Il FOCUS di Marina dal Lido
(da Venezia Luigi Noera e Valentina Vignoli con la gentile collaborazione di Maria Vittoria Battaglia, Vittorio De Agrò (RS) e Marina Pavido – le foto sono pubblicate per gentile concessione della Mostra di Venezia)
Il coraggio delle madri e mogli brasiliane nel film di denuncia di Walter Salles sulle dittature dell’America Latina vale il Leone d’Oro
SINOSSSI: Brasile, 1971: un paese nella morsa sempre più stretta di una dittatura militare. Quando la vita della sua famiglia viene distrutta da un arbitrario atto di violenza, una madre è costretta a reinventarsi.
Commento del regista
Quando ho letto per la prima volta Ainda estou aqui di Marcelo Rubens Paiva mi sono commosso profondamente. La storia dei desaparecidos, le persone strappate alle loro vite dalla dittatura brasiliana, veniva raccontata per la prima volta dal punto di vista di coloro che erano rimasti. L’esperienza di una donna, Eunice Paiva, madre di cinque figli, conteneva sia una storia di sopravvivenza al lutto sia lo specchio di una nazione ferita. Era anche personale: conoscevo questa famiglia ed ero amico dei figli dei Paiva. La loro casa mi è rimasta incisa nella memoria. Durante i sette anni passati a creare Ainda estou aqui la vita in Brasile ha virato pericolosamente vicino alla distopia degli anni Settanta, il che ha reso ancora più urgente raccontare questa storia.
RECENSIONE: Presentato in anteprima mondiale in corsa per il Leone d’Oro all’81° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, I’m still here (titolo originale: Ainda estou aqui) è l’ultimo lungometraggio diretto dal celebre cineasta brasiliano Walter Salles.
In I’m still here, dunque, Salles ci racconta per immagini la vera storia di Eunice Paiva (impersonata da Fernanda Torres), moglie dell’ex membro della Camera dei Deputati del Brasile Rubens Paiva (Selton Mello). Ci troviamo nel 1971. La donna vive insieme alla sua bella famiglia in una casa sul mare e tutto sembra andare per il meglio, fino al giorno in cui alcuni militari entrano in casa sua e chiedono a suo marito di seguirli per un breve interrogatorio. L’uomo, tuttavia, non tornerà più a casa e per molto tempo i suoi famigliari non sapranno che fine abbia fatto.
Eunice, dunque, è una donna forte ed estremamente resiliente. Non è facile reinventarsi, cambiare completamente la propria vita e crescere da sola cinque figli. Walter Salles ha voluto, così, rendere omaggio a lei e a tutte quelle donne che, come lei, durante la drammatica dittatura militare brasiliana, hanno combattuto ogni giorno per il proprio bene e per quello dei loro cari.
A tal fine, in I’m still here, una regia fatta di un copioso uso di camera a spalla e di primi e primissimi piani sul volto della protagonista (sempre impeccabile in ogni più sottile espressione e mai sopra le righe) si è rivelata la soluzione vincente per un lungometraggio importante e imponente, che in una solida struttura narrativa vede un suo ulteriore punto di forza.
Walter Salles, dunque, ci ha piacevolmente sorpreso a questa 81° edizione della Mostra del Cinema. A dodici anni da On the Road, eccolo tornare in gran forma. E chissà se la penserà così anche la giuria in fase di premiazione!
Marina Pavido