il mondo esterno.Fino  quando mentre sta per andare ad un colloquio con il suo avvocato, intravede Harvey quinn(lady Gaga) e da quel momento una scintilla  di vita o follia si riaccende in Arthur.

Tood Philips e l’altro sceneggiatore  nello scrivere il sequel, hanno scelto di alzare l’asticella narrativa inserendo l’elemento musicale, oltre che rinnovare il dualismo tra Arthur  ed il suo alter ego Joker, ma non nel classico scontro tra bene e male, luce /oscurità, semmai tra uomo bisognoso di aiuto e la sua parte folle , desiderosa  d’essere amata ed al centro dell’attenzione.

Joker:Folie a deux , a nostro avviso, va visto  , vissuto  come una sorta di “La La Land” in chiave più oscura,  intimistica, folle, ma avendo entrambi una storia  d’amore come primaria linea di  racconto,  portatrice  di emozioni e sensazioni belle ed contradditorie.

L’attesa coppia Phoenix-Gaga si rivela potente, magnetica , bella da vedere sullo schermo, eppure le loro scene sembrano inserite forzamente sulla linea di racconto originaria del Joker.

Mentre nel primo film, lo spettatore  seguiva con crescente angoscia la trasformazione  da Arthur al Joker, qui avviene l’esatto contrario.

Arthur lotta per liberarsi del proprio alter  ego. Il duello è  tutto nella sua mente  o davvero questi cambi avvengono realmente incidendo  sulla regolarità  del processo?

“Joker :folie a deux” non riesce a raggiungere  la disperata forza di racconto del pathos del primo,  muovendosi sull’alternanza della musica e dei silenzi  come chiave di lettura esistenziale  oltre che artistica.

Joaquin  Phoenix  torna  a vestire I  panni del personaggio  che gli ha regalato un Oscar.  Ma stavolta  l’attore americano ha  probabilmente meno cartucce da “sparare” in questo sequel e di conseguenza limitandosi a ripetere i gesti , la postura e  le frasi divenute iconiche  in questi anni

La stessa risata di dolore stavolta colpisce e scuote di meno, avendo lo spettatore  fatto suo, questa modalità di comunicazione.

Lo spettatore  in alcuni passaggi del film potrebbe  essere tentato di gridare  :togliete il volume a Lady Gaga per quanto sia brava e credibile.

La riscoperta e consapevolezza   di sé che Arthur  compie, forse avrebbe meritato maggiore cura e spazio  nello script, evitando passaggi netti e frettolosi.

Chi è  Arthur?Chi è  il Joker?

Chi merita di vivere  e chi di morire per i crimini commessi?

Tod Phillips  ci risponde  con un finale rumoroso, folle, commovente quanto pasticciato e forse aperto.

In conclusione  “Joker  2”  resta una visione da fare, una ballata d’amore e follia da ascoltare  e vivere, consapevole che alla fine  della musica, i nodi verranno al pettine , anche se sei il Joker oppure Arthur.

Vittorio De Agrò (RS)

NdR: scelta azzeccata dal regista che coglie il desiderio del grande pubblico che riconosce il lato oscuro del proprio animo umano , ma anche di una  possibile salvezza e vola al BOX Office.

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