Un thriller godibile, avvincente nel tenere insieme la sfera intima con quella violenta e sanguinaria
Sinossi: La Memoria dell’Assassino, il film diretto da Michael Keaton, segue la storia di John Knox (Michael Keaton), un sicario professionista che deve abbandonare il suo lavoro a causa di una demenza degenerativa.
La malattia, in rapida evoluzione, lo costringe a fare i conti con la vita che ha condotto fino a quel momento e a trovare un modo alternativo per sopravvivere. Ma quando una notte alla sua porta si presenta suo figlio Miles (James Marsden), gravemente ferito e in cerca d’aiuto, le cose cambiano.
Knox non ha mai avuto alcun rapporto con suo figlio, e questa è l’occasione per recuperare anni di abbandono. Miles ha ucciso un uomo e degli spietati killer lo cercano per vendicarsi, suo padre è l’unico che può aiutarlo. Ma per riuscirci contatta il suo amico di lunga data Xavier (Al Pacino). Lo scopo è raggiungere l’obiettivo e salvare la vita di Miles, prima che la polizia lo trovi.
Si tratta dell’ultima sfida estrema che John Knox dovrà superare prima che la malattia abbia la meglio su di lui.
Recensione: La malattia rende tutti uguali. Esistono però tipologie di malattia come la demenza senile, Alzheimer che oltre procurare dolore e sofferenza al malato, lo trasformano tragicamente in un vegetale, impotente e prigioniero di mente destinata a “spegnersi”.
Un criminale, un’assassino, un killer professionista può redimersi prima di “andare via”? Può sistemare le vicende personali?
La tematica morale e personale inevitabilmente si mescolano, offrendo diversi spunti, in campo cinematografico, a sceneggiatori e registi nel realizzare film d’interesse per lo spettatore.
#LaMemoriaDellAssassino, secondo film da regista per Micheal Keaton, non è infatti uno script originale, ci basta ricordare due pellicole abbastanza recenti sul tema: Memoria di Un Assassino di Bong Joon-ho (2003) e Memory (2022) di Martin Campbell con protagonista Liam Neeson.
Michael Keaton ha cercato però di differenziarsi dall’ abituale schema narrativo e stilistico, dando al proprio personaggio, un “allure” da professore universitario ed amante dei libri, che con mitezza ed eleganza si trasforma in un killer spietato, preciso e professionale.
John Knox è un uomo taciturno, schivo, invisibile se non fosse che nasconde una seconda vita, un passato da agente sotto copertura delle fore speciali dell’esercito americano.
Keaton indossa i panni di Knox con grande naturalezza, fascino e forza, tornando a vivere 2 vite, come fece alla fine degli anni 80 con il ruolo di Bruce Wayne per 2 volte nella saga di Batman.
Knox è riuscito per tutta la propria esistenza a tenere separate e distinte le due sue vite, sebbene abbia lasciato dietro di sé un ex mogli e che il figlio l’abbia ripudiato, una volta scoperto la sua vera professione.
Ogni giovedì da 4 anni si vede con una bella escort (Joanna Kulig) con cui ha instaurato qualcosa di più di relazione sessuale.
Ma il mondo ordinato e preciso di Knox viene meno, quando gli viene diagnosticato una malattia neurodegenerativa che rapidamente gli sta togliendo ogni sicurezza, ricordo ed autonomia.
Il secondo punto narrativo di distinzione rispetto agli altri film, risiede nell’inaspettata quanto tragica legge del contrappasso che colpirà il figlio di Knox, che per difendere l’onore della propria figlia diciassettenne, si presenterà dopo anni di silenzio con le mani insanguinate alla porta del padre in cerca di aiuto.
Legge del contrappasso e lotta contro il tempo diventano così le due linee narrative del film in cui si muove il protagonista, killer e padre, chiamato a compiere l’ultimo incarico, avendo la sua geniale mente come avversaria.
È più forte l’istinto paterno e/o il desiderio di vendetta?
Lo spettatore si porrà questo interrogativo seguendo passo dopo passo il piano organizzato da Knox, supportato dal prezioso Xavier.
#Lamemoriadellassassino si rivela complessivamente un thriller godibile, avvincente nel tenere insieme la sfera intima con quella violenta e sanguinaria.
Micheal Keaton dimostra di vivere una seconda, terza vita “artistica” come attore e regista, capace di stupire e conquistare lo spettatore.
Nessuno è immune dalla malattia, tutti sono dipendenti dalla propria mente e da quest’ultima siamo dipendenti. Come ci insegna John Knox possiamo ottenere un po’ di tempo come genitore, ultima cosa che ci lascia prima dell’oblio.
Vittorio De Agrò (RS)