La vita perfetta non esiste, neanche nella nostra mente e dovremmo dire soprattutto per quest’ultima, custode delle nostre emozioni, ricordi ed esperienze
Sinossi: #InsideOut2 di Disney e Pixar ritorna nella mente dell’adolescente Riley, appena nata, proprio mentre il quartier generale sta subendo un’improvvisa demolizione per fare spazio a qualcosa di completamente inaspettato: nuove emozioni! Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che conducono da tempo un’operazione di successo, non sono sicuri di come sentirsi quando si presenta l’ansia. E non è sola . . .
Recensione: Noi tutti vorremo avere una vita priva di problemi, delusioni, ansie, fallimenti.
Tutti noi vorremo sempre sentirci “una brava persona”, leale ed altruista con gli amici e con il prossimo.
Ma la vita perfetta non esiste, neanche nella nostra mente e dovremmo dire soprattutto per quest’ultima, custode delle nostre emozioni, ricordi ed esperienze.
Già le nostre care e controverse emozioni, che la Pixar ha “sdoganato” e rese celebri con il magnifico “Inside out” nel 2015.
Nove anni dopo la Pixar ci riprova anzi rilancia realizzando l’atteso sequel che da mercoledì scorso ha invaso le nostre sale.
Stando ai primi risultati, la Pixar ha già raggiunto un primo risultato positivo: le emozioni dello stupore e dell’incredulità descrivono il successo al box office.
Lo spettatore aveva bisogno di Gioia e delle vecchie e nuove emozioni per ritornare al cinema in questo inizio torrido d’estate.
#Insideout2, al netto del successo del botteghino, ha vinto la sfida di non sfigurare con il precedente episodio.
Seppure sia venuto meno l’effetto novità del 2015, la sceneggiatura del sequel si conferma ambiziosa, intensa, ricca di spunti di riflessione. E nonostante sia affrontata il complesso tema della pubertà, la storia scorre leggera, rapida, divertente conquistando ancora volta sia i bambini che i genitori.
La struttura narrativa segue le orme del precedente, ma con l’importante differenza che stavolta Gioia e le sue emozioni dovranno “subire” più che accettare l’ingresso non di una sola (nel 2015 era la Tristezza), ma di più Emozioni nuove nella sala di controllo delle emozioni: ansia, invidia, imbarazzo, noia.
Gioia, l’emozione leader del gruppo si illude di saper gestire questa nuova fase/coabitazione, non capendo come l’amata Riley stia cambiando con l’arrivo della pubertà.
Come ben ricordiamo la pubertà è un passaggio obbligatorio quanto caotico della nostra vita: improvvisamente ci sentiamo e proviamo tutto e l’esatto contrario. Tutti i punti fermi che avevamo, vengono meno dando inizio ad un caos emozionale senza freni.
#Insideout2 ci racconta questo caos e la ricerca di un nuovo equilibrio, mettendo in scena la “lotta” tra vecchie e nuove emozioni e soprattutto la contesa della leadership tra Gioia e l’Ansia, accomunate dal voler aiutare e proteggere Riley dalle delusioni, ma avendo opposti visioni della vita.
#Insideout2 potremmo definirlo da una parte come un primo e felice approccio all’auto analisi e dall’altra un divertente ed efficace invito alle nuove generazioni nell’ essere sempre se stessi, e non reprimendo il proprio io al fine di ottenere un’effimera accettazione degli altri.
In conclusione #Insideout2 si è rivelato un convincente e divertente sequel sorretto da un’accurata ed intelligente sceneggiatura, creando le basi per altri probabili episodi e rinnovando la bella connessione tra lo spettatore e le Emozioni, che ci accompagnano e proteggono, sempre e comunque, nel nostro percorso di crescita e di vita.
Vittorio De Agrò (RS)
NdR : Sul nostro canale Youtube una breve clip con le voci italiane che animano il doppiaggio.
Invece ecco cosa ha detto il regista Kelsey Mann, accogliere nuove emozioni nella mente di Riley è stato un gioco da ragazzi, per così dire. “Mi ero concentrato sull’idea che Ansia fosse un personaggio importante”, afferma. “È qualcosa che inizia davvero ad apparire quando diventiamo adolescenti: tutti possiamo identificarci. Ricordo di aver fatto molte ricerche all’inizio su ciò che accade nel nostro cervello a questa età che ha innescato l’idea di una palla da demolizione che attraversa il quartier generale: un gruppo di lavoratori che si ammassano e demoliscono tutto. È un rinnovamento: è un po’ come ci si sente ad essere un adolescente. È caotico.” A contribuire al caos e ad unirsi all’ansia nel quartier generale sono nuove emozioni tra cui l’invidia sempre ammirata, l’imbarazzo e la noia, che è molto simile a “noia, disprezzo o questo sentimento di blasé, “, dice Mann. “Se hai mai chiesto a un adolescente come è andata la sua giornata e hai sentito dire ‘bene’, quello è Ennui.” infatti il film ha avuto risonanza tra il pubblico perché ci si riconosce.”